domenica 19 luglio 2020

Per il genetliaco di Carolina nel settantaquattresimo della nascita


Per il genetliaco di Carolina nel settantaquattresimo della nascita


I ricordi profumano.
Portano con loro gli odori del tempo.
D’esso e noi.
Io e te.
E questa mattina ne sento l’essenza.
La bambina, la fanciulla, noi.
Intesa che vive.
Come un amore di silenzi e nascondimenti.
E tu mi coprivi, m’aiutavi nel rigore che a me veniva chiesto in eccesso.
Nei giochi noi e mai ci negavamo o ci raccomandavamo il silenzio.
Era implicito anche nelle ingenuità negate.
Insieme e tu mio custode e poi io di te.
Così noi e tu ti facevi donna e non potevi.
Tutto era proibito alle ragazze come te e Tu eri bella.
Sotto il balcone di casa il passeggio di giovanotti e io tuo accompagnatore ci ridevo.
Chiedendomi come tanti spasimanti e mi elencavo i tuoi “difetti”.
Crescendo, e nel senso che il genere con sé adduce, mi resi conto.
Eri bella da mozzare il fiato …
Ogni abbondanza in te e nessuna … debordava o difettava.
Accompagnarti nelle castigate tue uscite ed era vero e orgoglioso piacere.
Questi i profumi della mattina al tuo genetliaco, Carolina.
E gli odori m’inebriano e sono felicità del nostro.
Tocco il Tempo e non è passato.
Come “il già avvenuto” si prospetti ad essere.
Io e te: la gioia.
L’orgoglio mio, e la prepotente tua.
Bellezza.
Sarebbero stati settantaquattro oggi.
Ma tu ti sei fermata e ancora non ne compivi sessantaquattro.
Sarei portato a parlarti della tristezza senza.
Ma sono pieno della tua e la nostra insieme.
Fanciullezza, gioventù e poi la vita che toglie.
Penso la nostra Mammina e la sua inflessibilità.
Un rigore che trovava ragione nella sua storia e non nella tua, la nostra.
Ma io ero maschio e potevo …
Tu no e ogni proibizione era virtù.
Di ogni “virtù” tu fosti ricca.
Come una punizione.
Quanto t’amo, Carolina e il profumo di te tanto prepotente, mi porta allo stordimento.
Innamorato e siamo.
No, non mi hai mai lasciato e dei nostri giochi mi scopro a riempire il tempo.
A volte.
Quello del Vecchio che si è ripreso i due anni, venti mesi che separano le nascite nostre, e gli altri di te senza.
La gioia riempie.
Il tuo sorriso fanciullo e l’amore senza risparmio.
Buon compleanno, Carolina.
Auguri.
E se con te, auguri a Mammina e Papà, non trascurare Mario.
Io mi fermo e non d’amarti e fino a quanto mi è concesso, gioco …
Intorno al “pozzo” dove noi, io e te nell’innocenza bambina.
Leggero il Tempo e noi in esso.


Michele Cologna
San Severo, lunedì 20 luglio 2020
07:00:01





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