lunedì 25 gennaio 2021

“L’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”

“L’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù.” 

(La Rochefoucauld)
 
 
Caro * … ,
l’ipocrisia se praticata con discrezione è prima condizione per la convivenza politica, civile, sociale.
La civiltà è relazione e tu non ti presenti in un consesso qualsiasi nudo.
Più dai valore all’assise alle quali sei stato invitato, chiamato, maggiormente indosserai il vestito adeguato.
Puoi indossare il vestito appropriato e sarai giudicato bene, indosserai un abito poco consono alla bisogna, prenderai critiche e rimbrotti.
L’ipocrisia senza alcuna ombra di dubbio ben amministrata salva una civiltà.
L’istituzione organizzata più longeva al mondo la Chiesa, è l’esempio che meglio rappresenta il concetto applicato.
Praticato.
Nei rapporti individuali sempre verrà praticata: è una necessità.
Le ragioni avranno sfumature differenti ma nessun rapporto reggerebbe senza quel velo che il vizio rende alla virtù.
Un rapporto senza quel velo leggero d’ipocrisia sarebbe semplicemente impossibile.
Un esempio banale?
Domani mattina ti alzi. Hai dormito male, causa il tuo “fuoco” sacro che ti porti dentro. Ti guardi allo specchio e non ci sputi dentro per decenza. Senti che hai un alito che potrebbe ammazzare un elefante di passaggio. Arriva la tua donna: moglie, amante, amica e di slancio gioiosa ti lancia le braccia al collo ansiosa d’appiccicarti un bacio sulla tua bocca che non presteresti all’inferno. Fingi portandoti la mano davanti alla bocca un colpo di tosse, ti divincoli, prendi la distanza: “amore ho un dolore di testa, sento che sto per recere, mi prepari tu il caffè stamattina?”. Lei contenta e piena d’amore s’allontana e tu corri in bagno e ti chiudi dentro per paura che ritorni.
Il seguito è tuo e non mio e se vuoi lo racconti tu.
Cosa hai fatto, *…?
Che hai praticato?
Hai usato le parole più adeguate che in quel momento ti si sono presentate alla mente per non dispiacere e non subire dispiacere.
Hai praticato quella minima ipocrisia che ha salvato te, la tua donna, il rapporto.
L’ipocrisia si è messa al tuo servizio e ti ha reso virtuoso.
La nudità è bella solo per soddisfare il desiderio, cessato il quale la veste ci rende gradevole la presenza.
Con affetto sincero.
 
Michele Cologna
San Severo, 3 giugno 2009
12.01
 
*(i puntini sostituiscono il nome della persona alla quale indirizzai lo scritto)
 
***
Perché pubblico questa lettera scritta a un amico?
Si faceva bello di non essere ipocrita.
È possibile che qualcuno non lo sia?
No, non credo!
Quanto più ci si nega all’ipocrisia, tanto più la pratichiamo.
Penso.
La misura e lei ci rende più o meno alla verità.
“La Giornata della Memoria” e ogni altra ricorrenza alla quale ci obbliga questa civiltà “sciocca” del rapporto liquido, dell’immagine, della cessata appartenenza, costringe Tutti a praticare il senso mancante nella forma.
Tutti, nessuno escluso.
È l’unico mezzo per comunicare, per imprimere al liquido il corso.
È efficace?
Certo!
Anche se ha spostato il Senso dal soggetto al complemento.
L’azione tramite il complemento rende grazia al soggetto.
Vale predicare e indignarsi?
Direi è d’obbligo!
Dirsi non ipocrita?
È la più manifesta ipocrisia.
Grande ipocrisia.
Mi farò altre inimicizie?
Certo che me ne farò.
Anche l’amico a cui indirizzai la lettera e … lo persi.
Nella pratica gentile e misurata dell’ipocrisia, appunto, rendiamo generoso omaggio alle nostre piccole, insignificanti virtù.
 
Michele Cologna
San Severo, venerdì 25 gennaio 2019
10:09:27
 
 
 
 

 

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