sabato 28 marzo 2020

E non era tempo di coronavirus


E non era tempo di coronavirus

Un amico.
Veramente amico acquisito perché di un altro mio più stretto.
Questi biascicava qualcosa quando la mano alzava al saluto dell’occasionale incontro.
Da lontano e con la mano una smorfia di sorriso.
Si passeggiava insieme e più di una volta.
Posi attenzione alla parola biascicata e mi sembrò di capire.
No, non era possibile.
Avevo ben sentito e chiesi, mi confermò sorridendo.
“Antonio, quando m’incontri non salutarmi, perché prima del tuo saluto, io già ti ho mandato a fare in culo.”
Sorrise divertito, io no, e applicai il proposito.
Il più delle volte evitandolo, fingendo di non vederlo.

***
Ottima difesa fingere di non vedere.
Largamente praticato.
Si dà il caso però, che la finzione è tollerabile una volta, due, tre.
Se si continua o si passa per tondi o per sfottenti.
Né l’uno, né l’altro.
Non saluti e basta.
A testa alta e faccia tosta.
Così ognuno dirà la sua, ma non te ne frega un accidenti.

***
È vero, siamo in tempo di coronavirus.
Le preoccupazioni.
Il dolore.
La paura per sé e quella che più scava, penetra, distrugge, dei propri cari.
Mille pensieri, perché anche punito e da morto sei letale per gli affetti.
Come Pietro devi rinnegare Gesù.
Ti sconvolge tutto e la vita sembra, sia diventata insopportabile.
Sia a pensarti morto tu, non sia mai i tuoi affetti e ti manca l’aria.

***
Gli immunologi ci avvertono, “Un sistema immunitario stressato, è più vulnerabile al virus”.
Dobbiamo fare vita come sempre e in più come i bambini allenare la fantasia.
Uscire fuori dal reale e nell’immaginifico operare.
Passi in rassegna le foto: dei miei nipoti e figli, genitori e cari che non ci sono più e li sorridi, ci parli.
Fai ragionamenti e ti viene da pensare, “beati loro, sono andati via tra gli affetti e la mano nella mano del congiunto”.
Le lacrime che sanano, anche chi sta per lasciarci.
Stava per lasciare il mondo, mio nonno Michele.
Tutti i figli intorno, li guardò e chiese di Leonardo mio padre.
Ammutoliti e il coraggio dell’intelligenza di mia zia Soccorsa che gli sussurrò, “Papà, Leonardo lo trovi già dove stai andando”.
Scese la lacrima e bagnò il Padre.
Girò la testa nonno Michele e se ne andò.
Chissà con quale speranza!
Nessuno lo saprà mai, ma possiamo fantasticare.

***
Continuo a scrivere è il mio modo di vivere.
Non alzo la mano al saluto e biascico parola.
La finzione non mi abita e non ignoro nessuno.
Rispondo al saluto di tutti.
A chi finge di non vedermi anche …
Il coronavirus ci vieta nei gesti, contatti fisici, non nella voce.
L’unica che ci resta e copre distanze.
Per non essere inopportuno coinvolgerò solo i miei cari e ogni scritto sarà solo a loro saluto.
Ma mai maleducato io con nessuno.
Grazie, grazie, grazie e a tutti, attenzione.
Rispettiamo rigorosamente i suggerimenti di coloro che sanno più di noi.
I competenti.
Un pensiero che stringe il cuore a chi è andato via.
Di più ai sanitari e tutti coloro che in prima fila tentano l’argine.
Noi ci affidiamo e fidiamo.

Michele Cologna
San Severo, sabato 28 marzo 2020
08:30:42

Ps
La foto con la mia nipotina è un po’ datata.
È del Natale 2010 e Monica è signorina e quest’anno fa la Maturità.
Io sono di dieci anni più vecchio.
Quei pollici alzati, il mio e il suo, sono beneauguranti dicono a tutti “ce la faremo”.
Mi sembra calzante e opportuna.
Grazie.




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