sabato 22 aprile 2023

Come un vademecum …

Come un vademecum …
 
In democrazia gli elettori vanno sempre rispettati, ciò non implica però, l’espressione del giudizio.
Perché essa è una formula necessaria per il governo di una determinata cosa senza ricorrere alla forza, alle armi, alla violenza.
A tutte quelle manifestazioni che toglierebbero all’uomo la dignità di uomo riportandolo alla bestia.
Il succedersi della volontà di un popolo, un consiglio d’amministrazione, una organizzazione al governo in maniera pacifica e non cruenta.
A monte d’essa sta l’etica, l’informazione, la formazione, l’educazione alla civiltà, la cultura.
Se tutto ciò che sta a monte è deficitario, avremo sempre una espressione democratica che però non colma quel deficit.
Ecco il giudizio che va espresso e non bloccato in nome della democrazia.
Un popolo che vota e si esprime deve essere esposto al giudizio, anche se il giudizio non può inficiare il responso.
L’etica e tutto ciò che è a monte della democrazia è attività culturale e civile che non è mai armata e violenta.
E poiché non si è all’anno zero in alcuna attività umana, tutto è determinato da leggi e regole che vanno rispettate e non possono essere cambiate se non dagli organi predisposti e rispettate fino all’avvenuto cambiamento e il corso.
Socrate ci insegna e ammonisce con la sua vita.
Una legge “ingiusta”, “sbagliata” va osservata fino a quando non sia stata cambiata da chi è predisposto al cambiamento d’essa.
Allora dobbiamo osservare il responso degli elettori, ma non possiamo sospendere il giudizio che della democrazia è il fondamento.
Ancora, gli eletti non vengono santificati dall’elettore, ma solo delegati alla funzione e se quell’eletto ha colpe da pagare, nessun voto popolare può sottrarlo alle leggi e alle regole.
Va giudicato e se necessario allontanato dalla funzione per la quale è stato eletto.
Ogni unto dal voto non si trasforma in santo e impunito.
Dopo aver precisato l’ovvio che tutti i cittadini dovrebbero conoscere e non ignorare, peggio fare finta, si può dire che il popolo italiano è incivile, ignorante, analfabeta, razzista … “pagnottista”.
Pragmatico per niente se non nel suo "particulare" cinico.
Non è stato sempre così e ancora non tutti sono così, ringraziando il Cielo.
Berlusconi ha ammalato l’Italia di berlusconismo, prima o poi doveva guarire e ora grida al voto “malato” degli elettori.
Ma è guarito l’elettore?
No!
È passato ad altra malattia, la diversità antropologica.
Meno grave?
Non di certo se fa gridare all’appestatore precedente la malattia più recente!
La somma di due malattie e il governo del Paese decretato dal voto popolare langue.
Non voglio trascurare un residuo d’elettore che forse è il peggiore.
Il prete di maniera, colui che razzola male e predica bene.
Smascherato e risentito e non comprende che ha contribuito notevolmente allo sviluppo delle due epidemie credendosene immune.
Predica folle la sua malattia che non vede e sente.
Ti verrebbe di scappare, ma la malattia ti segue e solo la cura.
La cura, signori miei e il Molise è ammalato della stessa che tra una settimana riscontreremo in Veneto.
 
Michele Cologna
San Severo, lunedì 23 aprile 2018
08:35:41

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