lunedì 24 dicembre 2012

Ho visto


Ho visto
 

 


Ho governato stalle e pascolato greggi.
Arato campi e raccolto frutti.
Giovenche in amore e nascituri accudito.
Gravide madri, e muggiti e ragli.
Grugniti.
Nitriti belati al cielo: gocce di gelo.
Dolori e gioie, pianti di latte e molto sangue.
Lettiere calde di sterco, benefico e con il calore l’afrore.
Ho strigliato.
Mattine acide d’indigesto silenzio e le notti.
Sogni sottratti a veglie di occhi mancati.
Assenze.
Giorni lubrici consegnati al nulla, pieni di niente e mani.
Mani che stringevano dita e intrecciavano amore in pudichi sguardi.
Vite prestate alla fatica, e la riconoscenza.
Grascia o penuria, il desco sempre baciato, inno alla grazia.
Ogni cosa il nome e l’anima, e nella storia transitava.
Tanto io ho visto, e ora cerco.
Ma andati gli occhi e di pianto più vedono. 

 

Michele Cologna

(San Severo, domenica 23 dicembre 2012)


 
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/ho-visto/10151307556997480?comment_id=24663387

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=331358640311082&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=1809419

la strada


la strada
 

 

taglia le lacrime il freddo e
gelido il vento alleggerisce
i passi
campeggia la strada il sole
e restituisce a la gioia
il silenzio
egli
- informando di sé il senso -
nello stormire de gli olivi
le foglie muove a la preghiera
argentee
e in lui la vita s’accende
mentre cuore e mente inchinano
al signore de le cose il capo
 
è giubilo




michele cologna

(san severo giovedì 20 dicembre 2012)

 

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/la-strada/10151300519237480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=329015460545400&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater

mercoledì 12 dicembre 2012

10 dicembre 2012, 20 novembre 1815


10 dicembre 2012, 20 novembre 1815

 

 

Il 10 dicembre del 2012, assurgerà a data ideale, a simbolo come quella del 20 novembre 1815?

Il Trattato di Parigi del 20 novembre 1815, integrava il primo denominato della “Santa Alleanza” e delineando i nuovi confini geografici degli Stati d’Europa, si impegnava a difendere con la guerra la pace del nuovo assetto, mentre, in verità, sanciva definitivamente la restaurazione e il ritorno all’ordine delle case regnanti.

Il Nobel per la Pace consegnato all’Unione Europea il 10 dicembre 2012, dato per l’impegno degli Stati d’Europa al mantenimento della pace e alla sconfitta permanente della guerra, in verità sancisce la vittoria del Potere Finanziario nella guerra operata contro il Potere della Politica e la sua Rappresentanza, e la perdita definitiva del Diritto Positivo.

L’Europa, patria del Diritto, ha piegato il diritto alla fede del Dio Denaro e ha consegnato la Verità Unica alla dottrina del potere finanziario.

È pace quella imposta alla Grecia, all’Irlanda, alla Spagna, all’Italia, ora alla Francia e poi altri a salire?

Il taglio senza pietà delle politiche di welfare state, l’abbattimento come spreco insopportabile di ogni parvenza dello stato sociale è pace o guerra?

È pace togliere a chi ha lavorato una vita, le aspettative di una vecchiaia dignitosa?

Ai malati la possibilità di guarire?

In un solo colpo, con l’entrata dell’euro, dimezzare gli stipendi, le pensioni, i salari di tutti coloro che non hanno possibilità autonoma di adeguare i propri redditi, è pace?

È pace togliere ai popoli la speranza di futuro?

Potremmo continuare e la lista sarebbe interminabile!

La guerra si fa solo con le armi?

Quale pace?

Non è forse una guerra mascherata e subdola, quella che si sta combattendo in Europa?

I senza voce, i popoli non hanno voce e i manganelli dell’ordine nuovo sono lì a fare rispettare la “pace”.

Sarà vittoria effimera come quella della Santa Alleanza?

Non lo sappiamo, ma la lettura è inconfutabile.

Tutti i sacerdoti a celebrarne il rito!

Molti fedeli abbindolati, truffati e contenti.

È il “migliore dei mondi possibili”?

Sì, è il migliore dei mondi possibili!

Potere finanziario, potere economico, potere politico, potere mediatico tutti d’accordo.

Trascurabili le proteste, sono comunisti e appartenenti a un mondo tramontato, sconfitto dalla storia.

Il lavoro, la salute, il bene pubblico residui, sfridi, cascame di una vecchia idea che aveva come riferimento l’uomo.

Ora il consumo e l’onnipotenza, il toccasana.

I diritti hanno trasferito l’azione nel denaro e il consumo.

Chi li possiede è detentore di diritto!

Sto scoprendo qualcosa di nuovo?

Assolutamente no!

Ma siamo abituati a camminare nudi, e ci raccontiamo la bellezza degli abiti che indossiamo.

Altra ragione di questo scritto è la domanda che vorrei poter porre a tutti i partiti, i politici, gli intellettuali e a Eugenio Scalfari in particolare, avendo egli molte volte scritto sull’argomento, preoccupandosi e vigilando.

Siamo ancora nella Modernità o ne siamo usciti?

La Modernità entra nella storia con l’illuminismo e il Diritto Positivo come dio inconfutabile, certo, incontrovertibile dell’uomo.

È morto questo dio?

Nessuna risposta mi verrà data mai, lo so!

Mi rispondo da solo, sì è morto!

Risorgerà?!

Il Dio dei fedeli in Cristo l’ha fatto, così si dice!

Risorgerà anche quello del diritto degli uomini?

 

Michele Cologna

(San Severo, martedì 11 dicembre 2012)

 

Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati
 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/10-dicembre-2012-20-novembre-1815/10151286267822480?comment_id=24526390

sabato 8 dicembre 2012

lacrime


lacrime 

 

 
parole di sale
lì in punta stanno e
l’affaccio inibito
ne vieta il consumo

aghi leggeri
finissimi cristalli penetrano e
puntellano
ora ne la levità la carne
di diafana aporia

no aseità
ha in sé senso e
compendio d’andato sentire
occultata
nutre speranza di figli

sfiora la mano i limiti
e ne l’evanescenza
consuma il tatto
abrasione d’amore

 

 
michele cologna

(san severo 06/12/2012 07:02:13)


 
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/lacrime/10151280141722480?comment_id=24478241

 

 

lunedì 19 novembre 2012

per assenza il tempo


per assenza il tempo




e de gli anni spaventa
il fanciullo egli
quello che fu e più non è
e non si conosce
se non al riverbero andato
già vecchio
e ne i sogni rappresi d’insistiti voli
anche ora freschi
segna il confine la sponda
lacrimata carne

le sfugge per assenza il tempo
e nel rito dei giorni
affoga sconfitto guerriero




michele cologna

(san severo 16/11/2012 09:17)


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


http://www.facebook.com/notes/michele-pietramontecorvino-cologna/per-assenza-il-tempo/167959923346078

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/per-assenza-il-tempo/10151250746622480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=312188815561398&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater


domenica 28 ottobre 2012

Era di domenica...


Era anche di domenica, papà.
L’ultima tua, domenica 28 ottobre 1962.
Mamma era a messa nella Cattedrale inginocchiata e durante la celebrazione, entrò con violenza in Chiesa una pietra, non vista da chi scagliata, e la colpi al perone lasciandola tramortita.
In quello stesso momento tu in campagna con il tuo cubetto di pillole tra le mani ti consegnavi al Signore, Dio del Nulla.
Più volte ricostruimmo gli orari con mamma e la tua morte coincideva con il lancio di quel sasso da mano sconosciuta.
Io fui testimone dell’immediatamente prima e dell’immediato dopo tuo.
Non mi è stata concessa la possibilità di raccogliere il tuo ultimo respiro.
Se ti avessi trattenuto, come il mio cuore mi suggeriva, forse avrei raccolto e baciato l’ultimo tuo.
Quanto eri bello, papà.
Anche morto eri maestoso e giganteggiavi.
Sì, ce lo siamo detto tante volte in questi cinquant’anni!
Sembra incredibile, sono trascorsi tanti anni e quel ragazzo ora è vecchio, ma l’amore è identico.
Sto sorridendo, padre mio.
Ti supero in età di quasi dieci anni e vorrei avere quella carezza che non mi hai mai fatto.
Non mi hai dato, e lacrime d’amore ora scorrono le mie imbiancate gote.
Una vita è il nostro amore è saldo come non mai.
Metà secolo e sei vivo e presente in me, senza aver mai cessato di esserci.
Quanta gioia e pacata serenità e ora mentre ti scrivo la commozione.
Quanto avrei voluto che tu conoscessi i tuoi nipoti Stefania, Leonardo, Barbara e Pamela.
Ti adorano, papà.
Conoscono ogni cosa di te perché gliene ho sempre parlato e anche Monica e Riccardo, stanno imparando ad amarti.
Non finirà la tua esistenza con la mia, padre mio.
No!, noi esisteremo in morte nella loro memoria e daremo loro quanto tu hai dato a me.
È inimmaginabile!
Solo quattordici di esistenza in vita, hanno sostenuto e arricchito cinquant’anni di esistenza in morte e continuano.
È stato ed è bello amarti, padre mio.
Vale papà.


Michele Cologna

(San Severo, sabato 27 ottobre 2012)

 https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4684671325796&set=a.1495850607271.2065981.1564278918&type=1&theater




domenica 21 ottobre 2012

E scesi...


E scesi…

 

 

 

 

E scesi l’inferno.

Non aveva esso luoghi non luoghi e paure da vivere.

Era luminoso e si sostava ognuno come piaceva.

Si gioiva di sé, ci si piaceva e ridevano.

Ridevano, ridevano, ridevano…

Bocche larghe e aperte a effluvi di fiati insonori, emettevano voci.

Rumoreggiavano olezzi e nutrivano sensi.

Ostentava l’orfano la malattia e custodiva l’angelo della vanità.

Un vociare di dio si diffondeva confondendo e aizzava i cuori.

Preghiere di bocche non asperse indugiavano nel bacio di labbra vogliose.

Volteggiavano indefiniti suoni e sembravano parole.

Fermava il tempo l’ascolto afono e assordante martellava gli orecchi.

Tripudio consumava gioie vuote di pathos e danze s’accodavano ad abusati riti.

Era vita dedita all’istante e il riso…

Bianco di denti aguzzi affondava il morso e la carne gioiva.

Feromoni di vergini puerpere impinguavano di desiderio il piacere e gemendo latravano cagne.

Tentai la fuga, e impietrito stazionai lo spavento.

Ero nello sguardo abbagliato dalla luce.

 

 

 

Michele Cologna

 

(San Severo, domenica 21 ottobre 2012)

 

 

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=300499386730341&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=619643

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/e-scesi/10151209311802480

domenica 14 ottobre 2012

metamorfosi


metamorfosi




lavora la materia il tempo
e corrode

così

piegando volontà già piagate
usura
e
sottraendo da la vis la forza
destruttura

ora

abito di forme privo su le cose
poggia
e
la misura mai conosciuta in sé
considera

altro

la dimensione di carattere priva
scopre




michele cologna

(san severo sabato 13 ottobre 2012)


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/metamorfosi/10151197572267480/

https://www.facebook.com/michele.cologna




mercoledì 10 ottobre 2012

occhi di luna


occhi di luna




la luna lacrima la sera
e bagna
i suoi occhi lo sguardo
irrorano

e

la bambina a sé tiene
il tempo in
sbarre di culla che mani
non mollano

e

imprigionando l’attimo
per sempre lei
legano al momento
impronta

la madre che lascia




michele cologna

(san severo 31/07/2012 20:39:07)



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/occhi-di-luna/10151187406282480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=294855530628060&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater


domenica 30 settembre 2012

Camminando l'alba...


Camminando l’alba…




Poggia su la notte il giorno,
e - coprendoli di luce - loro
toglie il respiro. In affanno
rifugiano tra le brume essi,

e nei primordi, reminiscenze
d’alcun fiato, buio e silenzio
piangono lei, perduta quiete.
E a l’incedere suo, le lacrime

ora tremolanti perle, ardono
seccando. Luce scalda e voci
di rumorosi moti espandono
l’aria, mentre ancora resiste

di notturni resti il cuscino che
al sole pian piano soccombe,
assottigliando. Così io questa
mattina, camminando l’alba:

tanto vedo, e penso lei vicina.
Sento de le tenebre e la pace
il dolore e il lutto consumo in
salati lai, riversandone fiumi.



Michele Cologna

(San Severo, martedì 25 settembre 2012)



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


 https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/camminando-lalba/10151177511712480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=291986994248247&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=575487


martedì 25 settembre 2012

Ho molto vissuto


Ho molto vissuto



Ho molto vissuto perché ho molto pensato.
Nessuna forma di pensiero e vita mi è ignara.
Ogni percorso egli ha camminato e ne porta le impronte.
Segni che, nel perenne movimento, non trovano requie.
Libreria che va a fuoco!
Arde e mai consuma, e l’amanuense folle riscrive.
Non c’è amore che non abbia amato, odio non sentito.
Vita incontrata e non vissuta.
Delitto non consumato e gli spasmi.
Il dolore.
Morte non assistita... e tutto l’orrore.
Il peso, zavorra che trascina.
Abissi.
Pieno di vuoti attraversati, sostati.
Nessuna clemenza e la stanchezza.
Viandante alla fine e alcun riposo.


Michele Cologna

(San Severo, venerdì 21 settembre 2012)


Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/ho-molto-vissuto/10151168074037480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=289404827839797&set=at.135808669866081.27723.106342472812701.1564278918&type=1&theater



mercoledì 19 settembre 2012

Ci sono cose


Ci sono cose




Ci sono cose, pensieri.
Ricordi: azioni, gesti, accadimenti… gioie.
Bruciano, e la cicatrice non sfiori.
Insopportabili gravi.
Frustate in pieno viso.
Pensieri preceduti dall’inferno e il fuoco, ancora non avvicinano e scioglie.
Affacciano nello spettro di sé l’incubo.
Materializzano l’annichilimento.
Cede il pensiero e fugge, e allontanandosi, nell’assenza vede le forme e spaura.
Smarrisci e ti separi, osservi.
Nella lucida follia noti della miseria la grandezza, e sai che è la condizione.
E ci son cose, e ancora.
Sempre.


Michele Cologna

(San Severo, lunedì 17 settembre 2012)



Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=287482744698672&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=554096

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/ci-sono-cose/10151160506647480



domenica 16 settembre 2012

Arriva un tempo

Arriva un tempo



Arriva un tempo e non abbiamo più spazio.
Egli è pieno e rifiuta nuovi ingressi.
Quasi di dolore colmo teme il giovane e chiude.
Anche quello antico irreggimentato, marcia lungo sentieri già percorsi e scorrendo, non alimenta il nuovo.
Può darsi che sia solo impressione, viva sensazione fisica per difendersi da se stessi: come sistema immunitario non più attento.
Più vigile infaticabile per non autodistruggersi.
Forse.
Questa condizione estrania da sé, però, e ci si sente altro.
Indurita roccia.
Non nella propria pelle che sempre s’è modellata sulle sofferenze altrui, prendendone forma e pure sostanza.
Ora abbassati gli scuri, egli, allineati, passa in rassegna i suoi e, capocarico folle, non tiene della consegna la conta.


Michele Cologna

(San Severo, 12 settembre 2012)

Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati





https://www.facebook.com/photo.php?fbid=285916654855281&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/arriva-un-tempo/10151153420012480


mercoledì 12 settembre 2012

essenze


essenze




latte
la carne sinuosa scendeva
e rosa ne le forme
avite…
giù a valle
a l’ansa portava
e
tratteggiando la via
in scoscese disegnate pareti
sé sfumava
e
prodiga nei colori
di purpurea voluttà
essenze d’imbevuta bellezza
spandeva



michele cologna

(san severo 1 settembre 2012)



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/essenze/10151146723732480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=284309438349336&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater




lunedì 13 agosto 2012

orfano

orfano




semi egli sparse e
al campo di fatiche
colmo e dolori tanti
- ancestrale gesto –
a spaglio diede sé

rinnegando il rigo

a germogli liberi e
di pregiato frutto
più che a uberrime
messi il contadino
volgeva l’occhio e

spighe d’oro colse

languono ora…
di sterile vita l’uno per
omesse cure
d’assenze motivate
e ancora più gravose

l’altro d’amore orfano




michele cologna

(san severo 12 agosto 2012)



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





sabato 14 luglio 2012

lei

lei










ti porto e

nei passi non lasci

presa

aguzzi essi lacerano

artigliando l’anima

mentre

ella pascola il tempo

e in sé

lacera le carni

che di dolore pazzo

assistono straziate

al figlio morto

lutto di un passato

che stagna

lei di presente senza









michele cologna



(san severo 11 luglio 2012)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/photo.php?fbid=264824346964512&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=427754
 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/lei/10151027969687480
 

lunedì 9 luglio 2012

Tempo breve

Tempo breve










Il mio tempo breve è troppo lungo per le mie esili forze.

Dilatano e non trovano argini le mie ferite.

Stanche le mie mani non trovano la fermezza per scrivere fine.

Sciolgo in un lago di sudore che è promessa di morte.

E non arriva.

Riposare la mia vita che ho molto amato, pur non essendomi mai piaciuta.

Custode non accorto dei propri beni.

Imprenditore folle che ha investito negli affetti e si è dissipato.

Sciolto.

Esule rinnegato del sé profuso.

Piangi senza lacrime e silenzio accoglie il silenzio.

Tempo scaduto che non cede il passo.

Sentire senza ascolto.

Amare d’amore privo.

Riempire d’assenze il vuoto.

Piegare i ginocchi alla terra.

Nel velo della notte regredire.

Chiudo gli occhi alla luce stanco.

È tempo di riposo.









Michele Cologna



(San Severo, sabato 7 luglio 2012)









Copyright 2012 Michele Cologna

tutti i diritti riservati



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/tempo-breve/10151017723562480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=263049253808688&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater
 

venerdì 6 luglio 2012

il fiore

il fiore










ne la sua fiero

- ornata bellezza -

immobili si stagliavano

de gli orli i tratti

e

ne i suoi odorosi

schiusi petali

racchiudeva divina

de gli dei colei

che a ogni struscio

l’aria di sé

e…

profumava il tempo









michele cologna



(san severo 04/07/2012 18.18.35)





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.







https://www.facebook.com/photo.php?fbid=261537653959848&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater
 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/il-fiore/10151007503307480
 

mercoledì 4 luglio 2012

il vuoto

il vuoto










e precipiti...



in esso d’infiniti colmo

i minori

ridda di pieni

presenze d’assenti

mancati per avere

e - ancor più -

per il non potere

cose affacciano ella

di sparute bellezze

e pianti lasciati

imperizia del caso

e scivola senza freni

necessità d’amore

ora lacrime intonse

turbe di consumati lai









michele cologna



(san severo 19/06/2012 7.02.46)





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/il-vuoto/10150974770227480
 

sabato 16 giugno 2012

Il Ciclo

Il Ciclo




Tu, che ora t’alzi e mi ferisci gli occhi, dimmi, della tua luce che mi porta il giorno, io cosa me ne faccio?
Non ho amori e cure cui splendore arrechi del tuo il mio.
È solo egli, e spande e dissipa, e alcun ritorno alimenta della pena alleviandola, il corso.
Trascinerà le ore e stanco di presenze assenti, aspetterà lei che nell’indistinto, rifugio de l’incerto, porterà le attese, e nello scuro affogherà le ombre.
E il ciclo alimenta di sé il tempo che vive questi e ignaro consumerà l’inganno.
Ora questo, io sento di dire a te.
E tu?
Perché implacabile picchi e le mie infiammi?
C’è un motivo a me sconosciuto?
Che t’abbia io mancato onori e grazie?
Sempre del tuo incanto ho onorato il tuo!
Di te ho alimentato il sentire e l’amore ho sparso.
Nulla mi torna, e credo ch’abbia io mancato!
In cosa non saprei.
Ho dato a mani ampie diffondendo, ciò che m’è stato negato.
Amato come nessuno e mi sono sparso, dissipato.
Disperso e più mi contengo.
Otre sfiancato troppa acqua ha trasportato e ora perde lacrime da tutti i pori.
Chiudi la luce sui miei occhi stanchi e risparmia allo sguardo offeso l’onta.
Per pietà, egli non merita.


Michele Cologna

(San Severo, giovedì 14 giugno 2012)


Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/il-ciclo/10150963759292480/

https://www.facebook.com/michele.cologna

mercoledì 13 giugno 2012

delirio

delirio










e il dì de la tua pesante

con sé addurrà l’assenza

nessuna gioia toccherà

e il giorno d’ella ferito

già le tenebre attende



uno solo no l’abbandona

il pensiero e il travaglio

ne la notte di te grave

mutilazione con sé porta

risveglio al martirio



il respiro si conduce

e… assai lo strazio



ragione non tiene bordo

e il cammino sé disperde

tristo l’ascolto di pietà

non nutre mentre ch’egli

il dono germoglia…

e

d’amore senza fine ama

lei gioia e sofferenza

delirio dei tempi – tutti









michele cologna



(san severo sabato 9 giugno 2012)





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/delirio/10150954350507480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=248225121957768&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater

giovedì 7 giugno 2012

l’eco…

l’eco…










svettano commossi

e dei veli ancor agitano

asciugate lacrime



de il nostro la notte

ha squarciato il buio

e l’eco di sé la piana

coprendo e i monti



salendo ha prodotto

d’amore lontano

lo strazio e il pianto



privo il mattino di te

in sé adduce dolce

il sonno e de il fiore

tuo l’ansia nei petali



schiusi il profumo









michele cologna



(san severo, martedì 5 giugno 2012)





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/leco/10150945652417480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=246003418846605&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&theater
 

martedì 29 maggio 2012

Limiti

E cammino limiti.


Terra di nessuno e l’estraneazione, pesante mio vessillo, duole.

È dolore d’assenza di me da me.

Emblema di nulla.

Insopportabile fardello di leggerezza.

Traduzione d’inconsistenza che mozza il fiato.

Aporia che non trova sintesi.

In rivoli d’asciugate lacrime mi perdo…

E fatiche di passi antichi mi percuotono.

Sudate carni mi trascinano e ne reggo ne l’innocenza la perversione.

Ammalato di vita che non sento e non è la mia.

Parole di silenzio.

M’investono ed è destino non mio.

Ci gioca e mi schernisce, dilania i giorni.





Michele Cologna



(San Severo, domenica 27 maggio 2012)



Copyright 2012 Michele Cologna

tutti i diritti riservati





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/limiti/10150921301227480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=239945932785687&set=at.135808669866081.27723.106342472812701.1564278918&type=1&theater
 
 

venerdì 25 maggio 2012

il distacco

il distacco










ne l’attesa tormento

ha vissuto giorni

e d’ansia e desiderio

struggenti i palpiti

sorretto il governo



poi l’andata e

meraviglia e giubilo

gioia…

pascoli

- armenti di cielo -

paradisiaca essenza

e profumi…

in bivacco dio e

la vita

fausta di dei sorretta

e bellezza



il distacco e il vuoto

segue… mai colmo

soffoca e di sé

riempie senza meta

il tempo









michele cologna



(san severo mercoledì 22 maggio 2012)





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=237823612997919&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=342597
 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/il-distacco/10150913307822480

sabato 12 maggio 2012

presso

presso










a la veranda presso

disperde di sé l’occhio

lo sguardo e muto

dentro l’assenza

naviga l’incompreso



tutto è lì come ogni

e non torna il noto

sfuma e dell’incerto

percorre i sentieri e

sfiorando limiti

senso d’alcun governo

mai penetra e assorbe

l’ignaro sospeso destino

in attesa… e

ne comprende il corso



fesso è del ritorno

il cammino e ferisce

ancor più il grave

inutile zavorra

di possibile lieve fato









michele cologna



(san severo, 12 maggio 2012)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/photo.php?fbid=230586483721632&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1
 
https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/presso/10150880508262480
 

domenica 6 maggio 2012

Tutte le “cose” finite...

Tutte le “cose” finite - ciò che ha storia - nel finito trovano il riscatto del senso.


Siano esse in immagini e peso e grandezze le più diverse, ma il tendere è destino, aspirazione, condizione…

Il Nulla.

Nulla preesisteva, era e nulla resterà.

Sarà.

Questo finito che è l’universo, partito da un’esplosione che è vita, nella fine della corsa che è morte, troverà con la fine il senso che sempre risiede nel non senso.

Nessun finito ha senso in sé, se non nella finitezza.

È il destino delle cose effimere, e il tempo in proporzione alla grandezza è attimo.

Sempre!

La luce è velocità infinitamente piccola e non è misura dell’attimo dell’universo.

Il tumore della materia, l’uomo, per il solo fatto d’essersi compreso, ha ridotto il tutto alle sue dimensioni.

Mosca cocchiera che ara il campo.





Michele Cologna



(San Severo, domenica 6 maggio 2012)





Copyright 2012 Michele Cologna

tutti i diritti riservati



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=227059360741011&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/tutte-le-cose-finite/10150825314227480


venerdì 4 maggio 2012

Un episodio

Un episodio *








L’area che tira è quella della smobilitazione.

Non si sa cosa fare e si aspettano ordini.

La maggior parte se non tutti, pensano la medesima cosa: darsela a gambe.

Antonio sa che mentre lui sta lì in attesa, la mamma lotta per la sopravvivenza sua, del marito invalido, della sorella Maria e del fratello piccolino Diodato.

Non può perdere questa occasione e nella notte furtivo s’allontana senza che nessuno se ne accorga.

Dopo alcune ore di fuga incomincia ad albeggiare e deve trovare un posto dove nascondersi.

A quel punto s’accorge che lo segue il suo commilitone Gennarino.

La prima reazione è quella di sgozzarlo, ma potrebbe essere stato seguito da altri e si trattiene.

Egli è pratico di monti e boschi e trova riparo e rifugio senza molte difficoltà.

Gennaro cerca di spiegare e giustificarsi, ma Antonio non proferisce parola.

Camminano più notti, nutrendosi di ciò che la natura offre.

Né di giorno, né di notte gli aerei sono mai fermi e il rumore dei bombardamenti quando più vicini, a volte più lontani, sono incessanti.

Hanno attraversato boschi e monti.

Ora hanno davanti colline e piccole pianure e il rischio è più grande.

Gennarino riesce a raccogliere notizie: i fascisti della Repubblica Sociale Italiana e le truppe tedesche non perdonavano.

Passavano per le armi immediatamente disertori o tutti coloro che potevano sembrare tali, e tanto di più i partigiani, in quei posti particolarmente attivi.

Era più prudente fermarsi in montagna e stare attenti a non farsi scoprire, oppure cercare agganci partigiani.

Antonio, anarchico per formazione, seppure non proprio istruito, semianalfabeta, diffidava di tutti.

Poi la guerra non era sua!

La sua guerra era la mamma, il padre e i fratelli dei quali pur non sapendo più nulla, sapeva che senza di lui sarebbero morti di fame e stenti.

Non seguì Gennarino e si tenne nascosto nel bosco.

Dopo qualche giorno lo trovò che andava alla sua ricerca.

Sorprendendolo, seppe che poteva seguirlo: una fattoria lì vicino, li dava da mangiare, bere e rifugio in cambio di lavoro.

Antonio era un uomo molto forte e astuto, oltre ad essere eccellente pastore e bovaro di grande qualità.

La notte raggiunsero il posto e dopo le parole e il cibo, i due vennero sistemati nel forno che restava staccato dal fabbricato e eventualmente scoperti, si poteva sempre affermare che i proprietari non ne sapevano niente.

La sistemazione sembrava funzionare e Antonio e Gennarino ebbero modo addirittura d’inviare loro notizie ai familiari.

Stavano nel forno la notte, quando sentirono spari e urla.

Gennarino si tirò fuori dal nascondiglio e immediatamente si trovò l’arma tedesca puntata al viso.

Grande risata e anche Antonio venne tirato fuori.

Legati compresero che i tedeschi li avrebbero rimessi lì dove stavano e per farli stare al caldo, avrebbero dato il fuoco necessario a cuocerli.

Alticci se non ubriachi, tra il fragore delle risate incominciarono a caricare di paglia e legna il forno.

Il terrore di Gennarino che piangeva e invocava San Gennaro e la fredda impassibilità di Antonio facevano da sfondo alla scena.

Perché dovevano caricare loro il forno quando potevano i morituri?

Vennero slegati e sotto la minaccia delle armi costretti a preparare il rogo del loro sacrificio.

Il divertimento del tedesco che aveva in custodia Antonio era alle stelle e la sua imperturbabilità lo eccitava.

All’improvviso spari e comandi secchi fecero correre i tedeschi verso la fattoria.

Resto lì con Gennarino e Antonio il solo vigilante di quest’ultimo, e facendoli stendere a terra a pancia in giù, e con le mani dietro la nuca, si mise alle loro spalle.

Durò un bel poco la sparatoria e poi le voci italiane.

I partigiani avevano vinto lo scontro, ma i tedeschi avevano massacrato i proprietari della fattoria e alcuni lavoranti.

Si sentirono le voci dei partigiani che si dicevano d’andare via prima che gli spari attirassero altri soldati tedeschi.

Gennarino stava per muoversi e forse chiedere aiuto, quando con mossa fulminea, venne bloccato da Antonio che in contemporanea aveva già sotto di sé il tedesco.

Allorquando tutto tacque, Antonio disse a Gennarino di uscire fuori.

Il comando non ammetteva repliche e Gennarino ubbidì.

Antonio, uomo molto pratico nello scannare i maiali, con un colpo solo tagliò la gola al tedesco e ne bevve il sangue.

Quando alzò gli occhi, Gennarino era impietrito e preso dal panico si mise a correre.

Con un salto di felino eccitato dal sangue, Antonio l’agguantò e per un pelo dominò il pensiero.

Si fece promettere che mai ne avrebbe fatto menzione con qualcuno e si avviarono.

La loro discesa verso casa fu lunga, ma solo Antonio vi tornò.

Gennarino, che era solito gridare all’affaccio del pericolo “Oh San Gennaro mio!” e subito dopo lo scampato pericolo “E cagami il fischietto!”, quella volta fece in tempo solo a pronunciare la prima parte, la seconda restò soffocata nel vento.







Michele Cologna



(San Severo, giovedì 3 maggio 2012)





Copyright 2012 Michele Cologna

tutti i diritti riservati



*Piccola nota.

Stamattina parlando a telefono con una persona, mi trovai a dire “L’avrei scannato e bevuto il sangue”.

Un pensiero che non m’ha mai attraversato la mente, eppure mi sembravano conosciute le parole.

Andai con il pensiero lontano, negli anni bambino e ho ricordato.

Ho messo insieme spezzoni di cose ascoltate e maggiormente origliate, nella convinzione che il bambino non comprende.

Questo è l’episodio ed è storia vera.



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/un-episodio/10150816973492480

giovedì 3 maggio 2012

Si può...

Si può essere stanchi di fatica, come di giochi o altro.


Di vita molte volte!

Ogni stanchezza ha una motivazione che la rende agli occhi del sofferente e di coloro che su di lui posano l’interesse, accettabile, comprensibile, addirittura condivisibile.

La mia stanchezza quasi mai ha queste caratteristiche e origine umana.

Non sono stanco di fatica, di vita, di anni.

No!

La mia stanchezza non è individuabile nel vivere.

A volte l’ho definita metafisica.

Ma questa affermazione nel tutto manca di qualcosa.

In quel qualcosa sta la mia.

Sono servo d’un tiranno che non mi lascia per un solo istante.

Mi sconvolge, opprimendomi.

Non mi lascia neanche durante il sonno.

Nessuna tregua.

Giorni, mesi e anni.

Anni dopo anni e mai, mai ha smesso di tormentarmi.

Usa il mio pensiero come scettro e condanna.

Alieno che mi divora le carni e il vivere.

Non cerca, non vuole, non ordina.

Avvolge, avviluppa.

Inquieta.

Inquietudine come paradigma.

Modo di declinare la vita.

Vita che non senti.

Stanchezza di non sentire la vita, la mia.







San severo, martedì 1 maggio 2012



Copyright 2012 Michele Cologna

tutti i diritti riservati





https://www.facebook.com/photo.php?fbid=223746951072252&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1
 

sabato 28 aprile 2012

Sempre…

Sempre…










A volte capita e non ci pensiamo.

Ci rifiutiamo di comprendere.

Mettiamo freno all’intelligenza critica.

Lasciamo che il tempo lavori per noi, pur consapevoli che esso è rullo che quando passa distrugge e cancella.

Annienta.

E così ci mangiamo i giorni e la bellezza in potenza.

Tradiamo l’atto che dell’uomo è l’opera.

Nell’incompiuto anneghiamo l’ignavia.

Portare a termine qualcosa è gioia, dolore, pena e altro e altro ancora.

È vita, però, e noi non sappiamo viverla.

Consumiamo in miserie ciò che poteva essere, e - con stupida alzata di spalle - sotterriamo in vita la vita.

Questa mattina sento tutto il dolore delle cose mancate.

Non fatte, incompiute.

Del perduto il lutto.

Urla di vita.

Voci.

Quelle di ciò che poteva essere e non è stato e di me disattento ascoltatore, il frastuono.

Della consuetudine la pervicacia.

Il peso del coraggio assente e l’abbandono.

Perdono, mia vita!

A te, che in essa ho mancato.

I miei aborti.

Progetti annegati in culla.

Seminato di nulla.









Michele Cologna



(San Severo, sabato 28 aprile 2012)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/sempre/10150779211477480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=221174177996196&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=221173124662968&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1
 

martedì 17 aprile 2012

Pensiero Unico

Pensiero Unico








A mia madre…

Dedico questo scritto a lei.

Oggi compie 18 anni la sua esistenza in morte.









Ci si sforza tanto per definire un regime e si sprecano parole.

Tante.

Un regime è la trasposizione nell’azione del governo degli uomini e delle cose del “pensiero unico”.

Questo può essere esercitato con la forza, oppure con il sistema dell’informazione unica.

L’occidente “democratico”, con l’informazione unica!

Una famiglia è governata da un padre, e questi contempla nelle sue decisioni le esigenze, i desideri, le volontà di tutti i componenti della sua sempreché non siano alternative al suo pensiero.

Una famiglia è governata da un padre, e questi applica il suo solo pensiero ignorando qualsiasi richiesta, posizione, o ragionevolezza.

Siamo sotto regime in entrambi i casi: nel primo, regime autoritario a pensiero umico paternalistico; nel secondo, regime autoritario a pensiero unico senza alcuna qualificazione: la tirannia.

Riflettete su queste due affermazioni.

Notate come il governo degli stati risponde alle caratteristiche del primo, il governo del pianeta alle caratteristiche del secondo.

Domina il Pensiero Unico della Finanza.

Il denaro come Dio assoluto e i sacerdoti d’esso gli unici portatori di verità e custodi della fede.

L’Europa, l’America, gli Stati tutti, i Popoli, sotto la tutela feticistica e paternalistica del Denaro e la parola ai servi del Fondo Mondiale Internazionale e le varie dipendenze, agenzie etc.

Questa è la situazione e nessuno che abbia la capacità – la quale non risiede nella forza, ma nella volontà - di metterla in discussione.

Tutti credenti all’ombra del grande Dio Denaro.

Sapete perché?

Perché l’uomo ha trasferito completamente l’essere nell’avere.

Egli fuori dall’avere non esiste.

È, se ha.

La posizione netta spiega anche perché chiunque amministri la più insignificante struttura pubblica e anche privata si lava nell’acqua della corruzione.

Il fascino dell’esistere è irresistibile e mentre una volta si realizzava nel cogito, ora nell’avere.

Anche le persone più a modo, entrate nell’ambito della responsabilità della politica e nella gestione, si bagnano.

Questo grande Dio Denaro bagna di sé tutti i praticanti.

Se l’uomo torna all’essere, il pensiero unico dissolverà nel giro di pochissimo e in maniera incruenta, altrimenti scorrerà tanto sangue e non cambierà nulla.

La motivazione dell’opporsi non può partire dalla richiesta di un poco di più, essa non modifica la struttura del pensiero.

Il pensiero dell’avere subordinato, dopo, molto dopo quello dell’essere.

Trovare la dignità uomo nell’uomo e non nella sua tasca.

Non parlo della miseria italiana e dei Pezzenti tutti: dal Colle a scendere.

Tutti!

Abbiamo la capacità di lottare a oltranza l’Euro?

Potrebbe essere un buon inizio.









San Severo, martedì 17 aprile 2012







Copyright 2012 Michele Cologna





https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150745373787480
 

lunedì 9 aprile 2012

abbraccio










continuerà

l’abbraccio il giorno

e - colui che

corrodendo lacera -

il tempo

d’esso sarà cemento



mai…

in nessun tempo mai

ella - di caduca natura

la forza - potrà

del nostro sciogliere

l’eterno



ora…

bagnano le lacrime

tue dolci nel sapore

le mie gote

e trepidano - ansiose

fanciulle - l’attesa









michele



(san severo 09/04/2012 9.19.07)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/abbraccio/10150726588547480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=206262172820730&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=206292979484316&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1&comment_id=256425
 

sabato 31 marzo 2012

assillo

assillo




vegliando la notte
indomito
egli ha tormentato
il sonno
e l’altro – lui –
involontario servo
d’alcun soccorso
oggetto
al richiamo
nell’inutile pulsare
ha consumato
il riposo
e inseguendo lei
voluttuosamente rossa
e cercandola
nei suoi acri profumi
scarlatta
colorava contrito
di libidine il mattino




michele

(san severo 30/03/2012 9.53.14)


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/assillo/10150707000897480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=200699663376981&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1

martedì 27 marzo 2012

A Maria

A Maria *


Quali rondinelle a frotte,
sì garrivano elle, che gaie
di fatica i colori, al primo
imbrunire, a la magione
festanti, seco adducevano.

Spensierati i passi, del duro
già dimentichi, al dì calante
con la luce consegnavano
il canto, e prossima a la sera
i corpi sodi e di vita pregni.

Pullulava il pozzo e tornite
braccia, in aggraziati gesti,
prorompenti petti e affusolate
cosce, d’acqua aspergevano;
e ne l’aria, le morbide carni,

a le abluzioni rispondevano,
diffondendo bianche essenze.
Il fuoco, al bacio del soffio
crepitando, ora copriva voci
che, tra gridolini e sorrisi, in

rituali, precisi gesti del pasto
designavano il tempo. Scuro
ormai il manto, da i soli lumi
schiarato, muoveva ombre
che, silenziose sacerdotesse,

approntavano altari su cui,
immolato il giorno, la notte
celebrare. Pensieroso lo spazio
frammezzava sussurri, e in lui
i sospiri, impallidendo le stelle

appena affacciate, eccitavano
colei che di lacrime d’amanti
impregnata, ne gli argenti suoi,
al fuoco suggeriva struggenti
nenie e loro di gemiti il riposo.

Ricordi, ti sovviene Maria?!
A letto, d’ammantato baci, il
bimbo mettesti e sussurrasti:
non aver paura amore, arrivo.
L’omino non doveva temere,

e forte strinse sotto le coperte
gli occhi. Trepidava l’attesa e
non lacrimò di paura il tempo.
Sentì e finse il sonno, e dolce,
morbido muro, il seno; afrore


caldo di femmina l’avvolsero.
Carezze. Baci. Sapori. Odori.
Ti piace, ti piace domandavi!
L’incanto, il piacere, la paura
che dissolvesse ogni, sol’essi

suggerirono la finzione, e lui,
l’uomo che pur ora negli anni
andati e tanti più scorderà, no
destò il sonno e tacque… ora,
parte la primavera, ei ricorda.



Michele Cologna

(San Severo, lunedì 26 marzo 2012)


*
Era la primavera del 1953.
All’inizio d’essa, di questi giorni.
In campagna si “passava l’erba nel grano”.
Lavoro che veniva svolto dalle donne.
Ne erano tante e belle, sode come colombe a festa.
La poesia ne è la descrizione e la narrazione d’una sera.
Il bambino di cinque anni si reca insieme al padre in campagna e con il consenso di questi, resta lì a trascorrere la notte, affidato a Maria che è delle braccianti la responsabile.
È giovane e bella Maria, non più di venticinque anni…



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/a-maria/10150699041757480

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=198527436927537&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=198498740263740&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1

sabato 17 marzo 2012

La Notte

La Notte




È lì per appressarsi, e lei,
d’imbrunati veli - carchi
di defaticanti sospiri e
carezze d’attesa -, sì vestita,
nel solenne lento suo passo,
incede, invocata, la sera.

Affanno, del dì dominatore,
tiranno di piegate volontà e
de il bisogno tristo satrapo,
allentando stanco il morso,
de la buia signora il manto,
adduttore di riposo, attende.

Intrattiene seco, lo sguardo
lasso, cose note e altro, e
d’essi, trasfigurando forme,
mentre di colori i pensieri
cinge, disegna sogni, ombre
di attese vane e pur sperate.

Così io, a la balaustra mia
poggiato, libero reminiscenze,
e, ne la caligine che il tempo
opra, sfumo la sera e l’arrivo
della nera signora al tuo scuro
somiglio, e il cuore rinfranco.




Michele Cologna

(San Severo, venerdì 9 marzo 2012)



https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/la-notte/10150676363422480

https://www.facebook.com/pages/Uomo-Parola/106342472812701

sabato 3 marzo 2012

e t’ho amata

e t’ho amata




ne la notte t'ho amata…

splendente come raggio di luna
la pelle
ardente quanto febbre di morte
la passione
sapore dolce di miele d’acacia
la bocca
effluvio d’olimpo libagione di dei
il nettare
essenze di paradiso mai perduto
gli odori

e

furiosi ne la carne uniti i corpi
nel grugnito voce ancestrale
hanno camminato sfiorandola
de la bella signora l’impronta




michele

(san severo 02/03/2012 9.31.55)


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/e-tho-amata/10150647582587480/

https://www.facebook.com/michele.cologna


venerdì 2 marzo 2012

l’alba…

l’alba…










in argentei fili di luna

avvolti

e tiepide labbra di vento

sibilanti amore

l’incipiente alba i nostri

scorse

che de la notte recavano

ancor calda l’immagine

e s’attardò

rallentando il passo



di luce gettò lo sguardo

e indulgendo

intorno a sé alti cirri invocò

ché più dolce fosse

ai corpi amanti il risveglio







michele



(san severo 01/03/2012 9.17.46)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.





https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/lalba/10150643666397480
 
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=181916238588657&set=a.135808669866081.27723.106342472812701&type=1

domenica 26 febbraio 2012

in nome...

in nome...










de il tuo aere spazi e

dove riempie il suono

mentre labbra

de i propri macchiano

il timbro i colori e

sempre netti

ne sporcano impronta



vessillo ruffiano ti fanno

e per coprire vergogne

lacerano i tuoi anodini veli

oltraggiando pensiero

che solo in te libra aseità



generata fosti

e non per rompere virtù

ma a dar continuità e senso

a colui che ne l’ordito

di coscienza del sé

ha stratificato il fine









michele



(san severo 23/02/2012 9.30.48)







Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150633068447480