Innocuo gioco, tenera illusione
Il dialetto sanseverese, che non esiste quasi più, foneticamente è molto stretto e incomprensibile.
Pure sgradevole all’orecchio!
È come ascoltare il francese parlato da un parigino, non comprendi niente e ti resta il suono stridente delle consonanti senza vocali.
Certo il sanseverese risente molto dell’occupazione francese e si conservano ancora dei francesismi.
Nei dintorni e in maniera particolare sul Subappennino Dauno, il dialetto è più gradevole, aperto e le vocali trovano il loro spazio ampio tra le consonanti.
È più melodioso e cantilenante.
San Severo, però, non sfugge alla regola che il più forte è anche più bello.
Sempre!
E così avendo ospitato per lavoro molti dei dintorni, è diventato anche il dialetto da imitare.
Parlare.
Grandi storpiature dell’uno e dell’altro.
La “e” come la pronunciano i sanseveresi è suono indefinito, nonché brutto e quasi nessuno riesce a imitarlo.
I sanseveresi facendo del sarcasmo, ridevano sulla pronuncia degli ospiti.
Mio padre era sanseverese e mia madre pietraiuola, essendo ella di Pietramontecorvino.
Spesso il suo modo di parlare veniva deriso e da mio padre e da noi figli.
Così mia madre, mentre con mio padre faceva buon viso a cattivo gioco, nei confronti nostri si arrabbiava e del suo ne vantava giustamente, la maggiore godibilità del suono.
Stamattina ero in bagno per attendere alle mie abluzioni e cosa rara, canticchiavo.
Una canzone proprio pietraiuola e m’accorsi che facevo il verso alla mamma.
La imitavo nel canto.
Di colpo il sorriso e m’è sembrato di avere compagni in esso mio padre, mia madre e mia sorella Carolina.
La loro esistenza in vita, mio padre nel 1962, mia madre nel 1994, Carolina nel 2011, è cessata nelle date indicate e allora?
Sì è vero, loro esistono in morte nella mia memoria, ma io li ho percepiti vicino e sorridenti!
La tradizione orale, la credenza popolare vuole che i morti escano dalla loro condizione di assenti con la ricorrenza del Due di Novembre e rientrino con l’Epifania - che ogni festa porta via -, e stiano sulla terra tra i vivi.
Stavano con me?
È chiaro che sto giocando con i miei sentimenti, la credenza e la voglia d’abbracciare loro, papà, mamma e Carolina, anche solo con un sorriso.
Ma che tenero e dolce gioco.
Che bella illusione!
Michele Cologna
San Severo, lunedì 5 novembre 2012
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