martedì 4 febbraio 2020

Domenica 22 settembre 2019, XXV del Tempo Ordinario

Domenica 22 settembre 2019, XXV del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Parola del Signore.

Se Dio avesse bisogno di servi, sarebbe un Dio dimezzato.
Necessiterebbe del Servo per essere Padrone.
Del Suddito per essere Sovrano del proprio regno.
No!
Se così fosse non si comprenderebbero la predicazione e la vita del Nazareno.
La sua formidabile intuizione di Figlio del Padre generato per Amore.
E che dell’Amore ne paga il prezzo, la Morte per Crocefissione.
Il denaro sostituisce il baratto.
Il valore d’esso è nel baratto e francamente pensare Dio mercante è deprimente e bugiardo in sé.
Dio non può richiamare a sé nessuno stando alla bancarella in piazza.
Dio è!
Aseità e come tale non deve, non necessita di completarsi per il tramite di nessuno.
Neanche del Figlio che ha generato.
Sia che l’abbia riconosciuto, sia che l’abbia ignorato.
Il valore di Figlio nella discendenza è il prezzo.
La Paternità di Figlio generato nell’Amore è il costo.
Assomigliare al Padre è il Valore.
L’Uomo dovrebbe contenere in sé il Valore del Padre e nell’Amore etica e azione.
Alcun figlio è amministratore del padre.
Un assurdo in termini.
Potrà non piacere a molti questo mio scritto e me ne dispiace.
Ma pensarmi amministratore del lascito paterno, mi sottrae figlio all’amore.

Michele Cologna
San Severo, sabato 21 settembre 2019
07:50:42

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