giovedì 28 maggio 2020

Giù la maschera!


Giù la maschera!
Non la mascherina che bisogna portarla.
I vecchi sono un problema e chi lo nega è un ipocrita e patentato.
Iniziando da me.
L’ipocrisia era del privato, del non si dice e si fa e ora con la pandemia è ufficiale.
Stato, Governo, Regioni, Amministrazioni, Sanità e ogni azione di costoro ne ha mostrato etica e morale.
La filosofia.
Si sono sacrificati i vecchi in ogni luogo.
Negli ospizi di lusso e non, negli ospedali, nelle case.
Quanti sodi ha fatto risparmiare in pensioni non erogate?
E in cure?
Ai figli che dovevano mettere fuori rette importanti?
Di costoro, sì i figli, quanto sollievo?
Non voglio essere volgare e ricordo a me e a voi, a tutti quel “Paese”.
Bisogna recarsi e senza maschera.
Prima le Istituzioni di ogni ordine e grado e chi le rappresenta.
Nessuno escluso.
Sì, hai capito bene, Nessuno!
“la Repubblica” questa mattina parla di strage di centoventimila anziani.
Speriamo di avere dati più presici e responsabilità ad personam delineate e precise.
Quelle etiche e morali e culturali le conosciamo già.
Tutti.

***
“Papà caro, questa sera saprò con certezza!”
Dopo le parole di sopra non ho visto più mio nonno Michele se non sul letto di morte.
Avevo un sette o otto anni, e quasi quindici quando mio nonno morì.
Mio nonno Michele si era sposato due volte.
Alla morte di mia nonna Carolina con cinque figli e uno molto piccolo, sposò una vedova.
Lei a sua volta aveva quattro figli del primo marito e poi ne ebbe altri due con mio nonno.
Fu una sciagura questa donna e i figli della prima moglie senza guida e per strada.
Ma i due nati nell’agio e cresciuti nel bene, alla morte della mamma, seconda moglie, fregarono mio nonno spogliandolo d’ogni avere e abbandonandolo senza cura.
Nonno Michele coinvolse il Tribunale che decise: a rotazione un mese presso tutti i figli.
Così conobbi mio nonno e la gioia che durò pochissimo.
Si diceva, ma non si avevano le prove.
Nonno Michele negava.
Però che ogni proprietà fosse passato ai due “filibustieri” fu verità.
Mio nonno scomparve.
Anche la morte di mio padre gli fu celata e io lo rividi sul letto di morte.

***
Ogni festività, la Pasqua, il Natale e ricorrenze altre, mio padre era solito fare dei regali alle persone che egli riteneva meritevoli, e, essendo agricoltore, erano i prodotti della campagna.
Polli, uova, frutta, vino e io in queste circostanze il fattorino.
Avvertimento: “ancora prendi qualcosa!”.
La privazione mi costava molta fatica per la vergogna di dover insistere nel non accettare, e poi con i soldi si soddisfano i desideri.
C’era una signora vecchia ma bella.
Vestita di nero e austera.
Una voce che m’incantava e mi coccolava.
Quante cerimonie a un bambino e io godevo della sua bellezza.
Ricordo il nome e non lo faccio, ha un figlio avvocato e grande carogna.
Lei al mio rifiuto non ci stava proprio e riuscì a strapparmi la confessione.
Mio padre mi avrebbe picchiato.
Allora strinse il patto con me, “sarebbe stato il nostro segreto, io e lei e nessun altro”.
Da allora in poi al piacere della sua bella persona anche il dono che non era mai banale.
Anche le mille lire quando la giornata di un bracciante agricolo non superava le duecento.
Un Natale ascoltai mio padre dire a mamma a Donna … no, perché quello scellerato del figlio ha chiuso la mamma all’ospizio.
Non capivo e in assenza di mio padre, chiesi.
Fu per me un trauma.
Come si poteva disfarsi di una mamma e di quella natura.

***
Ero ragazzo e non misi insieme le cose.
Due pesi e due misure in mio padre.
Mio nonno Michele e la signora Nobile Donna.
Anche le affermazioni, “E’ morto, ma il mondo suo se l’era fatto”.
Cinicamente, “E’ morto a ‘tanti anni’ e che voleva campare di più!”
Noi tutti, leggiamo un manifesto di lutto, la prima scorsa è l’età.
Se la riteniamo congrua la lettura prosegue stanca, altrimenti ci affaccendiamo a cercare e capire.
Poverino è sempre il giovane, il vecchio un’alzata di spalle.
Dell’intelligenza.
La vecchiaia è un disvalore.
Negarlo è avere la coscienza sporca.
Come sporco è sempre il vecchio qualsiasi cosa faccia.
Quanti figli ansiosi allorquando i nonni prendono in braccio i nipotini.
C’è una discrezione dell’anziano nei confronti dei nipoti atto a non suscitare nel figlio avversione o preoccupazione.
La vecchiaia è un superfluo e un po’ “sporca”.
È disdicevole per un vecchio conservare i sentimenti nella loro autenticità.
Li deve piegare alla propria età.
Ora il lavoro è lo scudo e la prigione d’oro le RSA.
Ospizi di lusso.
I vecchi fuori dalle palle.

***
La morale ha perduto il mordente e ha mostrato il re nella sua vergognosa nudità.
Al governo poi dei depotenziati mentali e cosa ci si poteva aspettare.
I vecchi sono poi tanto importanti?
Ma sì, possono andarsene!
Certo c’è qualche figlio che chiede e vuole giustizia.
Le dita della mano non sono tutte uguali.
E quell’ipocrisia minima che ha fatto grande la civiltà rendendo la convivenza possibile s’è sciolta.
Sì, anche il mascheramento richiede cultura!
Privi gli elettori, privi i rappresentanti.
Dolo lo sterminio di Stato degli anziani, anche le strutture per loro sono un superfluo.
Perché egregi Signori io non mi fido e non sarò più malato.
Rinuncio alla cittadinanza  e alla vostra pelosa cura.
Alla mia cultura mai.

Michele Cologna
San Severo, giovedì 28 maggio 2020
10:57:14




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