Era anche di domenica, papà.
L’ultima tua, domenica 28 ottobre 1962.
Mamma era a messa nella Cattedrale inginocchiata e durante
la celebrazione, entrò con violenza in Chiesa una pietra, non vista da chi
scagliata, e la colpi al perone lasciandola tramortita.
In quello stesso momento tu in campagna con il tuo cubetto
di pillole tra le mani ti consegnavi al Signore, Dio del Nulla.
Più volte ricostruimmo gli orari con mamma e la tua morte
coincideva con il lancio di quel sasso da mano sconosciuta.
Io fui testimone dell’immediatamente prima e dell’immediato
dopo tuo.
Non mi è stata concessa la possibilità di raccogliere il tuo
ultimo respiro.
Se ti avessi trattenuto, come il mio cuore mi suggeriva,
forse avrei raccolto e baciato l’ultimo tuo.
Quanto eri bello, papà.
Anche morto eri maestoso e giganteggiavi.
Sì, ce lo siamo detto tante volte in questi cinquant’anni!
Sembra incredibile, sono trascorsi tanti anni e quel ragazzo
ora è vecchio, ma l’amore è identico.
Sto sorridendo, padre mio.
Ti supero in età di quasi dieci anni e vorrei avere quella
carezza che non mi hai mai fatto.
Non mi hai dato, e lacrime d’amore ora scorrono le mie imbiancate
gote.
Una vita è il nostro amore è saldo come non mai.
Metà secolo e sei vivo e presente in me, senza aver mai
cessato di esserci.
Quanta gioia e pacata serenità e ora mentre ti scrivo la
commozione.
Quanto avrei voluto che tu conoscessi i tuoi nipoti
Stefania, Leonardo, Barbara e Pamela.
Ti adorano, papà.
Conoscono ogni cosa di te perché gliene ho sempre parlato e
anche Monica e Riccardo, stanno imparando ad amarti.
Non finirà la tua esistenza con la mia, padre mio.
No!, noi esisteremo in morte nella loro memoria e daremo
loro quanto tu hai dato a me.
È inimmaginabile!
Solo quattordici di esistenza in vita, hanno sostenuto e
arricchito cinquant’anni di esistenza in morte e continuano.
È stato ed è bello amarti, padre mio.
Vale papà.
Michele Cologna
(San Severo, sabato 27 ottobre 2012)
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