mercoledì 21 ottobre 2020

Dedica a mio Padre per il cinquantottesimo della sua dipartita

Dedica a mio Padre per il cinquantottesimo della sua dipartita

L’io perdente …

Ho sempre saputo d’esserlo.
Ma ho sperato nell’errore come il disperato nel sogno.
Un giorno diverso.
Ma essi sono tutti uguali perché nell’identico trovano la successione.
Così.
A gestirle tutte, come l’atleta caduto un attimo prima del filo di lana.
Provavo dolore e ne ho scritto di pagine.
Femmina pregna.
Ora non più e non dico sereno, ma l’accettazione il destino.
Tutto nel dolore a percepire ed esso un fondo.
Il Cielo grigio.
Niente cambia e tutto appare ugualmente meraviglioso.
Il colore non modifica l’in sé, lo avvolge.
E un giorno senza sole sono io.
Mi ritrovo, mi somiglia.
Volgo all’indietro il sorriso, medico al paziente.
Questo oggi voglio dirti, Padre mio.
Non ti piacevo e mi spronavi, con maniere forti.
Ma tu eri un vincente e io fin dai primi vagiti, perdente.
Nascevo con il dolore della Mammina mia.
Certo se io ci ho messo una vita ad ammetterlo, non potevi tu.
Per gli anni brevi insieme.
La cultura.
I tempi.
Sono vecchio e ti ho avanzato tanto in età, Papà.
E tu sai che i vecchi pensano d’essere saggi.
Ma non voglio incappare nell’errore, e tu sei tanto più giovane.
Avrò il tempo di scriverti ancora?
Quanto mi brucia quel bacio mancato …
Domenica 28 ottobre 1962, cinquantotto anni fa.
Gli anni di Giovanni che tu prendesti tra le braccia per pochi mesi e io mi sono a te sostituito nel ruolo e la cura.
Figlio sfortunato il nostro, Papà mio.
Tutte le mattine entrando in casa da lui per fargli la colazione, lo sguardo a Te, alla Mamma, a Carolina.
Sta anche la foto di sua moglie Marilena e lei mi perdonerà, ma quasi mai la vedo.
Mi sento ancora Figlio e Fratello, Mamma e Padre.
Tutto in me custodito.
Un prezioso del quale mi sento l’unico custode.
L’ultimo.
Questo volevo dirti, Papà, nell’approssimarsi dell’anniversario tuo, incipit dell’eterno.
Il Tempo è sempre breve, questo che ci separa molto di più.
E io immagino il desiderio con Te, la Mamma e Carolina.
A ritrovarci e sorridere alla vita.
Perché tutto sommato, ci ha dato tanto.
Vale a voi e mi piace chiudere con le Anime dei Morti sono cosa certa.
Aliquid sunt Manes.

Copyright© 2020 Michele Cologna
San Severo, mercoledì 21 ottobre 2020
07:49:43

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