mercoledì 5 febbraio 2020

Domenica 25 agosto 2019, XXI del Tempo Ordinario

Domenica 25 agosto 2019, XXI del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore

La vita obbliga.
Il vivere ti porta a compromessi allorquando ti sorride, alla resa o alla genuflessione quando scorre amaro, alla disperazione quasi sempre.
Come viverla e nell’ipotesi salvarsi?
Mi viene in mente Primo Levi che impara a riconoscere i prigionieri e ci indovina.
Coloro che si lasceranno morire subito e i resistenti.
Un campo di concentramento la vita e devi salvarti.
Devi e Dio è un buon viatico.
Non più la tua volontà, ma la sua.
Il Padre generoso che provvederà per il Figlio.
È così?
È sufficiente?
Aiutati che Dio ti aiuta, recita l’adagio.
Lo strumento è l’Amore.
Ama il Padre e il Fratello, la Madre.
Nell’Amore l’amaro addolcirà, la disperazione farà posto alla speranza, la lacrima tenderà al sorriso.
Siate obbedienti alla legge non scritta, ma che ognuno porta dentro nella discendenza.
Il Padre genera solo per amore.
Dio è padre e non padrone e lascia al figlio la libertà di vivere nell’amore o rinnegarlo.
La salvezza è in quella conduzione che porta alla fine.
Non al fine.
Una vita morigerata e obbediente che soddisfa nei principi.
Dio è principio.
Principio primo e ultimo che nell’Amore affonda il vivere.
Ti salvi?
Sì nel vivere terreno, l’altro è speranza!
Ogni durezza e disgrazia sciolgono nella grazia, e la grazia solleva.
Dio è grazia.

Michele Cologna
San Severo, sabato 24 agosto 2019
21:23:48

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