domenica 29 novembre 2020

Una notte con Cervantes

Una notte con Cervantes
 
 
E io questa mattina, con certezza matematica, so chi fossero i Mulini di Cervantes.
Ci ho dialogato e sebbene reticente nella “follia”, me ne ha parlato.
Non li sconfisse, avrebbe dovuto eliminare tutti quelli che a quei mulini si recavano a macinare.
L’aveva compreso solo l’opportunista e furbo, gaglioffo “Sancio Panza” che, omen nomen, nel nome porta il destino.
Doveva riempire la pancia.
E servire ogni padrone glielo consentiva.
Per rendere comprensibile lo scritto, non farò i nomi del passato, c’è tanta ignoranza e nessuno capirebbe, mi rifaccio al presente.
Sì, ci sarà la docente di lettere antiche che farà la cretina!
Un “dolciniano” che per ignoranza nega il maestro.
Un blogger che pontifica infallibilità perché scrive.
Una musicologa, musicista, docente che mi cancellerà l’intervento, dandomi dell’acrimonioso.
Un bancario che pensa la poesia come la cassa del suo sportello e mi definirà invidioso e pennivendolo.
Altra fauna, ma mi fermo.
Ma mi fermo pur sapendo per certo, che la mamma dei cretini è sempre gravida.
Sempre e Cervantes per scampare a questa folle Fauna, si finge folle.
Io ve ne parlo invece in piena salute mentale.
E ne costaterete quanta follia.
Il mito!
Ogni epoca e tempo ne coltiva.
E non siamo al “parlami, o Musa”.
Ricordo e pur non essendo molto vecchio, i ritratti di Stalin nelle case come un santo.
Mi correggo, Dio.
L’impossibilità di qualsiasi dialogo con questi e li definirei fanatici per bisogno e ignoranza.
Togliatti no, però!
Colpevolmente.
Le santocchie e peggio, avevano la verità nelle mani e il cuore.
I preti e celebranti Dio, odiatori e sobillatori.
Il pericolo.
Cervantes dice che egli appunto voleva sconfiggere tutti i “mulini al vento”.
Questi che non macinano grano e distruggono granai.
Impresa impossibile.
Ieri sera Roberto Saviano ha spiegato il suo eroe da bambino, Diego Armando Maradona.
Saviano è persona seria e studioso e non parla mai a vanvera.
Questo eroe della modernità è stato tutto, come uno Stalin del passato.
Ha aperto i cuori alla speranza.
Stalin della collettività, della società, Maradona della soggettività malata di protagonismo per apparire.
Perché nell’apparire la sostanza.
Entrambi Mulini a vento.
Ci si sbatte contro e Don Chisciotte perisce.
Il Ladrone sarà liberato e il Nazareno crocefisso.
Sempre.
Hai voglia tu Socrate, Platone, Gesù, Kant …
Maradona è Dio.
 
 
Michele Cologna
San Severo, lunedì 30 novembre 2020
07:54:12

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