mercoledì 29 aprile 2020

L'Adagio ...


L’Adagio …

Recita un vecchio adagio, “Il porco è il mio e l’ammazzo da dove voglio io”.
C’è, meglio c’era, un metodo che conteneva in sé osservazioni e abitudini per il rito della soppressione del maiale prima del Natale e su come tagliare i pezzi per l’uso e la conservazione.
Possiamo aggiungere al metodo anche valori etici.
Far morire subito la bestia e non farla patire.
Non farsi ammazzare a propria volta perché un maiale ferito è pericolosissimo.
Il maiale doveva morire con un colpo solo di coltello e necessitava di tutto il mestiere per farlo.
Anche perché, “Del porco non si butta niente”, in questo assoluto il rito.
Era l’unica carne disponibile e doveva durare fino all’ammazzamento del successivo.
Un anno.
Regola, pratica, etica nell’uso.
Però, però stava, stavano coloro che si credevano più bravi e migliori, liberi e all’affermazione di cui sopra, “il porco è mio e posso ammazzarlo da dove voglio io”, aggiungevano “anche dal culo”.
Condannabili?
Deprecabili?
Insofferenti?
Libertini?
Tutto possiamo pensare e forse saremmo nel giusto, ma che costoro avessero libertà di scelta nessuno ne può dubitare.
Alcuno con autorità o senza.
Il maiale era il suo.
La Cina ha pensato bene come ammazzare il proprio.
Non si ammazzano più maiali per l’uso e l’Italia ha pensato che il modello cinese andava bene.
L’assoluto del Potere e il Diritto.
Un abisso non colmabile.
La responsabilità del Diritto è stata per un attimo accantonata e gli italiani, come e più dei cinesi, sono stati ubbidienti e osservanti.
Trascuriamo completamente l’etica e l’eugenetica nelle decisioni.
Il Direttore d’orchestra s’è pensato grande e come l’altro, il cinese, in assoluto e solo a dettare disposizioni e comportamenti.
Addirittura e far mutare semantica ai termini.
Il Diritto può tollerare all’eterno il Vulnus?
No!
Quello che è passabile attraverso esso e quel percorso è obbligato.
Ciò che concerne le libertà e le abitudini, l’uso e i costumi, la propria percezione del bene e del male, “il porco è mio”.
Può un “uomo per caso” nominato e non eletto, un mestierante per recente e provvisorio apprendistato, punta di diamante di “rivoluzionari antropologicamente diversi”, di uomini che hanno alzato la bandiera dell’ignoranza e con orgoglio la sventolano, può, dicevo, calpestare ogni uso e costume, morale ed etica, Diritto Inalienabile e Positivo, con l’ipse dixit?
Può costui continuare come uomo solo al comando?
No, l’Italia non è la Cina e il Potere è nel Parlamento e le Regole.
I sondaggi e la popolarità sono dei demagoghi e deficienti, dell’informazione al servizio, dei pennivendoli.
L’Italia, nonostante lo schifo della politica e dei politici, è ancora una democrazia parlamentare.
Una Democrazia Parlamentare.

Michele Cologna
San Severo, giovedì 30 aprile 2020
08:02:42



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