sabato 19 giugno 2021

Voglio vivere così …

 

Voglio vivere così …
 
 
Mi scuso se negli ultimi giorni non sto onorando con la risposta i commenti delle mie amicizie.
Solo con il segno di riconoscenza del linguaggio muto che l’assenza di parola ci mette a disposizione.
In verità sono abbastanza stanco e affaticato, di più mortificato e di questo il seguito: un cambiamento che sorprende me per primo.
Il rifiuto della passione.
L’acquiescenza alla pedagogia senza pensiero e costrutto che domina.
E non spendo concetti e parole.
Tutte le mie amicizie e i lettori già li conoscono per antica frequentazione.
Mi vedo le partite di calcio in televisione.
Cosa normale, è vero!
Ma non per me che di quel mondo spregiudicato e d’affari senz’etica e morale, deviante e futile e non nell’essenza del gioco, ma nell’uso violento e obnubilante, ne ha sempre aborrito il senso.
Pensate per un attimo solo i giornalisti televisivi e della carta stampata.
Certo ci sono stati i Mura, i Ferretti e tanti che ne hanno cantato la vis del gioco e ne hanno fatto antologia, ma un velo pietoso su tutto e tutti è d’obbligo.
Il rifiuto ancora della lettura dei quotidiani.
Come togliere il latte al lattante.
Muore.
E invece la sfida, “non me ne può fregare di meno”.
Non so il tempo della durata, ma mi fa canticchiare “voglio vivere così”.
Certo ci sta Draghi ed è garanzia, ma spegnere ogni voce altra!
Eppure non riesco ad ascoltarne una.
Leggerne, ma già l’ho scritto.
Tutta la strumentalità e l’aberrazione e l’adagio popolare, “non c’è un palmo di terra netta”.
Pensiero del quale ho sempre avuto consapevolezza e la grinta del combattente.
Ora è resa?
Poi, dulcis in fundo, il social.
E qui la tragedia che si fa farsa …
Eravamo in tre, io e due miei amici architetti.
Fungevo solo da accompagnatore perditempo.
Dovevano commissionare dei pezzi da costruire in legno di ciliegio.
Si entra in questa falegnameria e uno dei due spiega cosa fare.
Il falegname ascolta con pregiata attenzione e chiede, “perché in ciliegio?”.
“Perché il colore rossiccio del ciliegio s’intona all’idea”, gli viene spiegato.
Scandalizzato il falegname, “Architetto, rossaccio!”.
Ci guardiano in faccia tutti e tre e tratteniamo il riso.
“Sì, perché il rossiccio del ciliegio …”, ancora l’architetto.
Esterrefatto il falegname, “Architetto, Architetto, quanta ‘ignorantitudine’ ci sta in giro!”.
Esilarante …
I social, e ho perduto la voglia di sorridere.
 

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