lunedì 26 ottobre 2020

Per il genetliaco di “Mammarella”

Per il genetliaco di “Mammarella”

Un inno alla vita.
Alla gioia.
Compire centotre anni, è come nella propria biblioteca avere un incunabolo.
Sacro per pensiero.
Da prendere con i guanti per non inficiarne la storia.
Non del senso a nessuno possibile, ma della sua nel corso del Tempo.
Anni che ne erigono l’intoccabilità.
Cosa diversa dalla reliquia che giace.
Il Libro è vivo sempre e gli anni l’impreziosiscono.
Provo emozione, Adele cara.
Come davanti a un’Opera d’arte.
Mi recai in visita agli Uffizi e all’ingresso caddi in ginocchio.
Un pianto copioso che non riuscivo a trattenere, come ad alzarmi.
Non provavo altro, tremore di Sacro.
D’irripetibile.
Gli occhi non vedevano se non l’Immenso dell’Uomo.
Dio che s’imprime nella vita manifestandosi.
Vorrei con mano inguantata sfiorarle il volto, la Carezza.
E sentire il Tempo.
Il mio Quid si riempie di Senso.
Il Senso nel Tutto mi cattura.
Buon compleanno, Mammarella.
Auguri.
Adele e le altre figlie, figlio, nipoti e pronipoti Ti celebreranno.
Io con loro e il pensiero.
Conoscere cosa attraversa il tuo e sfiorarne la Storia.
È giorno d’Amore e io all’ascolto delle campane in festa.
A questa Famiglia meravigliosa i miei più cari e sentiti auguri.
Il ginocchio flesso a Mammarella.

Michele Cologna
San Severo, lunedì 26 ottobre 2020

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