domenica 13 dicembre 2020

Per la dipartita del caro Gilberto Fanfani

 

Per la dipartita del caro Gilberto Fanfani
 
 
Chi l’ha detto che l’amicizia virtuale, sia da meno a quella reale?
Chi?
Non ho dormito questa notte.
Meglio, tra la veglia e il sonno, c’era lui, Gilberto e non lo sognavo, forse ci parlavo e i suoi commenti.
Le sue intelligenti, ponderate osservazioni, i suoi scritti di storia e curiosità a volte ingenue, ma tanto piene d’erudizione antica e moderna.
Tanto è vero che ci scherzavo e gli dicevo che era una carretta che portava libri e non sarebbe mai stato un intellettuale.
Perché l’intellettuale è colui che ha letto pochi libri, ma dimostra di averli letti tutti.
Mentre l’erudito è colui che ha letto tutti i libri, ma nessuno se ne accorge.
Sì, lo ribadisco ancora ora che non ci sei più, amico mio!
Tu ne avevi letto e tanti, ma eri ingenuo nella tua semplicità bella.
Dicevo, sei stato con me e nel dormiveglia agitato ci siamo confermati nell’amicizia vera.
Ho scritto ieri sera, a tuo figlio Leandro, parole accorate alla lettura della tua:
“Mamma mia, che notizia!
Il cuore si spezza.
Sono stordito e mi fischiano le orecchie, una botta in testa.
Gilberto e ci siamo dati del fratello tante volte.
Anche quando abbiamo litigato e non siamo riusciti ad arrivare alla fine senza abbracciarci e scusarci.
Testimoniarci affetto.
Piango amico e fratello, piango.
A chi dirò ora “carretta che trasporta libri”?
I tuoi commenti alle mie?
Ancora qualche giorno fa ti ho taggato con la speranza di leggerti.
Gilberto, Gilberto caro!
Mi rifugio nel silenzio a piangerti.
Grazie della nostra che è stata fruttuosa e ora disperante.
Vale, Gilberto.
Riposa in pace, Fratello.
Sarai nelle mie preghiere.
Grazie Leandro, e le più sentite condoglianze a lei e tutti in famiglia colpiti dalla grave perdita.”
Poi, mi sono un po’ vergognato e non nei confronti tuoi che hai visto le mie lacrime, ma di chi leggeva.
Forse sono sembrato inopportuno ed esagerato.
Non volevo scrivere nulla in morte tua.
Una forma di rispetto nel silenzio.
Invece sbagliavo, tu mi hai regalato parole e pensieri splendidi.
Apprezzamenti e rampogne e io non debbo tacere.
No!
È onorarti dare voce a te che ora non ne hai se non nella memoria di chi ti ha amato, rispettato e nell’amicizia, condiviso e avversato.
Ho scritto e mi perdono, fallo anche tu, perdonami.
Amici per sempre, Gilberto.
Riposa in pace, Fratello d’Agape.
A tutti i tuoi di sangue, le mie più sentite condoglianze.
 
 
Michele Cologna
San Severo, giovedì 13 dicembre 2018
07:52:48
 
 
 
 

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