lunedì 3 febbraio 2020

Domenica 27 Ottobre 2019, XXX del Tempo Ordinario

Domenica 27 Ottobre 2019, XXX del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore

Una tempesta di sentimenti e domande.
Lunedì 28 ricorre il cinquantasettesimo anniversario della morte di mio padre.
Era domenica nell’anno 1962 e mi chiedo: era lo stesso passo del Vangelo che io mi accingo a commentare oggi?
Anche, mentre mio padre in campagna, venuto a trovare me e lì moriva, mia madre nella Chiesa di Santa Maria, la Cattedrale della mia città, a presenziare alla Messa, ascoltava le stesse Parole?
Lei devota e fedele e direi piena di grazia, della grazia di tutte le mogli e mamme premurose, pregava per il marito suo e padre dei suoi figli che il 28 di luglio, appena tre mesi prima, aveva subito il primo infarto?
E all’ascolto del Passo cosa pensava del proprio marito, di sé e della sua condizione?
Parlando in appresso, disse che lì aveva ricevuto il segnale.
Un sasso e non si sa bene da chi tirato, entra in Chiesa e le colpisce la caviglia.
Si sentiva morire per il dolore acuto e immediatamente ebbe il presentimento: “È successo qualcosa a Leonardo!”.
Certo non ci voleva molto a pensarlo, dico io ora col senno del poi e vecchio.
Il cardiologo gli aveva proibito assolutamente di guidare, ma egli non obbedì.
Doveva recarsi dal figlio in campagna a portargli la notizia “che subito dopo la semina avrebbe potuto tornare agli studi”, e la muta della biancheria, era domenica.
Il figlio che lesse nel suo colorito “la morte”, non fu capace di seguire il cuore che gli suggeriva l’abbraccio.
Il bacio …
Piango ancora, padre mio, e non so darmi ragione di quell’abbraccio mancato.
Ti eri appena allontanato e io avevo fatto appena un giro di aratro.
Da lontano la figlia del fattore correva verso me gridando la tua morte.
Dio ancora oggi il cuore si stringe e sento, la tua che vorrei mia.
Seppi dopo che prima che raggiungessi me, ti eri recato da Raffaele Iacovino, il tuo dipendente di una vita e che avevi aiutato a diventare padrone del suo lavoro e dei propri terreni, a salutarlo.
Anche tu sentivi la fine?
E se sì, perché non mi hai trascinato giù da quel trattore?
Perché non mi hai stretto a te in quell’abbraccio che non trovo ancora adesso vecchio?
Confrontammo, madre mia, gli orari del sasso alla caviglia e del decesso, coincidevano al minuto.
Eri tu, padre mio, il pubblicano o il fariseo?
Nella tradizione ti segnavi e ti portavi al rito quando ne avevi la possibilità, ma …
Per certo eri rigido nella Legge del Padre, ma il tuo cuore era immenso.
Ti preoccupavi di tutti e a volta t’inventavi necessità per aiutare qualcuno senza umiliarlo.
Il povero maestro Nicola, il tuo barbiere, che conoscendolo tu orgoglioso, gli davi consegne “vuote” pur di fargli mettere il piatto in tavola.
Mi piace di più pensarti il pubblicano, nella rigida legge del Padre che nella Tradizione esplicava il Senso.
Poi se tu sia stato proprio questo non lo so.
Molte tue rigidità hanno dato sofferenza a noi figli e alla moglie tua, eri padrone.
Un padrone nato che nell’assoluta obbedienza, non ammetteva opposizione.
Ecco penso a Gesù e non il Cristo, l’uomo Gesù che fu contro ogni potere e abuso.
La prepotenza della stessa Legge che lottò con l’Amore.
Se tu avessi studiato e compreso l’Uomo, avresti parteggiato per l’Amore o per la Legge?
Perché la Chiesa e il Cattolicesimo hanno cercato e tutt’ora provano a conciliare gli ossimori, ma Gesù uomo fu un rivoluzionario.
Avrebbe distrutto le sue strutture perché la sua Chiesa era l’Uomo.
Scrivendo ora si presentano le tue contraddizioni e non ti parlo delle mie, oh padre mio.
Non ti piacevano i comunisti, però la maggior parte dei tuoi dipendenti erano tali.
Nell’ortodossia del tuo ruolo padronale, avevi il cuore pieno d’amore e non c’era persona alla quale non porgevi la tua mano anche se non richiesta.
Rigido, rigido con i figli e io ne ho assaggiato tutta la portata.
Pensavo che tu non mi amassi e invece …
Invece quanto amore ho scoperto negli anni, nei lunghi anni di dialogo che tra noi non si è mai interrotto.
Posso per certo dire che tu sei quel pubblicano che nel giorno della sua morte, tornando a casa, quella del Padre Nostro, si batteva il petto affermando: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Ho commentato la Parola del Vangelo intrecciandola al mio vissuto e il tuo, papà.
Quello della mamma che voglio pensare lì con te e tutti e due insieme a Carolina.
Chiedo perdono a Dio, al Nazareno, a te, Papà, a Mamma e Carolina.
A tutte le amicizie e a coloro che leggeranno questo mio.
Che sia domenica di grazia e pace a tutti, d’Amore.
A me pure, contrito nella memoria senz’altro dalla vita mia lesa.

Michele Cologna
San Severo, sabato 26 ottobre 2019
09:02:07

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