mercoledì 5 febbraio 2020

Domenica 28 luglio 2019, XVII del Tempo Ordinario

Domenica 28 luglio 2019, XVII del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore

La Preghiera potrà anche non produrre gli effetti sperati, ma uno lo produce realizzandolo ed è innegabile.
Rende l’orante più vicino alla bontà.
Al bello, al meglio che la vita propone nella sua infinita provvisorietà, caducità e miseria.
L’uomo che prega è predisposto all’altro.
Anche solo nell’astratto del possibile, egli è più vicino al suo simile.
Al fratello.
Gesù che è uomo offre ai suoi discepoli la concretezza alla quale porta la preghiera.
E non può non sottolineare l’efficacia, “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.
La preghiera ha il presupposto primo nell’umiltà.
Chiedere è sempre affermazione di bisogno e ogni uomo non è sufficiente, bastevole a sé.
L’umile prega il Fratello e il Padre ed è all’Altro aperto e pronto.
Lo scrivo e faccio ammenda, non so vincere la sensazione devastante che produce in me una mano che si allunga a chiedere.
Non so fare l’elemosina e soffro.
L’obolo è uno squarcio, una ferita grave, una regressione dell’uomo che mi abita.
Aiutare sì!
Mi dà pace e amore che mi mette al fianco dell’altro.
Parentesi personale non richiesta e me ne dolgo d’averla scritta.
Affermavo l’Uomo Gesù e la sua formazione culturale oltre la Legge della Genesi.
Il Nazareno infatti, si differenzia dall’uomo Abramo e non chiede, afferma.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio
L’obbedienza di Abramo e la certezza del Divino nell’Amore.
Abramo chiede, Gesù afferma.
L’Uno è obbediente nella Legge, l’Altro è responsabile Figlio nell’Amore.
La Preghiera al Padre, l’obbedienza al Signore.
Dio scende dai cieli e con il Nazareno abita i cuori dei Figli.
La Genesi è nell’Amore.
L’ora è tarda, ma non volevo rinunciare all’impegno con me e gli amici e le amiche, tutti coloro che leggono la mia settimanale.
Grazie.

Michele Cologna
San Severo, domenica 28 luglio 2019
18:35:31

 https://www.facebook.com/michele.cologna/posts/10219479806016844

https://www.facebook.com/michele.cologna

Nessun commento:

Posta un commento