lunedì 31 agosto 2020

Petto, cosce e Referendum


Petto, cosce e Referendum


"C'era una donna a Singapore che beveva whisky a tutte le ore”.
“Quando le dissero di berne meno, lei rispose: “Perché”?
“Mi fa bene al seno”.
Lei, anche petto e cosce e non era pollo.
Era labbra e variante di fiorone.
Certo un corpo statuario, ma di referendum?
E pensava fosse un esercizio per comprendere.
Cosa?
La copula naturalmente.
Ma la piccola “Den” confuse, referendum con le fusa.
E perciò di tutto petto, anche la coscetta.
Cosa c’entra le disse, “Rita”?
Il Sì o il No con la … , sì avete capito!
Ma lei rispose, “Sono dei 5Stelle e posso anche la modella”.
“Fa la Ministra con le labbra rosse e io ho di più!”.
“Perché, non posso?”
Non le diede della cretina, ma solo “Bambolina”.
Il sapere non è palestra e si apprende con modestia.
Per tutta risposta la maggiorata, s’è oscurata.
Triste storia e lieto fine, non cambierà la cretina.
Petto e cosce in abbondanza che diletta pur la stanza.
Non certo la cabina, dove regna Luigino già bibitaro.

Copyright© 2020 Michele Cologna
San Severo, martedì 1 settembre 2020
07:10:23




scende



scende …
e
stai alla sera come dio alle stelle

m.c.
s. severo 29/08/2014 20:05


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tuona

tuona
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Tuona.
Rumoreggia e non minaccia acqua.
Lacrime.
Gorgoglia ribollendo.
Nessuna nuvola, solo un cuore stanco.
Così io in questa e non ancora è sera.
Grigio esso e lontana è la notte.
Apri la tua veste scura, ch’io possa …
riposare.
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©
Michele Cologna
San Severo, 31/08/2016 17:35
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domenica 30 agosto 2020

Per il genetliaco di Antonio Lettera 2020


Per il genetliaco di Antonio Lettera 2020

Caro Antonio ti scrivo …

Non mi sono accorto ieri sera, quelli miei un giorno prima perché il trentuno avevo la visita diabetologica e non avrei fatto in tempo a celebrarti.
Ho letto Carlo e mi sento novello sposo all’appuntamento.
Emozione.
Inizierei col dirti, ma forse mi ripeto, che la mia vita s’è cinta di poche, pochissime amicizie.
Una e io fanciullo.
Frequentavamo i salesiani.
Timido e impacciato io e schivo per vergogna.
Di tutto.
Goffo e forse perché nessuno mi aveva mai detto ch’ero “bello”, una carezza.
Un complimento e ce la mettevo tutta.
Il riscontro la delusione e il dolore.
Non il mio, quello che producevo nell’altro.
Mio Padre e mi doleva non dargli di me ciò che s’aspettava.
Fontanello, così si chiamava e forse non ho mai saputo il nome di battesimo, senza parole altre e mi chiese d’essere suo socio di biglie.
Non ero bravo e mi consumavo nella bravura altrui, la sua eccellente.
Un dono e lui il custode del “tesoro”, io non potevo.
Non ricordo parole, solo il pianto alla sua morte.
E quel “tesoro” perduto di allora con dispiacere, mi fa vergognare del pensiero.
Poi, adolescente e giovanotto, Gino che scelse d’arruolarsi nella Polizia e non capii.
Dopo sì e anche della nostra, la sua camaleontica.
Un’altra e ancora, ma è un’attesa che si nutre d’intervalli.
E ci pensavano sposi un tempo e sorrido.
La sorella, intellettuale fine e meriti grandi, mi dava del plagiatore.
Ti sto tediando, Antonio, ma solo per dirti che qui nel virtuale tu.
E come definirla se mai una volta ci siamo parlati?
Però ci siamo ascoltati.
Più nel non detto che nell’affermato.
Affinità incomplete.
Forse altro che non comprendo se non nel perduto che non era un conosciuto, un percorso cieco in sé.
E questo s’è fermato e non aveva scopo.
Non ne ha tutt’ora e adesso, mentre scrivo, del Pascoli si presenta il “Dieci agosto”.
Perché?, e mi aiuterai tu.
Se Carlo ha ragione, io sono l’uomo che non sa gestire le gioie.
Però rileggerti, leggerti come un tempo è incontenibile agape d’amore.
Buon compleanno, Antonio.
Auguri, amico mio.
Sento tutto il peso di questa parola abusata e l’abitudine a deprivarla.
Ma a essa piego il ginocchio e ci sei.
Antonio e i tuoi Antonietta e Carlo, il nipotino e gli altri che ami.
Che tu sia felice insieme a loro come lo sguardo che si posa sul compiuto.
Un attimo che è l’Eterno.
Ti voglio bene e mentre lo dico sento la commozione salire al naso e gli occhi.
Auguri di buon compleanno e insieme a te tutta la tua Famiglia.

Michele Cologna
San Severo, lunedì 31 agosto 2020
08:21:52




venerdì 28 agosto 2020

“Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”


“Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”


Mt 16.21-27
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso

***
Si dice che il Diavolo fa le pentole e non i coperchi.
Vero!
E direi che ogni inganno ha sempre il suo punto debole.
Leggete attentamente le due affermazioni: “Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” e “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso”.
Questa, “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso”, è affermazione di uno che si propone alternativo a tutto e su tutto.
Al pensiero, all’azione, al vivere, alla tradizione, agli usi e costumi, alla cultura e ogni tabù, ancora più a Dio e ogni Legge.
L’altra, “Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.
Come possa un uomo pensare secondo Dio e ammonire l’altro suo simile di pensare secondo gli uomini, come se lui non lo fosse.
L’inganno!
Nella prima affermazione c’è il Rivoluzionario, colui che vuole sovvertire ogni Ordine etico e morale.
Di governo.
La seconda è l’inganno di chi ammonisce per conservare.
Quello che è sempre stato, il governo del Dio trascendente nelle mani di coloro che erano interpreti della parola e quindi la legge.
Separare il grano dalla pula.
Gesù è parola nuova e sovvertimento dell’ordine esistente che era oppressivo in Dio.
L’inganno degli officianti la verità che ne difendono la legittimità.
Lo mettono a morte e se lo portano ai propri altari.
Lo trasformano in Cristo che è la negazione dell’Uomo Gesù.
Si diceva che non si possa servire Dio e Mammona.
Conciliare gli ossimori.
La Chiesa può, la dottrina cristiana può perché s’è inventato il dogma.
Noi no!
Onore e merito all’Uomo che non camminò il Cielo, ma vestì la Terra di Cielo.
L’Amore.


Michele Cologna
San Severo, sabato 29 agosto 2020
06:52:31




la vedovella


la vedovella
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anche lei poverina
ora vedova si declina
piange e dispera e
non si perita che già
lei a le più antiche
consolava con il dito
lo puntava birichina
pensando il destino
baro e perfido e non
si dice di perentorio
prurito d’alba giorno
e tramonto e la sera
a tutto tondo pur la
notte la meschina lo
usava il ditino quello
medio e non l’indice
a placare la mestizia
di amore mal riposto
ché non era lì il posto
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michele cologna
san severo venerdì 28 agosto 2020
20:52:00
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Copyright© 2020 Michele Cologna
diritti e riproduzione anche parziali
riservati
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ps


A una donna tutto amore la dedica.
Ma tutta, tutta  d’oro perché amore.
E per amore vedovella e ora si arrovella.
Maledice l’abbandonato, perché la colpa sua è stata.
Se l’avesse del suo amore amata, lei non si sarebbe oscurata.
E piange e dispera, s’è elevata al cielo.
Santa in amore e diffonde il suo fetore.