domenica 2 febbraio 2020

Domenica 22 dicembre 2019, IV di Avvento


Domenica 22 dicembre 2019, IV di Avvento

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Parola del Signore

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Il padre non è il padre.
La madre è la mamma, ma non ha conosciuto l’amore.
Ingravidata per insufflazione divina e si sgrava vergine.
È mamma negata.
Il figlio anche lui negato nella vita di uomo e nella morte da uomo.

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Predica l’amore e viene ammazzato.
Gli si nega l’atroce fine perché si è attuata la volontà del padre.
La sua funzione salvifica, un figlio per salvare.
Un figlio dato in olocausto per placare il padre offeso.
Il padre genera e dispone del figlio per placare la propria “divinità” oltraggiata dalla disobbedienza.
Deve ripristinare l’ordine iniziale perduto nella sua creatura perfetta e sacrifica il figlio.

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Negare la funzione a un padre, una madre e alla loro creatura è mostruosità inenarrabile.
Può il più spietato pensiero raggiungere una tale infamità?
Di più!
Quel figlio negato a dei genitori negati, è stato voluto per sacrificarlo agnello a placare il sé offeso.
Aveva egli creato e stabilito un ordine.
Quell’ordine è stato violato dalla sua creatura, ne genera un’altra per darla in olocausto e ristabilire quello e non più sulla terra, perduta per sempre alla felicità, ma in un al di là, dopo la morte, creatura mostruosa del male, sopraggiunta per cattiveria nella disobbedienza.
Follia, follia, follia …

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Non possiamo altra conclusione che la religione, le religioni strutturate sono Follia dell’Uomo che vuole emendarsi dalla propria malvagità e l’incapacità a vivere senza prevaricare il simile e poi salvare il “sé” prevaricatore e malvagio, infame dalla morte che teme.
Ma che teme ancora di più nella perdita del potere che deve garantire alla discendenza.

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Gesù nasce e conosce la religione più arbitraria e impossibile per schiavitù a un dio folle di rabbia e geloso.
Un dio che vieta e domina, esclude e condanna, vendicativo e arbitrario che rende la vita, l’esistenza di ogni uomo impossibile se non all’infelicità.
Un dio omosessuale che dichiara propria sposa un popolo.
Il suo, quello ebraico che rinnova il rito in ogni nato maschio offrendo in olocausto il prepuzio.
Alcuno può pronunciare il suo nome se non portandosi la mano al pene.
Un popolo, una cultura che ha reso schiava la donna evitandola in ogni sua funzione per non ingelosire lo sposo.
E poiché dio non può generare se non figli belli e maestosi, ogni nato segnato e povero scontava una colpa.
In questo contesto il Nazareno.

***
Come poter incidere su una realtà culturale, statuale, religiosa, civile, comportamentale siffatta?
Da pensatore e poi maestro inizia a demolire il mostro nella consapevolezza che non deve affrontarlo in battaglia, ma con la forza della parola, del gesto e dell’amore.
Solo l’Amore può liberare il suo popolo, può liberare l’uomo.
L’Uomo è stato creato da Dio Padre per e nell’Amore.
Solo nell’Amore si onora Dio e si serve il Fratello.
Non c’è altra vita fuori di quella terrena ed è qui che bisogna realizzare il Regno: Dio nell’Amore Assoluto.
Tutti uguali davanti al Padre e tutti liberi nell’Amore.

***
Ho molto sofferto nello scrivere questo pezzo.
Pezzi che lacerano.
Mi ha dato allo stomaco leggere e scrivere.
Pensare l’Uomo Gesù e la propria Madre, il proprio Padre così offesi.
Io Uomo mi sono sentito offeso e tradito.
Turlupinato dal potere dell’Uomo sull’Uomo.
E non ho mai amato alcun Potere.
Alcuno e ho rispettato sempre il Ruolo.
Voglio continuare a farlo.
Non scriverò più sul Vangelo.
Io non sono credente, ma sono nella Storia e quindi nella Cultura come tutti.
Ho sempre percepito in me un “Sacro” che non sapendolo definire, l’ho tratteggiato in ogni “Cosa” della Vita, dell’Esistenza.
Questo sacro lo perdo man mano commentando il Vangelo.
Voglio mantenere l’innocenza e la commozione davanti all’Uomo e le sue Miserie, le sue Grandezze, le sue inafferrabili motivazioni votate al bene e al male.
La religione ai religiosi.
Io non c’entro.
Mi sento più libero e cosa sorprendente di Amare.
Grazie a tutti quanti, alle amiche e agli amici, ai lettori tutti.

Michele Cologna
San Severo, sabato 21 dicembre 2019

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