lunedì 5 ottobre 2020

… e io ti dico che

… e io ti dico che

Che il Padre sia il padre
e la madre, la madre.
Il Figlio, il figlio e l’ordine,
l’ordine.
Il ruolo e la gerarchia, il dovere e l’obbligo.
La pietà e la compassione sempre …
e non levino giustizia e pena.
La tolleranza nella diversità e l’altro,
la fratellanza.
Non la giustificazione che apre.
Comprensione non è che capire!
Mai la condanna etica, sempre quella dell’uomo.
Che non giace in altro, se non ne il positivo.
E questi è la legge!
È chiaro a te madre che confondi?
Tu che equipari il dolore tuo de il figlio
a l’altra e dimentichi.
Il tuo assassino e l’hai partorito e allevato,
tu costruito.
Quelli la vittima e nell’amore la vita che il tuo,
mostro e vuoto, privo di senso e storia, bene,
ammazza.
La ferocia, dimmi tu, madre snaturata,
chi e dove?
Tuo e solo tuo il dolore e il ristoro in essa.
La condanna senza attenuanti.
Ma se è stata follia?
Solo il luogo dove scontarla e non perdono
e clemenza, libertà per il tuo.
Metti lo scialle e vesti di nero, donna!
Taci.
Mai parola può e potrà liberarti d’essa.
Zavorra tua e di chi il mostro ha cresciuto.
Non de le mamme che allevarono gioie.
Il Senso è misura e non parole vane.
Giace ne la civiltà e la cultura, la storia.
Nessuno tocchi Caino, è vero!
Ma alcuno confonda e Abele non tornerà.
Allora?
Pure quella dell’assassino e fine pena mai.
Che il Padre torni Padre e il Figlio, Figlio.
La Madre, la Madre e Tutti …
Tutti, legulei e giudici, media e politica, farraginosi
e opinionisti, uomini e donne de la chiacchiera …
Silenzio.

Copyright© 2020 Michele Cologna
San Severo, martedì 6 ottobre 2020
07:36:08

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