giovedì 23 luglio 2020

la bonanima

la bonanima


Non riuscivo a comprendere questo appellativo da bambino.
Mi faceva un po’ senso e quasi soggezione e immaginavo chissà che uomo e grandi meriti.
Capii quando fanciullo morì un mio familiare dei quali tutti dicevano peste e corna e tutto il male possibile.
A ragione, una carogna d’uomo.
Dopo la dipartita era diventato buonanima.
Sentivo le mie zie e cugini molto grandi, dell’età di mia madre e anche più, “la bonanima”.
Che brutta sensazione!
Ancora oggi provo una sensazione sgradevole se non raccapricciante.
Quando morì mio padre e i miei familiari, la parte del mio papà, usarono questo appellativo per lui, mi opposi con tutte le mie ragioni e forze.
Mio padre era mio padre e di nome Leonardo e non “la bonanima”.
Ci disputai e litigai.
Alla mia presenza l’appellativo per definire mio padre non fu più usato.
Trovai mia madre e mia sorella Carolina solidali.
Perché questo accenno oggi?
I mass media tutti e ancora non muore, stanno tessendo elogi sperticati e ipocriti a lui che sta molto male.
Parlo di Sergio Marchionne.
Un santo e manca poco per portarlo agli altari.
Qui su FB un network di deficienti e “Dio mio”.
Se si avanza qualche perplessità si viene aggrediti e fagocitati.
La malattia e la morte di tutti gli uomini va rispettata sempre.
Ma Totò Riina morto, era lo stesso che vivo.
Un delinquente e stragista mafioso da vivo, tale da morto.
Marchionne un uomo che non ha fatto del bene all’Italia, agli italiani, agli operai e all’industria italiana.
Non ha rispettato le leggi italiane e neanche le sentenze giudiziarie.
Ha preso tutto e ha lasciato i debiti all’Italia delocalizzando.
Licenziato senza pietà e il suo salario tra premi, bonus e retribuzione quattromila volte quello di un operaio specializzato.
Uno bravo per la Fiat e per se stesso senza alcun dubbio.
Embè?
Tutta questa celebrazione e lutto prima di morire?
Lo proponiamo santo?
Gli italiani sono popolo mancato e non hanno memoria.
I politici alla Renzi la coda di paglia.
I mezzi di comunicazione creare il caso.
Dispiace per l’uomo e lo ripeto, ma è stato socialmente e civilmente una brutta persona.
È appartenuto alla “razza padrona” si sarebbe detto un tempo e da non avvicinare per alcun motivo a uomini come Falk, Pirelli e gli stessi Agnelli.
La misura e la malattia e la morte non cancellano il vissuto.
Solo la vita.


Michele Cologna
San Severo, domenica 22 luglio 2018
19:04:22

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