Buon Ferragosto
Buon Ferragosto a tutte le amicizie e coloro che mi
leggono pur non stando nelle mie.
Questo giorno data, meglio dire datava, la fine delle
raccolte estive e si festeggiava.
Le provviste per l’inverno di granaglie e legumi nei
sacchi e il ringraziamento laico.
Era festa.
La civiltà contadina con il galletto.
La carne era un lusso, ma il 15 Agosto il consumo del
galletto era un rito.
E tutti, tutti lo celebravano.
Chi non poteva acquistarlo e nemmeno crescerlo, se lo
procurava ugualmente.
Il furto che poi non veniva nemmeno tanto deprecato dai
derubati, “Debbono fare il Ferragosto anche loro”.
Ora la carne è prodotta in eccesso e il galletto sta
nelle fettine di petto chiuse in cassette di polistirolo.
Che squallore!
E ieri aspettando mia moglie davanti al supermercato, di
queste cassette ne ho visto passare a migliaia.
Non credo che sappiano la motivazione che con il gusto
malato è scomparsa dalla cultura dell’uomo.
La Chiesa di questa Festa essendone fuori, s’è inventata
l’Assunzione di Maria Vergine in Cielo.
Povera Maria madre di Dio, ha partorito Vergine, non ha
conosciuto l’Amore e non è morta come tutte le Donne.
È stata Assunta in Cielo, che tristezza!
Ieri, qui sul social, una Pantegana in scarpe rosse e
tacco a spillo è passata per insultarmi.
Già sapeva da vecchissima data, che il mio non è pascolo
per l’Orrido.
Per un attimo, però, m’è sembrato vano il lavoro qui sul
network per selezionare.
Ce ne ho messo d’impegno e tempo, però ho amicizie
scelte.
Attente e garbate, educate e sul mio diario si esprime
ancora un po’ di cultura e tolleranza.
Non c’è feccia n’è melma insomma.
È stata attratta da un’amicizia ambigua e poco attenta è
vero!
Però mi ha molto turbato.
L’una e l’altra.
Spero che il disgusto provato, come un ritorno nel fango
del network, mi si alleggerisca per poi scomparire.
È difficile e l’orrido, la perfidia, l’invidia, l’odio,
la superbia e la malattia del Sé malato forse non scomparirà mai.
M’ero illuso e una Pantegana che dalle fogne uscita, ornata
di scarpe rosse e tacchi a spillo, e in testa pennacchioni, a ricordarmi che la prostituzione non è un
mestiere.
No!
Il mestiere è arte sempre.
Un’abiezione, un degrado, uno sporco ineluttabile.
Un destino, poveretta.
Scusate lo sfogo e ritorno al buon Ferragosto a tutti.
Michele Cologna
San Severo, sabato 15 agosto 2020
08:03:57
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