Spolia opima
Consacrami spolia opima tu, mia vincitrice.
L’onore al combattente, seppur io non comandate e ancor meno nemico, va concesso.
Pugnando t’ho perduta perdendomi, e nel consegnarmi t’ho ritrovata non mia.
Estranea mi conduci come morituro, e nella vergogna della perdita ancor vivo.
Con l’onore delle armi, quello della morte vorrei.
Lei sola e taciturna, amante ultima e per sempre.
Il suo bacio, acqua che placa alla foce.
Sul carro l’armatura dell’uomo e la sua parola falsa.
La grandezza nella sua miseria infinita.
Celebra lui perituro per nascita e indomito Dio.
E nell’orazione, declamalo flesso e battuto, piegato e piagato, ma in ginocchio mai.
Onore dovuto alla sua palpitante spoglia.
Michele Cologna
San Severo, giovedì 9 ottobre 2014
Copyright© 2014 Michele Cologna
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