martedì 1 novembre 2022

L’inquieto

L’inquieto 
 
Sono inquieto!
Tutte le acquisizioni dell’uomo che pensava la vecchiaia una transizione quieta verso, sì, verso il dove tutti, sono scomparse.
È usanza mettere la tavola per i morti la sera di Ognissanti, un bicchiere d’acqua e un po' di pane.
I nostri defunti vengono a trovarci e siedono.
Cibo parco, ma dal viaggio stanchi ed affamati, ne trovano beneficio e sostegno.
Non ho allestito la tavola.
Ho lasciato in tronco, dando la buona notte e bacio, Tonia e Pamela e sono andato a letto.
Il telegiornale è disturbo, rabbia, fastidio.
Insopportabile.
È ferita che sanguina ancora la morte di Giovanni e ieri, avendoci raggiunti anche Stefania, abbiamo visto sul mio pc, un video girato per il compleanno di Monica.
Il 23 agosto 2007, compiva cinque anni.
A tavola stava anche Giovanni.
La gioia della piccola Monica non mi ha salvato dalla pugnalata.
Così triste, angosciato, inquieto e profondamente frammentato.
Spaesato.
Come un viaggio sconosciuto in luogo ostile, violento e tu barbaro.
Straniero.
Non riuscivo a prender sonno.
Tutto si intrecciava e alcun bandolo.
La ferocia della Premier e al primo provvedimento i diritti conculcati.
Un vociare giornalistico banale, sprovveduto, ignorante e ciarliero.
Senza costrutto.
La morte che percepisco ancora come un vulnus.
Me lo hanno ammazzato in quella autoambulanza del 118?
Un generico “ha inalato vomito” e io, “chi ha la forza per indurre costoro a dire la verità”.
Sono stato complice?
“La Sanità non funziona, la giustizia meno che mai, a chi mi rivolgo? Mi riporteranno in vita Giovanni?”
Ho pianto solo la mia disperazione per il fratello morto.
Angoscia che toglie il respiro e ti ciechi in un sonno dannato.
Agitato.
E nell’incubo senti tutto il perduto.
La tua cultura, la civiltà, l’appartenenza, la familiarità.
Una vecchiaia che si inaridisce.
La mattina non riesco ad alzarmi dopo le quattro e trenta.
È amara la colazione e la terapia.
Vorresti smettere.
La lettura dei quotidiani è pesante.
Azioni e gesti osceni, visi corrotti e falsi.
Bugiardi.
È scomparso il mondo perbene e i nuovi sono mostri famelici.
Ecco, scorro con il mouse i titoli.
Apro qualche articolo e m’è ostile.
Chiudo.
Scrivo io qualcosa e poi leggo.
Non ho allestito la tavola e ne sento tutta la colpa.
Saranno venuti questa notte, Papà, Mamma, Carolina con il suo Mario, Giovanni?
La mia Mammà e mio Suocero, le cognate Lina e Soccorsa?
Perdono.
Ancora non apro la casa al giorno ignaro di sofferenze, lo farò come ogni mattina con la preghiera.
 
Michele Cologna
San Severo, mercoledì 2 novembre 2022
07:15:10

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