mercoledì 3 novembre 2021

Innocuo gioco, tenera illusione

Innocuo gioco, tenera illusione 

 

 

Il dialetto sanseverese, che non esiste quasi più, foneticamente è molto stretto e incomprensibile.

Pure sgradevole all’orecchio!

È come ascoltare il francese parlato da un parigino, non comprendi niente e ti resta il suono stridente delle consonanti senza vocali.

Certo il sanseverese risente molto dell’occupazione francese e si conservano ancora dei francesismi.

Nei dintorni e in maniera particolare sul Subappennino Dauno, il dialetto è più gradevole, aperto e le vocali trovano il loro spazio ampio tra le consonanti.

È più melodioso e cantilenante.

San Severo, però, non sfugge alla regola che il più forte è anche più bello.

Sempre!

E così avendo ospitato per lavoro molti dei dintorni, è diventato anche il dialetto da imitare.

Parlare.

Grandi storpiature dell’uno e dell’altro.

La “e” come la pronunciano i sanseveresi è suono indefinito, nonché brutto e quasi nessuno riesce a imitarlo.

I sanseveresi facendo del sarcasmo, ridevano sulla pronuncia degli ospiti.

Mio padre era sanseverese e mia madre pietraiuola, essendo ella di Pietramontecorvino.

Spesso il suo modo di parlare veniva deriso e da mio padre e da noi figli.

Così mia madre, mentre con mio padre faceva buon viso a cattivo gioco, nei confronti nostri si arrabbiava e del suo ne vantava giustamente, la maggiore godibilità del suono.

Stamattina ero in bagno per attendere alle mie abluzioni e cosa rara, canticchiavo.

Una canzone proprio pietraiuola e m’accorsi che facevo il verso alla mamma.

La imitavo nel canto.

Di colpo il sorriso e m’è sembrato di avere compagni in esso mio padre, mia madre e mia sorella Carolina.

La loro esistenza in vita, mio padre nel 1962, mia madre nel 1994, Carolina nel 2011, è cessata nelle date indicate e allora?

Sì è vero, loro esistono in morte nella mia memoria, ma io li ho percepiti vicino e sorridenti!

La tradizione orale, la credenza popolare vuole che i morti escano dalla loro condizione di assenti con la ricorrenza del Due di Novembre e rientrino con l’Epifania - che ogni festa porta via -, e stiano sulla terra tra i vivi.

Stavano con me?

È chiaro che sto giocando con i miei sentimenti, la credenza e la voglia d’abbracciare loro, papà, mamma e Carolina, anche solo con un sorriso.

Ma che tenero e dolce gioco.

Che bella illusione!

 

Michele Cologna

 

San Severo, lunedì 5 novembre 2012

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