sabato 16 giugno 2012

Il Ciclo

Il Ciclo




Tu, che ora t’alzi e mi ferisci gli occhi, dimmi, della tua luce che mi porta il giorno, io cosa me ne faccio?
Non ho amori e cure cui splendore arrechi del tuo il mio.
È solo egli, e spande e dissipa, e alcun ritorno alimenta della pena alleviandola, il corso.
Trascinerà le ore e stanco di presenze assenti, aspetterà lei che nell’indistinto, rifugio de l’incerto, porterà le attese, e nello scuro affogherà le ombre.
E il ciclo alimenta di sé il tempo che vive questi e ignaro consumerà l’inganno.
Ora questo, io sento di dire a te.
E tu?
Perché implacabile picchi e le mie infiammi?
C’è un motivo a me sconosciuto?
Che t’abbia io mancato onori e grazie?
Sempre del tuo incanto ho onorato il tuo!
Di te ho alimentato il sentire e l’amore ho sparso.
Nulla mi torna, e credo ch’abbia io mancato!
In cosa non saprei.
Ho dato a mani ampie diffondendo, ciò che m’è stato negato.
Amato come nessuno e mi sono sparso, dissipato.
Disperso e più mi contengo.
Otre sfiancato troppa acqua ha trasportato e ora perde lacrime da tutti i pori.
Chiudi la luce sui miei occhi stanchi e risparmia allo sguardo offeso l’onta.
Per pietà, egli non merita.


Michele Cologna

(San Severo, giovedì 14 giugno 2012)


Copyright 2012 Michele Cologna
tutti i diritti riservati

https://www.facebook.com/notes/michele-cologna/il-ciclo/10150963759292480/

https://www.facebook.com/michele.cologna

Nessun commento:

Posta un commento