martedì 27 marzo 2012

A Maria

A Maria *


Quali rondinelle a frotte,
sì garrivano elle, che gaie
di fatica i colori, al primo
imbrunire, a la magione
festanti, seco adducevano.

Spensierati i passi, del duro
già dimentichi, al dì calante
con la luce consegnavano
il canto, e prossima a la sera
i corpi sodi e di vita pregni.

Pullulava il pozzo e tornite
braccia, in aggraziati gesti,
prorompenti petti e affusolate
cosce, d’acqua aspergevano;
e ne l’aria, le morbide carni,

a le abluzioni rispondevano,
diffondendo bianche essenze.
Il fuoco, al bacio del soffio
crepitando, ora copriva voci
che, tra gridolini e sorrisi, in

rituali, precisi gesti del pasto
designavano il tempo. Scuro
ormai il manto, da i soli lumi
schiarato, muoveva ombre
che, silenziose sacerdotesse,

approntavano altari su cui,
immolato il giorno, la notte
celebrare. Pensieroso lo spazio
frammezzava sussurri, e in lui
i sospiri, impallidendo le stelle

appena affacciate, eccitavano
colei che di lacrime d’amanti
impregnata, ne gli argenti suoi,
al fuoco suggeriva struggenti
nenie e loro di gemiti il riposo.

Ricordi, ti sovviene Maria?!
A letto, d’ammantato baci, il
bimbo mettesti e sussurrasti:
non aver paura amore, arrivo.
L’omino non doveva temere,

e forte strinse sotto le coperte
gli occhi. Trepidava l’attesa e
non lacrimò di paura il tempo.
Sentì e finse il sonno, e dolce,
morbido muro, il seno; afrore


caldo di femmina l’avvolsero.
Carezze. Baci. Sapori. Odori.
Ti piace, ti piace domandavi!
L’incanto, il piacere, la paura
che dissolvesse ogni, sol’essi

suggerirono la finzione, e lui,
l’uomo che pur ora negli anni
andati e tanti più scorderà, no
destò il sonno e tacque… ora,
parte la primavera, ei ricorda.



Michele Cologna

(San Severo, lunedì 26 marzo 2012)


*
Era la primavera del 1953.
All’inizio d’essa, di questi giorni.
In campagna si “passava l’erba nel grano”.
Lavoro che veniva svolto dalle donne.
Ne erano tante e belle, sode come colombe a festa.
La poesia ne è la descrizione e la narrazione d’una sera.
Il bambino di cinque anni si reca insieme al padre in campagna e con il consenso di questi, resta lì a trascorrere la notte, affidato a Maria che è delle braccianti la responsabile.
È giovane e bella Maria, non più di venticinque anni…



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.



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2 commenti:

  1. Come in quadro di Arturo Faldi(Firenze 1856-1911)
    vedo il verde del grano ancora giovane, la primavera che fa 'calde' le giovani donne...i corpi, gli odori, le risa i sussurri...e eli la cui stanchezza non affievolisce l'ardore e te, giovane, piccolo (già) uomo...la tua innocenza, ila suo candore e la grande e materna capacità d'amore. Stupenda, da lasciarmi senza più occhi e fiato, perchè lì, in quell'angolo di Puglia è rimasto, tanto, tanto tempo fa, quando ancora non c'ero.

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  2. Come in quadro di Arturo Faldi(Firenze 1856-1911)
    vedo il verde del grano ancora giovane, la primavera che fa 'calde' le giovani donne...i corpi, gli odori, le risa i sussurri...e e lei la cui stanchezza non affievolisce l'ardore e te, giovane, piccolo (già) uomo...la tua innocenza, ila suo candore e la grande e materna capacità d'amore. Stupenda, da lasciarmi senza più occhi e fiato, perchè lì, in quell'angolo di Puglia è rimasto, tanto, tanto tempo fa, quando ancora non c'ero.

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