domenica 2 febbraio 2020

… e se

… e se

Un ragionamento complesso, che voglio sviscerare in parole semplici.
Elementari.
Tutti noi, quando ci rivolgiamo all’altro e dell’altro partecipiamo con il pieno di noi stessi, ci poniamo a mo’ di aiuto, di soccorso e nel delineare la partecipazione ci fregiamo fratelli.
E giù tutti i termini che ci rendono all’altro solidali nella volontà del soccorso.
Io sono altro da te, m’immedesimo in te e faccio miei i tuoi bisogni.
Le tue necessità che mi coinvolgono per un senso di dovere che trova le ragioni nella “storia”.
La storia è la nostra cultura.
La cultura è ciò che l’uomo ha strutturato nel tempo edificandosi.
Niente è fuori dalla cultura!
Quando affermo niente, dico che il Tutto dell’uomo è in essa.
Anche Dio.
Fermate il giudizio e seguite il ragionamento.
È incontrovertibile, ammenoché non si voglia seguire la gentildonna inglese che pregò Darwin di non rivelarlo, che l’uomo appartiene all’ordine dei primati.
Che la posizione eretta, la faccia corta, la mano libera e il possesso di utensili lo “distinguono” nelle classi zoologiche “uomo”.
Che lo sviluppo cerebrale dell’uomo è un “dopo”, e cioè a evoluzione umana già avvenuta, determinante e necessario della società.
Che la cultura, quindi, è un prolungamento esterno dell’organismo umano.
“Un fattore “superorganico” indispensabile alla definizione biologica dell’uomo”. *
L’evoluzione fa l’uomo, l’uomo in società struttura l’encefalo che nella corteccia cerebrale si evidenzia. **
La cultura è l’insieme di questo processo formativo.
Possiamo affermare senza errore e scientificamente che la cultura forma e prende forma dall’uomo, ma che in qualche modo lo esclude biologicamente.
Quale il motivo di questa necessaria precisazione?
Terribile!
L’uomo biologico ed evoluto è al servizio del Tiranno.
Il tiranno, una sua emanazione, che lo asservisce negandolo nella funzione biologica.
Perché la cultura, pur essendo parte evolutiva dell’uomo, pur essendo d’esso il prolungamento superorganico, lo considera principalmente, se non esclusivamente nella società che egli crea e struttura.
E cioè, domina l’uomo fuori dall’uomo biologico.
Lo governa solo nella sovrastruttura dell’animale sociale.
Diciamo che il Razionale funzionante e necessario, impersonale nei bisogni, escluda dal governo dell’uomo la sua primaria necessità biologica.
Il Potere, che nella Cultura che è la Storia Soggettiva e Oggettiva dell’Uomo, che nel Governo si manifesta, esclude l’uomo biologico dal governo di sé.
Noi tutti, l’Uomo nel potere e il governo di sé si percepisce Cultura ed esclude l’uomo Biologico.
È chiaro perché l’altro è sempre fuori da noi?
Perché l’uomo davanti al proprio simile si pone in termini di potere e non biologico?
La storia domina e l’altro, il bisognoso è storia fallita.
La tua storia, non è la mia storia e seppure mi sei fratello, posso solo considerarti e aiutarti.
Non ci unisce una stessa base biologica, no!
Solo la cultura.
E così la cultura divide la biologia.
Ma ancora più, qual è l’elemento, il soggetto discriminante e di separatezza in qualsiasi cultura?
Il genere!
La cultura divide popoli, paesi, continenti, ma accomuna tutti nella discriminazione di genere.
In ogni dove la femmina è il minus del maschio.
Della cultura.
Possiamo dire un “istinto” della cultura.
Ma affermato ciò, dobbiamo essere consapevoli che se niente e nessuno potrà cancellare la cultura che è la storia dell’uomo dalle origini, ancora più, che se si persiste l’homo sapiens ha cessato la sua avventura.
La cultura o assorbe la biologia e non solo come scienza, ma come completamento dell’uomo includendo il genere e l’altro e si completa, oppure nell’infelicità e la disgrazia si cesserà e sarà altro.

Michele Cologna
San Severo, venerdì 29 novembre 2019
09:55:21

* Ida Magli in “Alla scoperta di noi selvaggi”
** Cesare Balbo in “Lungo viaggio al centro del cervello”

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