sabato 1 agosto 2020

Mt 14.13-21 Tutti mangiarono e furono saziati


Mt 14.13-21

Tutti mangiarono e furono saziati

In un angolo della tenuta, vicino al muro di cinta, ho una rimessa su colonne e le pareti su due soli lati.
Gli altri due sono aperti per permettere ai mezzi  d’entrare e avere maggiore libertà d’azione.
D’estate per il caldo, d’inverno per il freddo e la rimessa è popolata da cazze.
Sono uccelli fastidiosi.
Arroganti e prepotenti.
Mariuoli e molto intelligenti, bisogna riconoscerlo.
Sanno quello che non dovrebbero fare, ma lo fanno e scappano.
Una svista e ritornano alla loro attività principale che è rubare.
Il nome gazza ladra ci sta tutto.
Somigliano agli uomini.
Conoscono il peccato.
Lo praticano consapevolmente.
Mi danno abbastanza problemi, di più per la pulce aviaria e debbo fare tre o quattro disinfestazioni l’anno.
Un bel problema, insomma.
Certo da non togliermi il sonno e neanche ad occupare tutti i miei pensieri.
Quando mi reco nella rimessa.
Diciamo che la tenuta è il Creato, trattenete la risata, vi prego.
Io che debbo mandare avanti il tutto sono Dio.
Le gazze ladre e fastidiose sono l’Uomo.
Vogliamo pensare la tenuta uguale cento e le gazze in essa?
La Terra, il pianeta Terra nell’Universo è meno di un granello di sabbia.
Gli uomini?
Certo la mia tenuta non è la terra, ma le gazze non sono il mio problema.
A volte ti innervosiscono per le scorrerie nel cibo di gatti e cani.
Le ciliegie, le più belle sono le loro.
Ogni frutto porta il segno del loro becco.
Sporcano con il loro guano acido.
Ma in verità sono un accidenti e molto, molto trascurabile.
Vogliamo dire come l’uomo per il creatore?
Forse è ancora dare molta importanza alla gazza.
Non ricorro a uno spauracchio, potrei mai un figlio?
Addirittura immolarlo?
C’è un mio conoscente, in verità, Tiziano, il mio meccanico dei mezzi agricoli, che ama le gazze e cura quelle sue in cattività, se gli capita in natura.
Anche.
Sì, compra loro del fegatino, ma neanche per lui sono il problema.
Li nutre e li fa piacere.
Allora?
Questa gazza ladra con pulce aviaria, può occupare la Mente del Creatore dell’Universo?
È ridicolo pensarlo.
È bestemmia pensare d’essere il Centro e l’Attenzione di Dio.
La gazza ladra che pensa la tenuta sia stata costruita per sé.
Il buon Tiziano quando gli capita sfama l’uccello infame.
Gesù sfila l’Uomo a Dio e lo sfama.
Non di pane e pesci.
Amore e solo Amore.
Quello che Egli sente dentro come te e me, noi tutti.
Non siamo il centro di niente, neanche della nostra vita misera e non per ontogenesi.
Per miserabile cultura.
Mangiamo e diamo Amore e diamo a Dio le cose di Dio e agli uomini le cose degli uomini.
Separiamo il sacro che ci portiamo dentro partecipandolo dell’Altro, dal suo bisogno.
Il bisogno dell’altro è un nostro dovere e non una preghiera.
Un mio confinante si metteva a guardia dei ciliegi e sparava.
Penso meglio il mio meccanico Tiziano.
Io li sopporto e accetto il fastidio con la speranza che vadano altrove.
Hanno diritto di vita anche loro.
Non so cosa le gazze pensino di me scappando al minimo rumore o movimento.
Ma che io abbia la tenuta per loro.
Per il loro bene, non è da uccello intelligente quale mostra d’essere.

Michele Cologna
San Severo, domenica 2 agosto 2020
07:40:05

Ps
Il 2 agosto di quaranta anni fa aspettavo con i miei quattro bambini il treno.
Tonia lavorava e io avevo preso le ferie e me li portavo al mare.
A Marina di Chieuti, comodissimo con il treno e la felicità dei miei bambini che ora li ravviso con le lacrime della nostalgia.
Stefania attenta come una mammina di dieci anni.
Leonardo e la sua attività era il piacere di ridere.
Barbara del padre innamorata e lo imitava nella e direi oggi, “finzione” intellettuale.
Pamela uno scricciolino tenero, tenero e ora piango.
Aspettavamo il treno tutti e cinque.
Non arrivava e le domande.
Anche quelle dei miei bambini preoccupati.
I miei bambini hanno avuto risposte e vita.
Quei morti non ancora giustizia.
Mi fa piangere.
Piange l’Uomo e piega il ginocchio a Dio.





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