Pianto di cose mai possedute e per sempre perdute
Corse di riso gioiose
Strade di passi leggeri
Ciottoli di voli incantati
Fiumana di paure lontane
Gelso possente stagliava
Tre fanciulli i rami le mani
Visi di nero macchiati
Sguardi e grande risate
L’orto d’opera grande
Lo zio gioioso guardava
Nipote e figlia garruli
Portulaca grande abbuffata
La mamma indugiava seria
Sospetto nel cuore gli occhi
Ma felicità corre ragazza
E viso e mani allontana
La sera di giochi spossata
Il riposo la cena porgeva
Il tavolo da gran ruffiano
Lo sguardo celava la mano
Cosce sode e possenti
Dita bloccate sull’orlo
Quando timorosa si traeva
Spazio concedeva sapiente
Tumulto passione bambina
Sogno di sposa vagheggiato
Paura di pianti rimossa
Di durata eterna l’estate
Lacrime presto avanzarono
Promesse silenti aggiunsero
Mai cuori così straziati
Presto si sarebbero abbracciati
Ora di anni e d’oblio l’offesa
Il cuore ritorna al fanciullo
E l’amore recupera presente
Lacrime e gran struggimento
Michele (san severo 04/08/2009 9.51.20)
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