mercoledì 19 febbraio 2020

La cattiva coscienza

La cattiva coscienza

Gli accadimenti sono i fatti.
Non ne siamo gli artefici in assoluto, ma parte considerevole.
Quando si presentano, avvengono, è d’obbligo comprenderne la natura e trarne la morale.
Parlo per me e di me, è chiaro!
Sono stato in qualsiasi contesto io abbia operato odiato e poi temuto.
Amato per finzione e combattuto.
Subdolamente.
Celando a se stessi e agli altri la ragione vera.
Mi vengono in mente tanti episodi.
Uno, quando l’Organizzazione Sindacale CGIL decise di fare a meno del mio apporto, il Segretario, nella relazione all’Assemblea Generale, in un afflato di verità dal senno fuggita, affermò: “Finalmente, ci siamo liberati dell’intelligenza!”.
Ero io l’intelligenza.
Credo che nel suo analfabetismo culturale volesse dire dell’intelligenza critica.
È vero!
A volte non mi sopporto io stesso.
Il mio pensiero e la voglia di capire mi rendono schiavo.
La verità, certo la mia, quando si formula mi fa prigioniero.
Non so nasconderla a me e neanche a chi mi è vicino e amo.
Vivere con uno così è insopportabile.
Sono la cattiva coscienza che tutti vorrebbero zittire.
Anche io.
Tutti mi amano, tutti.
La verità è che l’amore dichiarato è una proiezione della propria aspirazione.
Io la carne da odiare.
Sconfiggere.
È più facile sacrificare l’altro che se stesso.
Ne sono consapevole però non cedo, non mi arrendo.
Continuo e m’illudo in quella ingannevole finzione d’amore.
 
©Michele Cologna
San Severo, domenica 19 febbraio 2017
08:45:58

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