mercoledì 19 agosto 2020

sinagoga di Cafarnao

Domenica 19 Agosto
XX Domenica del tempo ordinario
GIORNO DEL SIGNORE
Io sono il pane della vita
6,
51- Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò e la mia carne
per la vita del mondo».
52- Allora i Giudei si misero a discutere tra di
loro: «Come può costui darci la sua carne da
mangiare?»
53- Gesù disse: «In verità, in verità vi dico:
Se non mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e
non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
54- Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò
nell'ultimo giorno.
55- Perché la mia carne è vero cibo e il mio
sangue vera bevanda.
56- Chi mangia la mia carne e bene il mio
sangue dimora in me ed io in lui.
57- Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me
e io vivo per il Padre,
così anche colui che mangia di me vivrà per me.
58- Questo è il pane disceso dal cielo, non come
quello che mangiarono i padri vostri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
59- Queste cose disse (Gesù) insegnando nella
sinagoga di Cafarnao

***
Immaginate per un attimo il Nazareno ai funerali celebrati ieri.
Funerali di Stato.
Quale stato, degli Scribi e Farisei, della Legge e del Tempio, di Roma?
Del Popolo?
Aspetti, Governi, Autorità di un solo e unico, immutabile Potere.
Tutti l’hanno crocefisso.
Il popolo scegliendo Barabba, Pilato lavandosene le mani, gli Scribi e i Farisei invocando la legge e l’Autorità del Tempio.
E Dio, il Padre Suo, complice nel non poterlo salvare avendolo predestinato al martirio.
Egli, il Figlio di Dio fatto Uomo, doveva morire.
Per Lui non c’era scampo.
Non c’era scampo per quei quarantatre morti precipitati nel vuoto mentre attendevano alle loro azioni quotidiane.
I funerali di stato una farsa, banchetto della volontà di tutti, Autorità e Popolo.
Nessuno aveva mangiato il Pane della Sua Carne immolata affinché l’Uomo cambiasse.
E l’Uomo ieri a quei funerali era il Carnefice e la Vittima.
Gesù quello che camminò la terra come tutti noi, è morto insieme alla sua Parola invano.
Il popolo acclama e condanna e dimentica con sé il fratello.
Quel protendere le mani e la bocca a riceversi il Suo Corpo è blasfemia.
Celebranti, oranti, plaudenti e lacrimanti.
La morte sospende il giudizio, non salva.
Che sia domenica di resipiscenza per tutti noi.

Michele Cologna
San Severo, domenica 19 agosto 2018
08:29:36

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