sabato 29 aprile 2023

Il Sole piange…

Il Sole piange… 
 
In un paese del nord, ci sono due casette dove vivono due uccellini.
Uno è completamente immobile nel suo lettino: apre l’ala sinistra come in cerca di un dialogo e modulando dei cinguettii guarda fuori dalla porta dove passa il fiume dell’umanità.
Nell’altra, l’uccellino continua a chiedersi: perché il fiume, che scorre accanto alla mia casa pieno di rami spezzati, non torna indietro verso la sorgente? Perché tanta sofferenza? Perché tanto dolore…
All’improvviso il sole illumina le due casette con tanta energia che il primo uccellino comincia a modulare suoni così vibranti che raggiungono il sole che sta piangendo e le lacrime che scendono sulla terra sono come i gigli del campo. Chi sono questi fiori? I gigli del campo sono la purezza di bambini mai nati.
Poco dopo …
Un giovane porta nelle due casette due ramoscelli d’ulivo e prima di andarsene dice: “Ho visto nei vostri volti il dolore nella conoscenza, il dolore della pazienza con la virtù di due bambini che camminano sull’erba bagnata e vedendo una farfalla che danza sopra i gigli del campo, gridano entusiasti: “cerchiamo di capire perché Dostoevskij ha scritto, che la bellezza salverà il mondo …”
E il sole, vedendo tanta gioia attraverso il dolore, smise di piangere mandando due gocce negli occhi di Cristina e Marilena con dentro il sorriso di Dio. 
 
(Alceo Pegoraro)
dedicata a Cristina e Marilena 
 
* * *
Sono commosso e più ragioni!
Quella che mi fa dolere il cuore è un perché così banale che non ci crea più afflizioni.
È cieco e liquidiamo la cosa.
Ma i problemi di quella persona, la quale ha una vita con le stesse nostre esigenze e non può farvi fronte?
Alceo è costretto a chiedere a qualcuno e ringraziare per la cosa che noi facciamo con l’abitudine e senza dare alcuna importanza, eseguiamo i nostri voleri.
Ebbene, mi fa male!
Quale e perché questo mio privilegio nei suoi confronti?
Sì, mi dà le lacrime.
Oggi avrebbe fatto gli anni la mia cognata Lina.
Sorella maggiore di Tonia.
Avrebbe compiuto ottantatré anni, ma si è fermata molti anni fa.
A sessantacinque e sono diciotto anni.
Malata e Tonia si era recata a Sesto San Giovanni, io non potevo stavo costruendo.
Disperato la chiamai e la sua serenità: “Michele ci vedremo a San Severo”.
Restai muto, sapevo che era agli sgoccioli.
Capì e, “Michele, voglio tornare nella Terra dove sono nata.” “Ci vedremo a San Severo.”
Le lacrime che scendono sono copiose come allora.
Fui apostrofato bugiardo quando chiesi a marito e figli.
Povera Lina, cognata amata.
Sarebbero stati oggi ottantatré e invece, sono diciotto della tua esistenza in morte.
Vale, Lina amata.
Altra ragione, Cristina e la sua voce di Angelo.
Quanta affettuosità, pur non essendoci mai visti …
Così gioiosa alle nostre e mi stupivi ogni volta, Cristina.
Le mie poesie sono ostiche alla comprensione e alla parola, ma tu le declinavi con arte consumata.
Arte grande del tuo cuore grande. Un Angelo.
Alceo mi dice di te e io soffro.
Doppia sofferenza, la sua e la tua.
E in questa a te dedicata da Alceo, la sofferenza della quale mai avete fatto parola, i figli.
Si sente il dolore e non necessita la parola a conferma.
Il mio abbraccio più sentito e l’amore mio per te, Cristina e per Alceo.
Con amore e riconoscenza infinite, grazie.
 

 

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