martedì 9 marzo 2021

Per il mio genetliaco 2021

 

Per il mio genetliaco 2021
 
Mai un mio compleanno, un onomastico.
Non ho mai festeggiato niente.
Qual è il senso della festa?
Non lo so!
Non l’ho compreso e forse non lo saprò mai.
Siamo la nostra storia e le cose che pratichiamo.
Il divertimento e il riso, la gioia di una festa mi sono stati sempre estranei.
I miei compagni e amici si divertivano e io non capivo.
L’unico mio interesse in una festa era la “conquista”.
Certo, della ragazza della quale m’invaghivo.
E cambiava di volta in volta perché ho sempre amato ogni donna e l’incapacità di scelta.
Mi facevo scegliere.
Sempre quello strato di tristezza che era il velo d’ogni mia azione e gesto, pensiero.
Poco più che adolescente pensavo la causa della mia incapacità di ridere e sorridere, godere delle situazioni gioiose, fosse il fatto che ero astemio.
Rimediai solo due ubriacature e lo stare male per avere ingerito qualche goccio d’alcol.
Lo capii man mano …
Anche la mia storia era secondaria, “cercavo il Senso”.
Il senso profondo che muoveva le cose e le azioni, gesto e pensiero.
La vita.
Dovevo capire e furono i miei studi folli.
E la dicotomia a governare ancora.
Vivo la realtà alla quale difficilmente aderisco se non cercando e riscontrando il senso.
Così ho trovato tante “ragioni”.
Dio, la Vita, la Realtà, la Conoscenza, il Sapere e l’Insufficienza.
L’Inarrivabile, l’Irraggiungibile, la Finitezza, la Speranza.
L’Uomo.
Tutto sta in questi abissi che l’Uomo contiene che pur partendo da estremi opposti si congiungono in Uno.
All’infinito.
Quello che sale e quello che scende s’incontrano e ne sono Uno solo.
Non so quanti, amiche, amici e lettori arriveranno in fondo allo scritto.
Potevo omettere tutto ciò?
Ecco!
 
***
Il ragionamento ad alta voce.
Non ho mai festeggiato il mio compleanno per omissione.
Di senso direi, se non fosse episteme e la mia solo opinione.
In alcune occasioni d’esso, ho celebrato mia Madre e non nell’avvento, accadimento dai mille volti, ma nel suo dolore.
Alle “somme” la vita è sempre dolore, per alcuni indicibile.
Per i vuoti di testa a volte anche, e l’anche nella circostanza, si tramuta in tragedia.
Si stabiliscono delle convenzioni e quasi sempre per alleggerirne il peso.
È pesante e qualcuno mi dica di no!
Una volta le ricorrenze, oggi le giornate.
Spezzano?
Non lo so, a me danno irritazione.
Ma non ne faccio un vanto, al bilancio e mi vedo alieno.
Il genetliaco, pur comprendendo tutte le motivazioni profonde, e celebrandolo con piacere a chiunque mi stia vicino, a me è del tutto indifferente.
Sto sempre sulla bilancia e mi peso non aspettando l’occasione.
La mia vita si declina al presente sempre.
E il passato remoto e prossimo, come il futuro anteriore e posteriore, sono immanenti al presente che non è un tempo dell’indicativo, ma dell’esistenza.
Mi mettono in crisi ricorrenze e giornate, fanno di me uno spaesato.
Un senza luogo, apolide di quel senso.
E l’intelligenza dell’adeguarsi non mi conforta estraniandomi.
La Pazzia è voler fermare il mondo e non mi spendo.
Nell’intimo del pensiero e dei comportamenti non nocivi, però, vivo la negazione.
Immanenza dell’immutabile.
Come alfiere disarcionato.
 
Michele Cologna
San Severo,martedì 9 marzo 2021
20:34:08 
 
Ps
Questo scritto per dare la possibilità a tutte le amicizie, avendo io il diario chiuso ai post, di apporre il proprio pensiero.
Non mi piace l’azione e la depreco.
Però meglio che non avere la possibilità di accedere ai messaggi privati per congestione di arrivi, come negli anni trascorsi.
Grazie a tutti: amiche, amici e lettori.
 
 
 
 

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