sabato 31 ottobre 2020

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli

 

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli
Mt 5, 1-12
 
Non nell’accezione religioso-clericale, ma in quella del senso, “chi è santo”?
La prima che non discuto per non appartenenza e la storia, ha regole ben strutturate e collaudate, la fedeltà al sistema e si è santi.
E a volte stanno agli altari i peggiori, il meglio ignorato.
Perché l’assassinio per dottrina e fede non denomina l’esecutore “assassino”, ma santo.
L’altra!
Nel senso laico, comune, della quotidianità nel bisogno che abbrutisce.
Questo criterio, e davanti a noi si popola il nostro cammino di uomini e donne che la santità l’hanno vissuta e sofferta martirio.
La Madre che nel dolore e a volte, molto spesso, della violenza, genera e accudisce il frutto.
Un Padre che si fa schiavo non nel pensiero, ma nel fisico per nutrire figli e dare dignità alla famiglia.
Il Figlio che si sacrifica alla mamma e al padre, al fratello e all’altro per mantenere alto il senso del Sé nel vivere.
Colui che commuove e si dona vittima alla Necessità fino al martirio.
Liberarsi dalla Tirannia.
Sfinirsi nella lotta per il bene altrui.
Avere il senso alto dell’Umanità e operare.
Temere e sapere che colui al quale porgi la mano alzerà la sua per assassinarti.
Anche solo per schernirti e ritenerti stupido.
Santità di nessun altare queste se non dell’uomo hic et nunc.
È santa mia suocera che vede la figlia piangere perché vuole “una lacrima d’olio” sul pane che asciutto, senza alcun companatico, non vuole scendere giù e regge il dolore.
È santa mia madre che rimproverandomi per la mia facilità giovane di “spezzare cuori di ragazze” mi chiede il perché.
Un perché che mi fa capire che lei pur avendo generato sei figli, non sa cosa sia il “piacere” dell’amore. E io ancora rabbrividisco al pensiero. Un’amputazione che non trova giustificazione se non nel destino e l’amore sconsiderato per i figli.
Sante tutte quelle donne che perdono la vita per il tramite della mano dell’amore degenere del maschio.
Santi coloro che non tornano dal lavoro per “morte bianca”.
Quei figli che curano i propri genitori e ne sopportano il peso.
I nonni che si fanno assistenza ai nipoti davanti all’ignominia di uno stato ladro e traditore di necessità.
Santi tutti nel dolore della consapevolezza che l’Uomo è misero.
Una miseria sconfinata che trova ristoro e riscatto nella volontà.
Questa che fa del vivere la maggiore responsabilità della vita.
Qui ed ora la santità laica che si nutre di diversità e necessità e ne fa virtù.
Hai capito tu donna che ti pensi amore e lo usi clava?
Tu uomo nella tua onnipotenza maschio e ti giustifichi assassino?
La ricompensa qui, una vita degna.
 

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