venerdì 5 marzo 2021

Dimissioni di Nicola Zingaretti e il costituzionalista Zagrebelsky

Dimissioni di Nicola Zingaretti e il costituzionalista Zagrebelsky
 
Da un grande costituzionalista e intellettuale, si è lamentata la democrazia dall’Alto.
Chiaro il riferimento al governo Draghi e la crisi dei partiti che non hanno più alcuna capacità di assorbire le necessità che partono dal Basso.
E la democrazia se non prende ragione, forza dal Basso è Aristocrazia e Meritocrazia.
Giusta considerazione e lucida visione.
Qualche quotidiano e alcuni giornalisti che fanno politica, hanno colto l’intelligente osservazione e l’hanno declinata alla miseria della quale sono portatori insieme all’indecenza intellettuale.
Non faccio i nomi, ma tutti capite.
Si è dimesso Zingaretti.
Cosa c’entra?
Presto detto!
Zingaretti era portatore di una visione del partito come lo strumento del popolo degli elettori a raccogliere quello che partiva dal Basso.
Il solo nel Partito Democratico, gli altri tutti “gestori di potere”.
Nell’Area della sinistra e democratica l’unico insieme a Bersani.
Gli altri sono soggetti tutti che si sono fatti interpreti della volontà popolare con il loro metro e hanno creato partiti e movimenti personali.
Anche il bravo Calenda e non ha resistito al proprio partito.
Con le sue dimissioni muore la speranza di riportare quel partito nella funzione costituzionale e, cosa che sfugge a tutti, illuminista.
I partiti sono strumenti del popolo che attraverso essi si fanno parte e ne dimostrano esigenze e volere.
Ora sarà il volere delle correnti nel Partito Democratico.
Di Grillo nel Movimento che non si chiamerà più 5Stelle, che opera senza freni inibitori e stabilisce linea e uomini.
E l’ex presidente del Consiglio Conte la vita, la storia e le necessità di quello che un tempo era, sebbene strumentalizzato e aizzato all’odio, un movimento dal Basso.
Mi fermo all’area progressista e di sinistra e non sfioro l’altra che sta nelle medesime, se non peggiori, condizioni.
Non c’è più espressione che provenga dal Basso e il trasformismo l’ha fagocitato nell’Alto.
Professore Gustavo Zagrebelsky, tra l’Alto squallido di costoro e l’Alto di Draghi, non posso che vedere quest’ultimo come manna caduta dal cielo.
Aggiungo solo che essendo io un illuminista residuale, non voterò mai Draghi, mai Calenda, mai Conte, mai Renzi, mai chi si fa nella persona partito.
C’era la speranza del Partito Democratico l’ultimo dinosauro ora ferito a morte dalle dimissioni del segretario.
Continuerò a non recarmi alle urne a votare e a sperare in uomini come Draghi.
Ne vedo tutto il pericolo, Professore Zagrebelsky, ma forse il pericolo è il futuro di chi perde il proprio senno.
 

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