domenica 29 gennaio 2023

La pavidità dell’Occidente e il Macellaio

La pavidità dell’Occidente e il Macellaio
 
Trascinare la guerra per le lunghe è la strategia del macellaio Putin e la vittoria certa.
Le tirannie non rispondono all’opinione pubblica, se non alla volontà del tiranno.
La Russia è sotto la tirannia del Macellaio.
Le democrazie vivono della libertà, delle opinioni e del rito che le rende tali.
Il voto che è misura del consenso.
La guerra lunga logora le democrazie e favorisce le tirannie.
È esattamente ciò che sta accadendo.
L’Occidente, aggredito nei valori e nel diritto, sta cedendo alla stanchezza.
L’etica nel migliore dei casi si attenua e quasi sempre si adegua.
Ogni dittatura si fa consenso con gli anni.
Sembrava che l’Italia, con la fine della guerra e la democrazia, fosse guarita dal fascismo.
Madornale errore.
È bastata la ferocia di una donnicciola e il programma “io sono Giorgia” e il fascismo s’è risvegliato.
Ora è tornato e pian piano l’inimmaginabile si farà bisogno e poi verità.
Lo notiamo tutti i giorni.
Si lancia il sasso, si ritira la mano, si conferma.
Il fascismo è un veleno.
Assunto giorno dopo giorno immunizza.
Sì e la democrazia e il diritto si fanno il nemico da abbattere.
Notate, se ne avete ancora facoltà.
È cosa insopportabile l’Ucraina con il suo Presidente, è ragionevole cedere alla forza.
Il nazismo e il fascismo sono stati fermati con la guerra.
Putin sarà fermato solo con la guerra e non della sola Ucraina, ma dell’Occidente intero.
Uomini pavidi, come il Cancelliere tedesco, cedono.
Temono.
L’Italia ha amici fidati del Macellaio al governo che hanno già rallentato l’azione.
Una sinistra vetero che ha il nemico nell’America sempre.
L’America ha in sé una quasi maggioranza, capeggiata dall’amico del Macellaio, Trump.
L’altra metà, con Biden Presidente, è timida. Timorosa.
La spaventa il conflitto che potrebbe sfociare nel nucleare.
Putin ha già vinto.
Si sarà evitato una guerra parziale per una generale che non potrà tardare.
Perché non fermare il macellaio Putin e ogni tirannia, sarà la ragione della prossima guerra che sarà la fine del mondo conosciuto.
È bene saperlo per non trovare giustificazioni future.
Nessuno è assolto.
 
Michele Cologna
San Severo, lunedì 30 gennaio 2023
07:35:53

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venerdì 27 gennaio 2023

27 gennaio 2023

27 gennaio 2023
 
Non è la vecchiaia a tenere sveglia la mia memoria.
Da sempre mi tormenta.
Tanto che, non ancora trentenne, mi ha fatto scrivere, “Il mio passato è un lutto al presente”.
Questa mattina e mentre aspettavo che il caffè uscisse, “quanti olocausti”.
Infiniti e consumati senza pena.
Ignorati da Dio e gli uomini.
La figura di “zi Matteo” e “za Palmina” e ne ho percorsa la storia loro e del bambino, io.
Stavo attaccato dalla mattina alla sera a zi Matteo.
Non mi stancavo mai delle sue “racconte”.
I rimproveri di mammina non mi facevano demordere.
Lo tormentavo, ma lui aveva tanto tempo a disposizione.
Era il guardiano dei cavalli nella campagna di mio padre.
Lo seguivo senza tregua.
L’estate, alla chiusura delle scuole, ci trasferivamo in campagna tutta la famiglia ed era la felicità.
Già molto vecchi zi Matteo e za Palmina, nativi di San Marco in Lamis e senza casa e alcun sostegno.
La loro casa è stata sempre l’essere “a padrone”.
Per le Puglie, dicevano.
La sera ci si sedeva al fresco davanti alla masseria e io preferivo, fino a quanto mia madre non mi prelevava con la forza, stare ad ascoltare loro che litigavano su tutto.
Zi Matteo era in continuazione corretto da za Palmina.
Una sera chiesi curioso e questa volta a za Palmina, quanti figli avessero.
Sei, sette, no, otto e bisticciavano.
Zi Matteo a occhi asciutti, za Palmina con le lacrime.
Tutti “a padrone” per le Puglie e si accavallavano luoghi e anni.
Non avevano notizie.
E za Palmina si chiedeva se vivi o morti.
Zi Matteo taceva.
Un solo figlio a San Marco in Lamis non in condizioni di sostenere i genitori e neanche la sua famiglia.
È olocausto?
Quaranta chili di pane al mese, due litri d’olio, otto mila lire.
Questa era la mesata dei due.
Mio padre “li teneva per pietà”, non si guadagnavano quel salario.
L’estate finita e il ritorno in città.
Il bambino non ha mai più visto e saputo di Zi Matteo e za Palmina.
Oggi è il Giorno della Memoria.
Mi piace che qualcuno versi una lacrima per loro e i figli senza storia.
Io lo faccio spesso.
Metterò una foto dove sta appunto zi Matteo, io in mutande, mio padre e lo zio Alessandro di Napoli, venuto a visita in campagna.
La Shoah l’ho celebrata da sempre con lacrime e scritti.
È stata anche la fine della mia carriera da gazzettiere.
Sì, perché un prete spretato, direttore responsabile d’essa, non poteva pubblicare il mio articolo.
D’accordo, erano stati nazisti, ma è cosa inutile così chiamarli.
Il poveretto “peloso” e non so se ancora vivo, non sapeva che il nome è la cosa.
Ancora adesso.
Quanti giornalisti lo ignorano.
Ho dismesso l’abbonamento al Corriere della Sera.
La feroce Giorgia non è destra reazionaria, vero Galli Della Loggia?
È destra non peggiore dei comunisti, non quelli sovietici, italiani.
Che indecenza!
Non si può suggerire al grande storico fazioso Galli Della Loggia niente.
Ma io azzardo, Karl Kraus.
Capirebbe tante cose il “poveretto”.
 
Michele Cologna
San Severo, venerdì 27 gennaio 2023
09:15:09

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giovedì 26 gennaio 2023

L’orribile e domani è il Giorno della Memoria

L’orribile e domani è il Giorno della Memoria
 
Non l’ho mai detto apertamente.
L’ho lasciato intuire, però.
Dopo ciò che è accaduto ieri su un mio scritto da parte di alcune donne, lo espliciterò.
Così se quelle di ieri ho dovuto oscurarle, altre della specie possono da sole.
Una donna di destra e non quella liberale, alla Giorgia, per capirci, è l’Orribile.
Il mio disprezzo e la repellenza.
Intellettuale e fisica.
Non darei mai la mano a Giorgia, la sporcherei irrimediabilmente.
Anche a Berlusconi. Lo schifo più profondo.
Ma parliamo di donne.
Domani è il Giorno della Memoria. Della Shoah.
Penso che a nessuno sia ignoto il ruolo femminile nella gestione dei Campi e la crudeltà.
Dico che sia molto più facile per il maschio perdere l’umanità.
Per una donna che partorisce, non riesco a comprenderlo.
Sarà un limite mio, ma sono contento d’esso.
Perché una donna alla Capò, una alla Giorgia e potrei continuare, sono la negazione della Madre, del Bello, della Femminilità.
Della Creazione.
Elisa Springer, nei suoi scritti, s’è soffermata più di altri sul ruolo delle donne nello sterminio e la ferocia.
Come si crea un nazista è ben descritto nel libro “Campo 29”, una lettura molto lontana nel tempo, ma che s’è impresso nella mia mente ed ha aperto le porte della comprensione al giovane uomo.
Ma ad una donna lo stesso trattamento non era e non sarà mai possibile.
Allora?
Penso che il fascismo, il nazismo, la destra/destra in una donna sia il Male senza giustificazione.
Il maschilismo è la radice di ogni destra e di ogni illiberalità e fascismo.
Ma la donna?
La donna che sposa l’ideologia che l’ha fatta schiava nei secoli.
Quella che le ha annullato personalità e ragione.
L’ha sottoposta a ogni violenza e tabù. Evitazione e abuso.
Sopruso e Governo.
La ragione?
Si può comprendere il Male che non ha ragioni, se non in sé.
Mentre nell’uomo, maschio, manca l’aseità del Male, perché è induzione, nella femmina è aseità.
E ti attraversano la mente gli stereotipi e le narrazioni su Satana e il femminile.
Voglio concludere questo scritto che il mio nous nega anche nel logos.
Deprecabile e condannabile il Male sempre.
E il maschio d’esso s’è nutrito senza soluzione di continuità dalle origini.
Ma nella femmina che del Male ha subito ogni conseguenza, non lo comprendi.
Quello della feroce “io sono Giorgia”, che non vuole il suo ruolo declinato al femminile, non è un vezzo.
Neanche uno sdoppiamento di genere.
È l’impossibilità conscia, oppure inconscia, di poter giudicare la sua “inumanità” conservando il femminile.
Un mostro che si nega riconoscendo il male in sé.
La Donna, il Femminile è la Bellezza del Creato e non può che alienarsi nella creazione, la forma d’amore non raggiungibile da altra umana fattura.
La destra illiberale, il fascismo, il razzismo, la separatezza e l’esclusione nella donna sono la rivelazione del Male come aseità.
Un Mostro.
Spero che dopo l’esplicitazione del mio pensiero, prendano il largo tutte quelle donne, come quelle costretto a bannare ieri, che si riconoscono nella destra neofascista ora al governo e che si riflettono nello specchio della “io sono Giorgia”
Onore alla nostra senatrice a vita Liliana Segre e a tutte le donne che hanno vissuto l’infamia di ogni fascismo e violenza.
Evitazione e maltrattamento, abuso e sopruso.
Onore alla Grazia impareggiabile del Femminile portato con la dignità donna.
 
Michele Cologna
San Severo, giovedì 26 gennaio 2023
08:33:18

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mercoledì 25 gennaio 2023

La dittatura dei numeri

La dittatura dei numeri

“Vorrei che fossimo felici”, dice la donna scampata alla morte dopo l’accoltellamento da parte del compagno.
Le vogliono togliere i tre figli.
Sì, tre nonostante la sua giovane età, venticinque.
Non ha casa, non ha lavoro e conta sui genitori e una sorella.
Poi, e magari un lavoro.
L’orologio dell’Apocalisse segna novanta secondi alla fine.
Non fa notizia e meno di una qualsiasi di cronaca.
È talmente sproporzionata notizia che è più facile rimuoverla che pensarla.
Anche l’altra.
Sì, la guerra voluta dal Macellaio di tutte le Russie.
Minaccia e fa la vittima, organizza lo sterminio sistematico del popolo ucraino.
Appoggiato dal Cinese che è trattenuto solo dalla conquista del mercato occidentale.
Però foraggia e incoraggia il Pazzo coreano che fornisce armi al Macellaio.
Non sarà l’unica causa che avvicina ai novanta secondi, ma è determinante.
Come l’inquinamento, il riscaldamento, l’incapacità.
E gli italiani, per esempio, non sono affatto bravi in matematica.
Il mondo si regge sui numeri.
E i numeri sono padroneggiati da pochissime teste illuminate.
Sicuro, noi pensavamo che fosse l’uomo a reggere le sorti del mondo e ora ci dicono i numeri.
Abbiamo sbagliato a studiare il pensiero.
Né quello greco, latino e di qualsiasi altra origine.
Nemmeno a parlarne dell’Amore predicato dall’Uomo poi crocefisso e portato dagli assassini agli altari.
No, i numeri!
Mi umilia un po' stare ai piedi di una tabellina, ma ti devi piegare.
Denunci un abuso, per esempio sul social, ti rispondono che se vuoi puoi bloccare il tizio.
Ma quello è un truffatore che ha rubato l’immagine di altra persona!
L’algoritmo non contempla il caso.
Anche nella valutazione umana ammenoché non si sia parenti prossimi al potere.
Già il potere!
Gli italiani hanno votato e mandato al governo del Paese, una donna feroce con il programma “io sono Giorgia”.
Povera disgraziata perché con il programma, costretta a cambiare a ogni battito di ciglia, ha perso l’identità.
La realtà dei numeri l’ha assoggettata all’algoritmo di Davos.
Ma costoro che come Dio possono tutto, anche loro rispondono obbedendo all’algoritmo.
Ai numeri?
Che povertà!
Come quel miserabile catturato dopo trent’anni di latitanza.
Questo uomo nulla che basa il suo potere su seicento morti ammazzati e poi per cosa?
Dare obbedienza ai numeri?
Sarà anche Dio un numero?
Ma forse non era molto bravo in matematica e ha sbagliato.
Come me d’altronde.
Ma io sono stato più furbo ho creato, laureandolo, un figlio in matematica.
Sì, ha rinnegato il padre, è vero!
Ma governa i numeri, però.
 
Michele Cologna
San Severo, mercoledì 25 gennaio 2023
11:09:55

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domenica 22 gennaio 2023

La mente critica

La mente critica
 
Appena sui social e un’amicizia mi chiese degli aiuti su Pasolini.
Un po' di corrispondenza privata e mi resi conto del digiuno e la poca capacità riflessiva, critica dell’amicizia.
Cosa voleva fare, scrivere una biografia di Pasolini.
Pazzesco, pensai, e cercai di dissuaderlo.
La quantità enorme di dati e le consultazioni. I luoghi. Le fonti.
Con l’ingenuità dello sprovveduto, aveva Wikipedia.
A qualche mia obiezione, la fede sua sull’enciclopedia online.
Dopo qualche mese, mi scrisse se volevo comprare il suo.
Online a pochi euro.
Non gli risposi e non seppi più nulla. In verità ho dimenticato anche il nome.
È di tutti i giorni il riscontro dell’ignoranza totale, assoluta dominante ovunque volgi lo sguardo.
Vecchi, giovani, colti e analfabeti.
Ce ne stava tanta anche prima del web, ma il silenzio della vergogna, della responsabilità copriva.
La nuova era ha dato a costoro parola e arroganza.
A tantissimi l’opportunità di catturarli e la menzogna verità.
Vittime e la morte del sapere e del pensiero critico.
Ora arriva l’intelligenza artificiale e la sfida.
Non ho niente contro il nuovo, ma ho consapevolezza che mai l’artificio può gareggiare con l’autentico.
La fake news bisogna crearla e poi diffonderla.
Ma se l’amico che vuole scrivere il libro su Pasolini si serve della nuova ChatGpt, l'ultima frontiera dell'hi-tech, chi gli dirà che è una costruzione non di verità e senso, già vacillanti su Wikipedia, ma un’assemblaggio di parole?
Io sono fermo al pensiero che la maturità, scolastica e della vita, sia il Senso che è cultura e storia.
Memoria critica.
Quel senso che oggi è già chimera.
Domani?
Sento imperiosa la parola profetica e il Verbo si fece Dio.
Dio sarà la nuova ChatGpt?
 
Michele Cologna
San Severo, domenica 22 gennaio 2023
08:56:41
 
NB
Metterò a commento due articoli che potranno aprire gli occhi a chi li possiede ancora.

 

sabato 21 gennaio 2023

Damnatio memoriae?

Damnatio memoriae?

Non riesco a distogliere il pensiero dalla domanda, perché?
Un dolore che non è fatto di risposte mancate, ma di domande non esaudite.
Tornano le tue parole ogni volta, “Tu morirai pezzente, figlio mio, sei troppo buono”.
Ma io non mi sento buono!
È la verità mammina cara.
Mi è difficile accostare queste tue parole al dolore delle ferite che continuamente mi vengono inferte.
Sono disponibile è vero.
A volte la disponibilità verso l’altro la interpreto come una mia necessità d’amare, ma non sono buono e neanche “fesso”, credo, come tu mi consideravi mamma.
Riuscivi a penetrare quello che io non vedo?
Il fatto è che continuamente incappo nel coltello di coloro che amo o verso i quali mi rendo disponibile per amore.
Gratuito amore.
Sto arrivando ai settant’anni e cado sempre vittima come un bambino ai primi passi.
Negli affetti, nelle amicizie, nell’amore come dono di sé.
Mi dico che imparerò e invece sommo sconfitte e dispiaceri.
Dolore.
Perché?!
Non aspettandomi niente, perché questo dolore?
Una grande ferita che non riesce a mutarmi, eppure mi blocca.
Mi debilita nel pensiero come a volermi cancellare.
Eliminare quel mio modo d’essere pensiero.
Disponibile all’amore, alla comprensione, al bene.
Nella vita reale di tutti i giorni e come non bastasse, in quella virtuale.
Scorrono a ritroso gli anni e vedo solo mucchi di macerie: sono riuscito a farmi nemici in ogni dove e luogo frequentato.
Studi, professione, lavoro, attività, affetti, amicizie e per non smentirmi, virtuali.
Una prof di latino e greco del liceo, che mi amava pur non essendo stata mai mia insegnante, avendomi ritrovato quando facevo il gazzettiere, mi cercava per confermarmi il suo affetto, la mia bravura – bontà sua – la solidarietà.
Ogni mio articolo era una denuncia quando andava bene, altrimenti richiesta di danni.
Ho vinto tutte le cause, ma non ho potuto più scrivere per mancanza di editori disponibili ai miei.
“Michele, tu sei intellettuale puro e scrittore sincero.”
“Non puoi essere amato!”
“La tua bravura è il tuo destino e l’odio il pane quotidiano.”
Ci ridevo, il suo amore per me era sconfinato.
Stravedeva.
Ho rifatto libri di “scrittori” correggendoli, ho corretto poesie di “poeti”rifacendole, ho aiutato persone in forte disagio e mentale, ho dato me stesso in ogni richiesta e mi ritrovo tanti nemici.
Tutti coloro che hanno chiesto e ottenuto.
Alcuni in maniera subdola e non dichiarata, altri dichiarata e ostentata.
Facebook è stato ed è nella continuità.
Il difetto è senz’altro in me.
Aveva visto bene mia madre?
La mia professoressa innamorata?
Io che mi reputo sempre insufficiente nel donarmi?
Damnatio memoriae la mia?

©Michele cologna
San Severo, giovedì 21 gennaio 2016
 
 
 
 

 

mercoledì 18 gennaio 2023

Il Sistema

Il Sistema
 
La Democrazia Cristiana non fu un partito.
Fu un Sistema sopravvissuto alla sua morte.
Oggi che la Destra malavitosa, fascista e feroce è salita al governo il sistema si svela.
Leggo, leggo, leggo e mi si para davanti il tracciato.
E non capisci se sia stato il partito a dare volto al Paese, oppure questi a suggerire mente e corpo.
Il Partito, come il Paese.
Una testa “pulita” che comprendeva tutto e dava lustro sia al fetido che al buono.
La capacità di tenere e tessere, dare.
Un sistema appunto che doveva tenere il tutto.
Idee, aspirazioni, partiti, interessi.
Anche le richieste del Pci quelle che hanno fatto “parlare” di consociativismo.
Ho esperienze vissute di tanto.
Partito/Sistema/Paese.
Anche invertendo, Paese/Sistema/Partito, la sostanza non cambia.
Il Sistema.
Tutti i governi di questo sono stati obbedienti consciamente e inconsciamente.
Ogni forzatura all’equilibrio è stata stroncata.
La continuità.
La Destra/destra al governo rompe la continuità e non per sostituzione.
Per inutilità.
Il camuffamento non serve più.
La testa non deve più nascondere il corpo.
Ora può mostrare il suo essere.
La sua verità
La mafia e i poteri occulti possono operare senza infingimenti.
Sono il governo.
Il residuale va distrutto.
Matteo Messina Denaro, omen nomen, può essere catturato.
Con la sua mafia, poteri occulti, fascismo possono del Sistema mostrare il volto.
Il Palazzaccio ora ha aperto le stanze.
Attenzione che nel Palazzaccio stanno tutti i partiti e i movimenti.
Il fiato della politica italiana.
Nessuno si salva.
Tutti.
 
Michele Cologna
San Severo, giovedì 19 gennaio 2023
07:59:30

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lunedì 16 gennaio 2023

Avere la sensazione che non serva …

Avere la sensazione che non serva …
 
Scrivere.
Cosa puoi scrivere se si fugge la lettura.
Si rifiuta la ragione, la cultura.
Il buon senso.
Casini che va da Fazio e sembra uno statista.
Avete mai avuto come compagno di scuola un puzzone?
Ebbene Casini è stato il puzzone belloccio della Democrazia Cristiana.
Ogni puzza che si elevava, egli stava lì.
Ma non era lui a farle.
Un Ministro della Cultura ridicolo.
Sì, quel Sangiuliano, giornalista fallito, che fa diventare Dante l’iniziatore della cultura di destra e magari fascista.
Tentai di prefigurare al ginnasio, la figura di Fra Cristofaro e l’Innominato e non ricordo più i dettagli.
La prof di greco meravigliò e portò al Preside del Liceo il mio scritto.
Il Preside, prof De Rogatis, mi elogiò rimproverandomi, “i supporti culturali e storici”.
Non ancora stavano comunisti e democristiani.
E non ero ministro e neanche uomo, solo adolescente.
Stavo davanti al Supermercato in macchina ad aspettare mia moglie.
La voce robusta e spavalda di una vecchia conoscenza.
Socialista craxiano, sfegatato e magnaccione, delinquente al telefono e compresi con la figlia.
Quando si perde il lavoro, la prima cosa che non si paga è il fitto di casa e le bollette.
Non doveva temere, non le sarebbe accaduto nulla.
Doveva fidarsi di suo padre.
La mia Mammà, mia suocera.
Abitava un basso di pochi metri quadri, forse venticinque.
In quello erano nati le sei figlie e maritate.
Era solita la mattina uscire a fare la spesa al mercatino rionale che aveva proprio di fronte casa.
In grembiule come stava, la mano nella lisa saccoccia e i pochi spiccioli già contati.
Soffro a scriverne.
Quando venne a mancare, ci contattò il titolare delle pompe funebri.
Era tutto pagato.
Tutto!
Anche il pranzo funebre della consolazione.
Mangiai con le lacrime, come ora a scriverne.
Una volta a casa e fu l’unica che vomitai in vita mia.
Un’amica del social, con la quale s’è instaurato un rapporto più che tra fratelli, mi chiede di non condividere gli scritti dei quotidiani, ma le mie sintesi che lei comprende meglio.
È sofferenza scrivere, quando l’unico interesse è la paideia.
Come fai comprendere il Senso quando la cultura del non senso ha catturato menti e cuori?
Berlusconi, Grillo, Salvini, Renzi, Conte, Calenda, Meloni …
Questo schifo di populismo di destra e sinistra che ha depotenziato i cervelli di tutti.
Anche di quel Partito Democratico che è stato l’argine alla deriva fino all’ultimo governo Draghi.
Mario Draghi mandato a casa da un quaquaraquà quale Giuseppe Conte.
Voglio chiudere con una nota personale.
Ho fatto tutti i lavori.
Non ne ho disdegnato uno.
Quattro figli all’Università e alta la bandiera dello studio per comprendere.
Non quello utilitaristico.
Una mia figlia, rimasta disoccupata e tutti, anche io, fai la richiesta del Reddito di Cittadinanza.
S’è rifiutata.
Aborriva l’idea.
Non glielo mai detto, ma io l’ho ammirata e stimata oltre il pensabile.
È stata la spinta a farmi smuovere ulteriormente e da vecchio.
Ho ricavato da uno stabile di proprietà quattro appartamentini bilocali.
Ho fatto e ancora sacrifici enormi.
Però lei ha il futuro garantito e il proprio lavoro dignitoso.
A chi il Reddito di Cittadinanza!

Michele Cologna
San Severo, lunedì 16 gennaio 2023
10:18:55

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sabato 14 gennaio 2023

… e vaghi

… e vaghi
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di luoghi e storia anima
ti aggiri
sì i giorni a segnare ere
vissute
e
di sogni e veglie segreti
storie e progetti usati e
mancati
tu ne sei stato artigiano
e misura
diametro cavità e fuoco
occhio al tiro
bersaglio di te vacillante
 
ora ai dì pellegrino tu di
mantello privo santuari
senza i santi d’appoggio
cammini
e
straniero de il tuo senza
lacrimi a la meta il tratto
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michele cologna
san severo domenica 15 gennaio 2023
06:39:09
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diritti e riproduzione anche parziali
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martedì 10 gennaio 2023

… sorte carogna

… sorte carogna
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Sempre le stesse cose.
Gli stessi vizi.
Identiche virtù e fidiamo delle stesse persone.
Le cerchiamo uguali.
La varietà non ci appartiene.
Il vizio che non riconosciamo errore …
e condanniamo la sorte.
Una zoppia orgogliosa.
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Copyright© 2017 Michele Cologna
San Severo, giovedì 5 gennaio 2017
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sabato 7 gennaio 2023

e fosti estraneo

e fosti estraneo
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un attimo come lui e tu
fosti dio
tutto in te e tu nebulosa
coscienza
appercezione di “senso”
sconosciuto
autocoscienza de il non
concesso
l’immenso nel finito pe’
limitato spazio
nous de il logos scienza
deprivato
d’uso motore immobile
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michele cologna
san severo sabato 7 gennaio 2023
09:19:20
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copyright© 2023 michele cologna
diritti e riproduzione anche parziali
riservati
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Sconosciuto, sconosciuta

 

Faccio sempre la stessa strada quando mi reco da Giovanni.

Due volte a settimana.

Tonia fa la spesa e io mi porto al cimitero.

Se il tempo è abbondante anche dagli altri cari defunti.

Passando un nome e ieri al ritorno, il ricordo.

Era il 1976 e fui assunto alla SAFAB e fui operaio con lui.

Mansioni diverse, io gruista e lui, che già prestava lì servizio, manovale.

Un uomo squisito, non istruito, ma culturalmente valido.

Era comunista.

Mi parlò di sé e i sacrifici.

Terrazzano e “la lega per la terra”, organizzazione sindacale durante il fascismo.

Le lotte e anche di una figlia morta giovane.

Giovanissima.

Il suo viso duro, inumidendosi, s’addolciva.

Vidi, lessi, pensai alla figlia sua e mi soffermai.

Alzai gli occhi.

Era al sesto livello il suo.

Quante cose s’approssimarono, tante.

Una tempesta.

Sentii me attraversato da una corrente di dolore che dava sollievo.

Afflizione piacevole.

Sentimento sorprendente.

Io storia e tempo.

Ero il dolore e la felicità.

Di padre, di madre, di figlia, della Vita che si faceva in me esistenza tutta.

Aria, terra, cielo. Io.

Pur abituato al “solletico” della poesia, quando arriva il tema e la leggerezza, una così mai.

Estasi?

Atarassia?

Felicità?

Messi insieme e conosco bene i significati, non raggiungevano lo “sconosciuto”.

L’appartenenza universale?

Io il tutto?

Non lo so e volevo parlarne.

Come?

Tacqui e prima di pranzo, in bagno a lavarmi le mani, e lo “sconosciuto”, la “sconosciuta” si ripresentò.

Un rapimento …

E sto a chiedermi spirituale, intellettuale, estatico?

Da giovedì questa mattina e la poesia che avete letto.

L’Io, “autocoscienza del vivente”.

 

Michele Cologna