mercoledì 21 settembre 2022

L’Umanità e le manifestazioni della Possibilità

L’Umanità e le manifestazioni della Possibilità
 
 
Penso che l’Umanità, trascurata entità, risieda nel tutto dell’uomo.
Invece gli uomini, quando se ne ricordano, la immaginano nelle grandi azioni, nei grandi gesti eroici, negli accadimenti che cambiano il corso delle cose.
È vero, tutto vero!
L’Entità dell’Uomo risiede in questi eclatanti che fanno notizia, danno l’esempio e suscitano ammirazione.
Ma la realizzano?
Credo di no.
Essi sono solo la manifestazione della possibilità, invece l’Umanità risiede nella quotidianità delle piccole cose.
Sì, quelle infinitesimali.
Dei gesti insignificanti, dei rapporti interpersonali, delle appartenenze, del parlare, dialogare, del modus operandi, del comportamento, delle minuzie che fanno cemento e danno il senso.
Ecco l’Umanità che poi conduce alle grandi Possibilità, si realizza in queste piccole, infinitesimali del vivere quotidiano.
Tradite queste, l’Umanità è mera voce dietro la quale esiste solo il Presente.
L’immediato senza Futuro e Passato.
E quando si giunge a questo non c’è Dio, non c’è Religione, non c’è Fede.
Né Padre e Madre, Fratello.
Amicizia.
Individui egoisti e narcisi, sgomitanti per un pizzico di notorietà.
L’egocentrismo.
Dei vuoti a perdere dietro l’illusione di un pieno che non troveranno mai.
Sono vuoti, vuoti d’umanità.
E si corre dietro il leader, il caudillo, il prepotente e si fa gruppo.
Nel gruppo la miseria della grandezza muscolosa e il delirio dell’anonimato de facto.
In questo mare magnum l’altro è simile.
Risponda o non alla verità dei fatti e delle cose non è importante, l’altro non può essere differente da sé.
Siamo alla perdita di Umanità e dell’Uomo.
Il Padre si è perduto insieme alla Madre e al Fratello.
E la Famiglia un luogo di nascita e basta.
Il Sacro non abita l’uomo ma sta nelle giaculatorie delle chiese e gli uomini che le rappresentano.
Dio è quella miseria che ci somiglia e non monito alla Miseria che abita l’Uomo.
Non sono portato a dire cosa bisogna fare, me ne vergogno.
Lascio gli ammonimenti ai profeti della tastiera.
Vorrei che l’uomo facesse l’Uomo e la Legge è scritta in lui.
Anche i Ruoli e il Rispetto.
La dimensione del sé e il Senso.
Non mi abituo alla barbarie e ogni volta mi sorprende, quasi a scoprirla nuova.
E invece ci abita e non sappiamo chiedere scusa.
Neanche quando sappiamo di averla praticata.
 
E
 
Mi distolgo.
Cerco di non pensarci.
Gioco.
Anche a quello cretino delle caramelle.
Prendere un libro e leggere.
Come avere tra le mani un ferro rovente.
Mi alzo, mi siedo e alcuna terra mi tiene.
Non riesco a metabolizzarle certe cose.
No!
Cose che non ti aspetti.
Che ti sconvolgono.
Come se cadessi da una scala e ferito
non muori.
Ma sei a pezzi.
Ti dolgono le ossa, tutto.
Sono vecchio e non ho imparato niente.
Cose normali, cose che si consumano così.
Un’alzata di spalle dell’intelligenza.
Ma tu credi che a te non possano capitare.
E invece …
 
Michele Cologna
San Severo, mercoledì 21 settembre 2016
 
 
Copyright© 2016 Michele Cologna
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