sabato 15 agosto 2009

L’incontro… sogno mancato

L’incontro… sogno mancato


Corpi sinuosi d’acerba bellezza
Occhi straripanti curiosa beltà
Visi pudichi di rossori velati
Pensieri lampi di gioie ignote

Mani unite desideri sconosciuti
Passi incerti di luoghi infrequenti
Baci goffi di movenze rubate
Sospiri intimi di sorrisi ansiosi

Rifugio precario talamo insolito
Erbe morbide urticanti e di spine
Vesti panico e impacciate paure
Sguardi bassi di note vergogne

Timidi tocchi e pelle irti cristalli
Labbra di fonte disseccata i baci
Sguardi sfuggono gli occhi persi
Ansie popolano morte zone vive

Sincronici gesti muovono l’aria
Passi felpati fendono l’angoscia
Ignote parole non svelano arcano
Trovate le luci perso il cammino

Michele (san severo 15/08/2009 21.10.23)

Appendice

Nell’agosto del 1999 o 2000, Michele, in una tarda mattinata, portava a spasso la sua inquietudine, percorrendo Via Checchia Rispoli – lungo viale sanseverese -, per servizi o altro, non ricorda.
Trascinava lenti i suoi passi perso nel dolore di nulla che mai l’abbandona.
Gli occhi si fermano, una donna d’eleganza casual vestita mostrava di spalle un corpo aggraziato.
Gli sembrava conosciuto.
Studiò come per caso passarle davanti…
Il pensiero e i passi simultanei, gli occhi s’incontrarono: “Giuseppina!”, esclamò.
Gli stessi occhi ricci di sorriso luminoso su un volto d’anni ancor più bello.
“Michele!”
La luce del sorriso vinse… perle s’affacciarono.
Allungò la mano, prese quella di Michele, “andiamo!”.
Alle spalle una boutique d’abbigliamento li ospitò.
“Posso abbracciarti, Giuseppina!”
“Dai cretino, è una vita che aspetto!”
Ora lacrime scendevano bagnandogli l’arida barba.
“Perché, Michele? Perché!”
Non rispose Michele ma il ragazzo sedicenne.
“Eri infinita, Giuseppina! Ho avuto paura… Il tuo fiore immenso… La mano si perdeva… Sarei morto trascinato…”
Le perle, ora lacrime.
“Michele, se l’avessi saputo! Ti ho sentito irrigidire e ho creduto non ti piacessi. Il mio alito… il mio profumo… è una vita che me lo chiedo!”
Di lacrime e di baci abbracciati, ora ridevano.
“Cosa fai a San Severo, Giuseppina?”
“Subito dopo quell’estate, Michele, son tornata da Torino. Volevo starti vicino. Ho completato gli studi a san Severo. Sono stata a casa di mia zia.”
“Non ti ho mai vista, incontrata, Giuseppina!”
“È colpa mia, non ho mai avuto il coraggio di avvicinarti!”
“Sì, Michele! Ora che ci siamo ritrovati… non ci lasceremo più. Vero? Questa boutique è mia…”
“Certo, Giuseppina! Certo…”
Michele e Giuseppina non si sono incontrati mai più.
Avevano mancato il sogno… non potevano ingannare il destino.

(16/08/2009 10.17.32)

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