E cammino limiti.
Terra di nessuno e l’estraneazione, pesante mio vessillo, duole.
È dolore d’assenza di me da me.
Emblema di nulla.
Insopportabile fardello di leggerezza.
Traduzione d’inconsistenza che mozza il fiato.
Aporia che non trova sintesi.
In rivoli d’asciugate lacrime mi perdo…
E fatiche di passi antichi mi percuotono.
Sudate carni mi trascinano e ne reggo ne l’innocenza la perversione.
Ammalato di vita che non sento e non è la mia.
Parole di silenzio.
M’investono ed è destino non mio.
Ci gioca e mi schernisce, dilania i giorni.
Michele Cologna
(San Severo, domenica 27 maggio 2012)
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Lirica struggente e bella che sempre, anche quando è dolore, conforta porta...
RispondiEliminapoiché l'animo s'interroga e cerca strumenti, aiuto, forza!
Grazie Michele.