venerdì 12 giugno 2020

Domenica 14 giugno 2020, Santissimo corpo e sangue di Cristo (anno A)


Domenica 14 giugno 2020, Santissimo corpo e sangue di Cristo (anno A)


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Parola del Signore

È memoria indelebile!
Fanciullo, dodici anni, servivo messa a Don Gerace.
Non ho saputo mai il suo nome, ma ho conosciuto le sue lacrime al momento della Elevazione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Era faticoso la mattina alle sette tutti i giorni a messa.
Quando celebrava lui però, era gioia.
Mi proposi per servirlo e accettò.
Riempiva l’aspirazione del fanciullo alla santità e il momento top della celebrazione ancora oggi sospende nel Vecchio studio e pensiero.
Credo e Fede.
Lo solleva e la miseria dell’uomo per qualche istante l’abbandona.
Erano gli anni dei salesiani.
In una operazione di nostalgia, e da lì inizierei il cammino.
Sono vecchio e vivo la dicotomia.
Non riesco a non pregare e mi nego a credo e fede.
Gli studi corrompono?
No, la bugia fa male.
Molto male e allontana l’Uomo da sé!
Sono parole pronunciate da Gesù, quelle che leggiamo in questo passo del vangelo di Giovanni?
La risposta a dopo e ad ognuno che legge.
Gesù non accetta la Legge e la lotta con parole e gesti, esempi.
Contesta la cultura ebraica e ne distrugge ogni tabù.
Afferma che Dio è Amore e il Tempio è l’Uomo.
Nega la ritualità e l’addita come il “peccato” e la menzogna.
Per pregare non sceglie i luoghi deputati va nell’orto.
Il Potere e il Governo sono il Male.
Questo Gesù e per questo viene condannato a morte e crocefisso.
Era un dissociato Gesù?
Un folle?
Si definiva egli soltanto Figlio del Padre nell’Amore o lo era ogni uomo?
Non ha abbracciato storpi e prostitute, gli ultimi e le evitate?
Ha mai proiettato sé oltre la morte?
Se la sua vita è stata questa, come poteva affermare ciò che dice Giovanni e si afferma come massimo rito nella Chiesa?
Il Sacramento del Corpo e del sangue di Gesù è la più palese negazione dell’Uomo Gesù.
Perché?
Il potere s’è ripreso in morte ciò che Gesù gli aveva negato in vita e per la cui cosa è morto in croce.
Mi offende come uomo, questa palese falsità.
Dilania il ragazzo che serviva messa e beveva di quella solennità.
Non dà tregua al Vecchio che ha compreso al di là d’ogni pensiero o ragione, che nessun Rito è vero.
Il rito nega sempre la verità dell’accadimento.
Sì, nega quello che ha fatto sì che diventasse celebrazione, l’Amore.
Gesù è stato Amore, ogni Uomo è Amore.
Cos’è questo cannibalizzare l’Amore?
Ringrazio e mi scuso.
Non voglio offendere alcun credente, è solo il mio pensiero che tormenta me per primo.
E mi dà dolore che il fanciullo servente messa sia stato così ingannato.

Michele Cologna
San Severo, sabato 13 giugno 2020
07:35:24




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