sabato 13 marzo 2010

Semplicità...



La bellezza non è un’aseità.
Non è in sé.
Non sussiste per sé stessa.
Se così non fosse avremmo un’idea fissa d’essa, e ogni aspirazione di bello dovrebbe esserle assoggettata.
Ringraziando il cielo questo ci è stato risparmiato, se non da alcune culture religiose e animistiche, per le quali la bellezza è il prototipo che venerano.
Propongono.
Anche quella cristiana, in verità, pone nella luce, nella perfezione la bellezza, mettendo il buio nel peccato e il difforme e deforme nelle mani del male.
Togliendo così al buio e all’imperfezione il loro fascino.
La bellezza.
Ho affermato tante volte e mi ripeto, che “la bellezza è una costruzione in fieri”.
Non ho cambiato idea ed è difficile che un pensiero libero possa distogliere lo sguardo dalla ricerca della bellezza.
Affermato ciò, bisogna dire che alcune cose conservano, quasi custodiscono il segreto della bellezza che viene riscontrato dai più e nei vari periodi storici.
Una, se non la principale, è la Semplicità.
Celebrata nel tempo da ogni cultura…
Cercata in potenza nelle più disparate forme…
Osservata nelle situazioni accidentali, occasionali…
Praticata in manifestazioni non manierate, stilizzate…
Verificata in contesti degradati e persi a ogni elevazione…
La semplicità, trovando sempre riscontro nel gusto e nel tempo, è una condizione necessaria della bellezza.
Possiamo allora affermare senza tema, che non la bellezza che è una costruzione a sussistere di sé, ma la semplicità.
Ella, variando in potenza e in atto, insinuandosi nei contesti più disparati, degradati o eccelsi, manifestandosi nelle condizioni meno costruite, è un in sé.
È quell’aseità condicio sine qua non, condizione necessaria e indispensabile senza la quale non può verificarsi e quindi riscontrarsi l’essenza della bellezza.
Certo, seppur l’elemento fondante, è una sola componente della bellezza.
Altri e altri ce ne sono e dipendono da cosa noi cerchiamo nell’osservazione, ma della semplicità non possiamo farne a meno.
Prescinderne.
Non c’è bellezza senza.
Una donna giovane, ammaliante, irresistibile…
Fornita di ogni archetipo del gusto, del consumo, del topos…
Accenderà ogni desiderio, tutte le passioni…
Farà commettere pazzie…
Ma se non conterrà in sé l’essenza della semplicità, sarà ogni cosa ma non potrà mai essere definita “una bellezza”.
Non faccio il critico, e non voglio fare esempi, cerco solo di penetrare col pensiero la realtà che osservo.
Ma se ne potrebbero riportare di casi a conferma.
La semplicità, allora, della bellezza la condizione prima.
Semplicità “caput anguli” della Bellezza.
Una donna, la semplicità, pietra angolare della bellezza, altra donna.
Meraviglioso femminile…
E se è vero che la Semplicità e la Bellezza sono caratteristiche del divino, la donna del divino ne è l’interprete più autentica.
Questa nota alla semplicità, alla bellezza e alle donne...
Inchino il mio sentire.


Michele (s. severo 13/03/2010 15.35.21)

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