domenica 21 ottobre 2012

E scesi...


E scesi…

 

 

 

 

E scesi l’inferno.

Non aveva esso luoghi non luoghi e paure da vivere.

Era luminoso e si sostava ognuno come piaceva.

Si gioiva di sé, ci si piaceva e ridevano.

Ridevano, ridevano, ridevano…

Bocche larghe e aperte a effluvi di fiati insonori, emettevano voci.

Rumoreggiavano olezzi e nutrivano sensi.

Ostentava l’orfano la malattia e custodiva l’angelo della vanità.

Un vociare di dio si diffondeva confondendo e aizzava i cuori.

Preghiere di bocche non asperse indugiavano nel bacio di labbra vogliose.

Volteggiavano indefiniti suoni e sembravano parole.

Fermava il tempo l’ascolto afono e assordante martellava gli orecchi.

Tripudio consumava gioie vuote di pathos e danze s’accodavano ad abusati riti.

Era vita dedita all’istante e il riso…

Bianco di denti aguzzi affondava il morso e la carne gioiva.

Feromoni di vergini puerpere impinguavano di desiderio il piacere e gemendo latravano cagne.

Tentai la fuga, e impietrito stazionai lo spavento.

Ero nello sguardo abbagliato dalla luce.

 

 

 

Michele Cologna

 

(San Severo, domenica 21 ottobre 2012)

 

 

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza il consenso dell'Autore.


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