lunedì 3 febbraio 2020

Domenica 6 ottobre 2019, XXVII del Tempo Ordinario

Domenica 6 ottobre 2019, XXVII del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore

Come si può chiedere a Gesù d’accrescere in noi la fede?
O si è in mala fede, oppure del Nazareno non si è compreso nulla.
È sferzante Gesù nella risposta, «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
Gesù non ha fede in Dio, confida in Dio palesandosi.
Dio è il Tu con il quale ci si fronteggia e non da servo, ma pari nell’Amore.
Nessuna regola, alcuna obbedienza.
Tu e Dio.
Non nella trascendenza, ma nell’Immanenza.
Tu sei Amore e nell’Amore compi la Funzione.
Amore e non Fede.
E Gesù può rendere carta straccia ogni libro.
Azzerare ogni rito.
Funzione.
Privare di senso ogni parola volta all’obbedienza.
Cancellare ogni regola.
Legge.
Nessun tabù nella relazione con il Divino.
Dio non è Potere.
Non necessita di eserciti e servi.
Ha generato nell’Amore e nell’Amore si trova Dio.
Gesù libera l’Uomo dal potere dell’uomo e del Dio umanizzato nel Potere.
Dio è Libertà nell’Amore.
Alcuna struttura a onorare Dio.
L’Uomo.
Solo l’uomo nell’Amore.

Michele Cologna
San Severo, venerdì 4 ottobre 2019
20:03:02

Post scriptum
Cedo alla confidenza negli amici e nei lettori e dico che forse non dovrei commentare più i Vangeli.
Sto approfondendo la vita del Nazareno e scopro l’inganno.
Mi confermo nell’intuito e già conosciuto.
Poi abbandonato.
Il tradimento in vita e in morte che il “Meschino” ha subito e ancora.
È vissuto e morto per liberare l’uomo dall’obbedienza a ogni potere.
Anche quello degli altari e lì è stato collocato.
Mi crea sofferenza e quasi a sentire la Sua.
Quella dalla quale voleva liberare gli uomini, le donne e gli ultimi.

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