lunedì 3 febbraio 2020

Il Nero …

Il Nero …

Il nero, il colore delle donne.
Si moriva, si muore e si morirà.
Il lutto ora si porta nel cuore per chi ne sente ancora il Senso (Aliquid sunt Manes?), prima si vestiva.
Il nero dell’esterno e quello vero, per cultura e gesto, sentire, dell’interno combaciavano.
E poiché d’ogni lutto c’erano i tempi, una donna non smetteva mai il nero.
Questo il dato.
Forse avevo undici anni o giù di lì.
Non so per quale miracolo e mi trovai a trascorrere dei giorni a Pietramontecorvino a casa dei miei zii, Antonio e Giuseppina.
Felice correvo il tutto con mio cugino Carmine e la mia cuginetta Elisa.
D’ella io, già innamorato!
Inconsapevolmente, ma di certo innamorato.
A volte si legava a noi anche quel “piagnucolone” dell’altro cugino Gino, che frignando in continuazione, ci distoglieva dal bello del correre e spaziare.
Uno spandersi di noi sul tutto.
Non si andava alla fiumana e non si saliva sulla torre.
Le cose proibite che facevamo tutti i giorni.
Il pericolo e forse la volontà di Carmine, in questi posti andavamo sempre da soli io e lui.
Più grande e scafato Carmine e quando ci avvicinavamo alla fiumana, percorrendo sentieri accidentati, non visti, ci acquattavamo dietro cespugli e sassi.
Osservavamo le donne che libere da sguardi e passi d’uomo, per non bagnarsi, accartocciavano le vesti che mostravano il bianco latte della carne.
Anche la posizione del mestiere le onorava nell’Essenza.
Che spettacolo!, e, ancora ora che scrivo, il ricordo dà brividi di Bellezza.
Non avevo esatta percezione, ma sentivo il formicolio del brivido espandersi.
Invadermi e ubriacarmi di Bianco, che del vocio vivace e le risatine della libertà, chiamava Amore.

Michele Cologna
San Severo, giovedì 24 ottobre 2019
08:38:07

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