giovedì 17 dicembre 2020

Velocità e Lentezza

Velocità e Lentezza
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La Velocità nella sua splendida progressione ammaliava.
Aveva unito il mondo e i Paesi, gli Stati, i Continenti, non erano che disegni tracciati sulle rotte.
Tutto, il tutto della Civiltà senza aggettivazione, si muoveva alla velocità del pensiero.
Americani, Europei, Asiatici, Africani … erano solo denominazioni.
Nel governo del Mondo non esistevano.
L’Azione il Pensiero.
E Finanza, Borse, Tecnica, Merci erano l’unica e vera Realtà dell’AZIONE.
L’Uomo Ente estinto.
E l’Entità dissolta in numeri costituiva il Problema.
L’intralcio alla Divina Progressione.
Le Guerre, la Fame, le Malattie, la Spoliazione decimavano, ma non risolvevano il Problema.
Necessitava un Nuovo Progetto e la Strategia.
Così l’Azione scoprì che solo la Promessa di Felicità avrebbe potuto chiudere il ciclo.
L’Uomo trovava la sua consistenza nel Lavoro e questo gli dava la possibilità di realizzare l’Amore del quale ne era portatore.
Dio, Famiglia, Prole, Civiltà, Socialità, Speranza.
Ma Tecnica per il tramite della sua applicazione, Robotizzazione … aveva chiuso ogni spazio di lavoro e gettato nella disperazione l’Uomo e il suo Amore.
Necessitava trovare qualcosa che legasse gli Scampati alla Promessa e non intralciassero l’Azione.
Assisterli deprivati dalla culla alla bara nell’illusione.
Il Benessere dà Felicità.
La Lentezza vituperata e abbandonata, dimenticata incominciò a muovere i primi passi.
Ella aveva gli stessi dell’Uomo Ente e nutriva l’Entità.
Ritornò a far sentire il suo peso.
Il Lavoro pian piano tornò nella Fatica.
E il sudore parlava di nuovo con la voce di Dio.
La Famiglia, la Prole a dare forma alla Civiltà.
Socialità e Speranza nelle gambe lente dell’Uomo.
Lentezza toglieva spazi a Velocità e Azione non si muoveva per sé in progressione, ma seguiva il Senso.
Fu così che Pensiero, Azione, Lavoro e Speranza tornarono all’Uomo che ora aveva compreso la Felicità.
Essa stava in Lui e nella sua Entità Amore che è Dio.
Ma era, è stato solo un incubo-sogno e i sogni muoiono all’alba.
Gli incubi no.
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©Michele Cologna
San Severo, sabato 17 dicembre 2016 - 07:57:27 –
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