venerdì 24 luglio 2020

“Disambiguazione”

“Disambiguazione”
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Da qualche giorno la parola mi stuzzica.
Bussa.
Vuole attenzione.
Ascolto.
E questa mattina, prima del risveglio, sempre più insistente, “la disambiguazione”.
Erano le 04.50 e giù dal letto.
Cosa vuole?
Perché questa insistenza?
Intervento su chi?
A togliere ambiguità a chi, a cosa?
Parola, frase, vita?
Sapere?
Ecco, è a costui che va applicata la disambiguazione.
Come penso lui, la quiete.
La parola trova riposo.
Io il tormento.
È vero, non essendoci verità, non c’è sapere.
Tutto il sapere non può stare che nella sua disambiguazione.
Sapere di non sapere.
Ma lo pratico e da anni, non capisco questa insistenza!
Come a scendere la scalinata che porta in cantina e fai l’occhio.
Non parto dai fondamenti.
Da una grammatica data, una sintassi e consecutio.
Fonemi e parole, categorie e concetti, sinapsi.
Non sono la tabula rasa e quindi la mia disambiguazione parte viziata.
Allora?
Scordare nell’accezione di togliere l’accordo e non solo dimenticare.
Partire nuovo e annullare, obliterare tutto.
Nudo, senza veste alcuna e confezionata, a significare il vivere nello scibile.
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Michele Cologna
San Severo, venerdì 24 luglio 2020
07:05:06

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Ieri ho scritto una poesia dal titolo “I pronomi e la verità, o de la morte”.
Non volevo pubblicarla per tanti motivi, uno preminente, “nega”.
Nega e la affido alla vostra lettura e l’intelligenza in separata nota.

https://www.facebook.com/michele.cologna/posts/10223010154513350

https://www.facebook.com/michele.cologna

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