lunedì 2 novembre 2020

Due Novembre, giorno dei Morti

 

Due Novembre, giorno dei Morti
 
La tradizione popolare e della mia zona, vuole che i morti escano dal sonno nella notte del giorno a loro santificato, dedicato.
Si svegliano affamati ed è il motivo per il quale s’imbandisce una tavola povera la sera di Ognissanti, prima di coricarsi.
L’ho fatto, e poiché speravo che venissero a trovarmi defunti miei a cui piacevano le “scorpelle”, ho chiesto a mia moglie di farle e insieme al pane e l’acqua, un tarallo, hanno stazionato nell’attesa.
Come un fanciullo già smaliziato, ma speranzoso della favola appena dismessa, mi sono addormentato nella dolce consapevolezza dell’inganno.
Brutti sogni.
Ma è normale, i miei sogni non sono piacevoli mai.
Forse ho tributo da pagare e la notte mi presenta il conto.
Questa è stata popolata di serpi.
In verità grossi serpenti e fuggevoli, velocissimi che apparivano e sparivano, atti solo a disturbarmi.
Sognavo di volermi svegliare.
Non sopporto questi rettili, se pure li risparmio nella realtà della vita.
Provo repellenza nella pietà e considero la loro condizione per natura castigante.
Il pregiudizio della mela?
Non cedo alla tentazione, però.
Ebbene, questa mattina e così, di sfuggita, mentre camminavo una strada del centro storico della mia città, mi passa di fianco veloce su una carrozzella strana, cingolata, una persona spregevole.
Un uomo di nome Paolo, molto avido che ha approfittato del fanciullo senza padre e della condizione post mortem del padre suo.
Tanti soldi e tanto dolore.
Ai soldi c’è sempre riparo, al dolore mai.
Non l’ho mai perdonato e a un suo tentativo in vita di avvicinamento, l’ho trattato come mai a nessuno in vita mia.
Non provo odio, ma per lui sì e la morte non ha cancellato questo sentimento.
Ebbene, dico io, tra tanti morti ai quali anelo, proprio questo sciagurato e odiato?
Non si è fermato, perché in vita e nell’ultimo incontro, glielo avevo ammonito senza possibilità d’equivoco.
Però il fastidio, il disgusto questa mattina, me lo porto da sveglio.
Ieri mattina un’altra visita non piacevole, ma per la quale provo pietà.
S’è suicidato impiccandosi.
Un uomo debole e truffaldino, vendicativo e schiavo della propria miseria e della cattiveria della moglie.
Soggetti da galera che ho avuto la dabbenaggine d’aiutare contro il parere e la volontà dei miei congiunti e ne sto pagando ancora le conseguenze.
Un appartamento, all’interno di un mio stabile, dato loro in comodato d’uso gratuito e gravemente danneggiato.
E ieri mattina, nel raccontare il sogno a Tonia, ho pensato che “il disgraziato” ancora non riesca a trovare allocazione.
Neanche il Limbo e viaggi prima del consentito.
I miei morti amati hanno disertato l’attesa.
Mi consolo sapendo che stiamo insieme e tanto, io da sveglio.
Però, il consapevole inganno amareggia: un incontro non cercato, mancato l’atteso.
 

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