sabato 10 dicembre 2022

Mt. 11,2-11 domenica 11 dicembre 20022

Mt. 11,2-11 domenica 11 dicembre 20022

“sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”, “che cosa siete andati a vedere nel deserto?”
 
Che domande!
Sono ore e ore che tento di scrivere senza riuscirci, mi ossessionano le due domande.
Voi che leggete provate, non dico a farvi ossessionare, ma a farvi da esse penetrare.
Prendere.
L’inquietudine sale e si fa forma, “questo nostro mondo attuale”.
Un deserto. dove s’è asciugato ogni Valore. Umanità. Pensiero. Dio.

“Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta?”.

Rispondiamo a queste domande che Gesù pone.
Non sottraiamoci, non facciamo gli struzzi.
Ecco, noi tutti siamo andati, veramente abitiamo il deserto e ammiriamo, celebriamo, eleggiamo coloro che vestono abiti di lusso e abitano i palazzi dei re.
Anche quelli vestiti di stracci, non appena attraversano quella soglia, diventano cortigiani.
Stanno nel palazzo dei re.
Allora, cosa ammiriamo, un profeta forse?
Ma non ne vestono tutti i panni?
Anche la nostra “borgatara” con Dio, Patria e Famiglia?
E non desertifica peggio dei precedenti?
Allora?
Ascoltiamo:

“Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.
 
Si affaccia alla mente “la ricerca del tempo perduto” di proustiana memoria.
Povero Proust vilipeso.
Un tempo non tempo della realtà e neanche della storia.
Delle aspirazioni nemmeno.
Un tempo dell’immaginazione del pensiero positivo che non ha fatto storia e mai la farà.
Abita le aspirazioni che non navigano mari e acque.
Acquasantiere.
Religioni e credo.
Sovrani e sudditi.
Asserviti e liberti.
L’Uomo liberato e non dalla morte come il nostro San Paolo nelle lettere.
Nemmeno quello del grande Pessoa “affrancato dalla vita”.
No!
L’uomo liberato che immagina e prospetta il Nazareno.
Che è così infinitesimale e d’alcun potere e costrizione.
Libero come la prostituta.
Come la mamma e tutte le donne, immaginate non asservite e d’alcuna evitazione né celeste, né umana.
Il velo.
Lesbica.
Puttana.
Sono solo fatti suoi come quelli del figlio omosessuale.
Di genere non definito.
Un tempo dell’Amore che non può essere governo né degli uomini e né di Dio.
Non si fa regola e fine.
Prospettiva.
Un tempo che sta nelle aspirazioni di una vita libera, tua.
Nessuna direzione imposta, cercata, indicata.
Dell’anima che si fa reggente del solo sé che non vuole e può essere quello dell’altro.
Ognuno re di se stesso e dell’altro rispetto e dono e alcuna crocefissione e impiccagione.
Libero corpo e libera anima e la fine d’ogni potere e guida.
Amore che si fa tempo e storia.
Ho molto sofferto oggi a scrivere, buona lettura a tutti.

Michele Cologna
San Severo, sabato 10 dicembre 2022
12:36:40

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