Domenica 24 maggio 2020, Ascensione del Signore (anno A)
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Parola del Signore
Può un uomo che ha avversato il Potere e dallo stesso
crocefisso, a sua volta dichiararsi Potere in cielo e terra?
Un uomo che ha speso la sua esistenza a mostrare con
parole ed esempi l’abuso, la falsità, la coercizione del Potere, può dire “ciò
che vi ho comandato”?
Bastava un segnale a Pilato e gli sarebbe stata fatta
salva la vita.
Allora?
Da morto diventare potere, governo, sostituirsi ai propri
carnefici?
La narrazione è narrazione.
La Chiesa è di quella narrazione il governo.
Questa è la verità.
Ma non è quella di Gesù e la sua storia.
È la narrazione di chi in nome del potere, del governo ha
usurpato la sua storia e ne ha fatto l’uso che nei secoli è stato e tuttora è.
Un governo e direi spietato, prima temporale e nel
temporale lo spirito, poi, costretto, solo dello spirito che si espande nella
vita attraverso la paura del peccato.
Non c’è peccato in origine e neanche dopo.
Stanno agli altari uomini santi che si sono macchiati di
delitti efferati.
Dai “racconti” dei vecchi tutti i morti sostavano
quaranta giorni sulla terra prima di salire al cielo o scendere all’inferno.
Vogliamo davvero valorizzare l’uomo Gesù?
Restituiamogli l’umanità che gli abbiamo sottratto trasformandolo
post mortem in Cristo e, scendendolo in terra e dagli altari, diventi esempio non
da emulare per salvarsi, ma da rispettare hic et nunc.
Il potere e il governo, il comando e i comandamenti non
sono dell’uomo Gesù.
Solo del suo martirio.
Michele Cologna
San Severo, sabato 23 maggio 2020
17:50:18
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